Giovedì, 26 Agosto 2021 - 09:31 Comunicato 2309

I diari di CamminaSCUP: 25 agosto 2021 da Cembra a Pinè

Lo spazio per la piccola cerimonia iniziale della giornata lo concede la Cantina di Cembra, scelta perché è giusto in fondo al paese. Vengono consegnate le borracce targate SCUP e le credenziali per i timbri di tappa a coloro che non l’hanno ancora avuti: sono una ventina sui 42 partecipanti di oggi, la giornata più affollata finora di CamminaSCUP. Dopo la pioggia intensa della notte, il cielo è sereno e sgombro di nubi. La temperatura è fresca ed assolutamente adatta per camminare. Troveremo un po’ di fango e qualche pietra scivolosa, ma non ci lamentiamo. Il primo tratto è sul marciapiede della strada principale che collega Cembra a Faver, che attraversiamo in tutta la sua lunghezza. Sul muro di una casa di soffermiamo ad ammirare sei piastrelle accanto alla porta di ingresso: sono i simboli del Cammino di Santiago e stanno ad indicare l’abitazione di un pellegrino compostelano. È un buon viatico per noi, pellegrinanti del servizio civile.

In fondo a Faver imbocchiamo finalmente una stradina sulla quale cominciamo la discesa verso il fondovalle dell’Avisio. Prima asfaltata, poi sterrata, la viuzza ci fa scendere velocemente, attraversando i terrazzamenti dove i contadini si sono ingegnati per coltivare le viti di Müller, vino tipico della zona. Siamo sull’itinerario percorso nel 1400 da Albrecht Dürer, che ne ha lasciamo disegni molto noti. È anche il sentiero europeo identificato dal codice E5, quello che collega Costanza a Venezia.

In fondo alla nostra discesa attraversiamo il ponte di Cantilaga, sotto il quale scorre il fiume Avisio. Ora comincia la salita, che sarà una costante fino a Pinè. Passiamo sotto le rovine del castello di Segonzano ed attraversiamo la frazione di Piazzo, transitando accanto alla chiesa dove furono celebrati i funerali di padre Fabrizio Forti, grande personaggi rimasto nel cuore di molti in val di Cembra. Ora il sentiero di fa ripido e faticoso, anche perché il sole si fa sentire. Finalmente sbuchiamo sulla strada della Valfloriana e, dopo un attento ed ordinato attraversamento, raggiungiamo l’ingresso delle Piramidi. Qui ci concediamo la prima sosta della giornata, approfittando del bar e dei suoi servizi.

Facciamo anche un incontro inaspettato, quello con il presidente della Provincia, in vacanza con moglie e figli. Ci permettiamo di chiedergli un saluto ed accetta di buon grado, nonostante non sia in servizio. Ci diamo appuntamento più in alto, tra le Piramidi. Rinfrancati dalla sosta, riprendiamo il cammino, inerpicandoci sul versando scosceso, una salita che porta ad alcuni punti panoramici dai quali è possibile scrutare questi imponenti “giganti di terra”. Ci fermiamo nei tre punti panoramici a scattar foto e godere della vista. L’incontro con il presidente avviene lungo il sentiero, in un tornante che permette a lui di essere più in alto e a tutti di vederlo. Il direttore del servizio civile gli presenta in breve CamminaSCUP e ottiene in risposta un apprezzamento per l’iniziativa ma anche parole di condivisione dei valori e del senso del servizio civile. Il sentiero in mezzo alle Piramidi è stato tutto sostituito da alti gradini, che permettono certamente maggior stabilità ma sono anche tremendamente scomodi da salire. Finalmente sbuchiamo sulla strada asfaltata, tutta in mezzo al bosco, che collega il capoluogo con la frazione di Quaràs. 

Fosca, che anche oggi è sull’auto al seguito, ci ha preparato un benvenuto con gli striscioni e le bandiere di SCUP. Troviamo posto all’ombra delle case nelle strettissime viuzze della borgata e ci sistemiamo per il pranzo al sacco. In cielo compaiono nubi scure minacciose, che però poco dopo si dissolvono, così come la nostra preoccupazione. Quaràs è in quota ma per arrivare all’altopiano pinaitro, che pare vicino, bisogna discendere e poi risalire due volte. Si tratta di pendii piuttosto ripidi, che mettono a prova la nostra capacità di resistenza. Al fondo della seconda valletta corre la strada asfaltata detta “delle stenghele”, risalita la quale arriviamo alla Cascata del lupo, un salto d’acqua di oltre 40 metri in un canyon nostrano. Lo spettacolo naturale è molto bello. Qualcuno approfitta dell’acqua invitante per rinfrescarsi i piedi.

Torniamo sulla strada (ormai camminiamo sull’asfalto, ambito più adatto alle gomme delle auto che alle suole delle scarpe) ed abbiamo la brutta sorpresa di trovarla chiusa per lavori. La nostra insistenza commuove gli operai al lavoro per opere di disgaggio e di messa in sicurezza e li convince a lasciarci passare, interrompendosi per pochi minuti. Possiamo così proseguire nella risalita del versante ed arriviamo al punto più elevato della giornata, per noi la porta verso Pinè. Oggi abbiamo fatto in tutto quasi 1000 metri di dislivello. È tempo di buttarci verso la mèta. Scendiamo al lago delle Piazze e lo superiamo prendendo il sentiero che passa alla sinistra orografica del bacino, in mezzo ad alti larici che lasciamo intravvedere scorci bellissimi sull’acqua.  Alla diga facciamo una pausa per poi riprendere la strada e passare accanto al Lago di Serraia, fino alla darsena. Qui abbiamo la piacevole sorpresa di trovare a salutarci la giunta comunale al gran completo, capitana dal sindaco. Si tratta di un incontro piacevole e simpatico, con l’apposizione del timbro comunale sulle credenziali dei camminatori.

Dopo aver sorbito un bel gelato — che ci viene omaggiato —, ogni giovane si presenta, specificando dove fa (o ha fatto) il servizio civile: ne emerge un caleidoscopio meraviglioso di esperienze diverse, nei settori e nei campi più disparati. Se volevamo presentare il servizio civile alla giunta di Pinè, ci siamo riusciti alla grande!

È ora di risalire sull’autobus e tornare a casa! Oggi abbiamo grande motivo per anelare a distendere le stanche membra.

Diario a cura del Servizio civile universale provinciale

(fm)


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