Martedì, 27 Giugno 2023 - 18:21 Comunicato 1922

Ecco l’aggiornamento inviato dall’Agenzia ai vertici della Provincia
I PFAS in Trentino sono sotto costante controllo da parte di APPA

“La situazione dei Pfas nelle acque trentine è sotto controllo e i luoghi dove la loro concentrazione appare maggiore - pur rimanendo al di sotto i limiti di legge - sono sotto costante osservazione”. Così il vicepresidente della Provincia, Mario Tonina commenta gli ultimi aggiornamenti forniti dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente che sta seguendo una campagna di analisi relativa alla presenza degli inquinanti nelle acque trentine. Al termine di quattro anni di monitoraggi effettuati su oltre 100 tra laghi e corsi d’acqua non sono emerse particolari criticità se non per alcune situazioni specifiche come a Rovereto (zona ex Gallox), nella falda del Chiese e nella discarica di Arco in merito alle quali si stanno potenziando le attività di verifica e di studio finalizzate all’individuazione di possibili soluzioni.

Ecco gli aggiornamenti forniti da  APPA che sta svolgendo specifiche attività di monitoraggio ambientale e approfondimenti in collaborazione con  ADEP per quanto riguarda il trattamento dei percolati negli impianti di depurazione della Provincia di Trento.

Dal 2018 APPA esegue un articolato e diffuso controllo delle acque superficiali e sotterranee: per quanto riguarda i PFAS nel quadriennio 2019-2022 sono stati monitorati 93 corsi d'acqua, 7 laghi e 10 siti di acque superficiali. Pur riscontrando tracce diffuse di questo inquinante nei corsi d'acqua e nelle acque sotterranee in particolare nelle zone del nostro territorio con presenza di insediamenti produttivi, non sono state individuate particolari criticità per quanto riguarda ambiente e salute dei cittadini ad eccezione di alcune situazioni specifiche da gestire con la massima attenzione con puntuali attività di controllo e monitoraggio e di verifica di eventuali prelievi. Si tratta della falda del Comune di Rovereto nella zona della cd ex Gallox, della falda del Chiese e della zona della discarica nel Comune di Arco".

Per quanto riguarda la falda del Comune di Rovereto, Provincia e Comune stanno procedendo all'analisi di rischio del sito che stabilirà come e dove procedere: nel frattempo APPA, il Comune di Rovereto e l'APSS stanno eseguendo un controllo puntuale del territorio per capire che impatto possa avere la presenza di PFAS e impostare eventualmente delle misure di sicurezza d'emergenza. Per quanto riguarda la zona del Chiese si sta completando lo studio dell'Università di Trento per definire la possibile provenienza del PFAS riscontrato in falda e definire eventuali azioni di bonifica. Anche in questo caso la falda e le eventuali derivazioni sono sottoposte ad attento controllo delle Strutture e Agenzie deputate al controllo ambientale e sanitario. Per quanto riguarda la situazione di Arco, come più volte ribadito, è in corso una bonifica radicale della discarica della Maza con l'asportazione di circa un milione di metri cubi di rifiuti da un lotto della discarica non impermeabilizzata per collocarli, previa selezione e inertizzazione, presso un lotto impermeabilizzato. L'attività di bonifica è accompagnata da una capillare rete di piezometri per la verifica della presenza del PFAS e degli altri inquinanti in falda. I dati recenti confermano che la presenza di inquinanti tipici da percolato sono circoscritti nella zona di immediata vicinanza della discarica e la loro diffusione è contenuta dalla presenza di una barriera idraulica. Il completamento della bonifica della discarica sicuramente garantirà la totale eliminazione della presenza di percolati in falda e una significativa riduzione della produzione degli stessi.

Oltre ai monitoraggi sopra descritti, nel corso dell’ispezione ordinaria AIA dell’impianto di depurazione di Rovereto APPA nel 2019 ha raccolto elementi di conoscenza in merito al contenuto di PFAS nel refluo di fognatura nera entrante nel depuratore, nel rifiuto-percolato della discarica in loc. Maza di Arco conferito al depuratore e nello scarico del depuratore stesso nel fiume Adige. Il percolato in questione, come tutti gli analoghi rifiuti prodotti dalle discariche provinciali, è stato conferito all’impianto di depurazione di Rovereto per lo smaltimento. Sempre nel medesimo depuratore l’ispezione effettuata da APPA nel 2019 ha rilevato la presenza di PFAS anche nel refluo di fognatura nera in ingresso e, stante la non biodegradabilità di questi inquinanti, anche nelle acque depurate di scarico dell’impianto di depurazione.
L’ispezione del 2019 non ha ravvisato violazioni nella norma ambientale per questi parametri. In merito a tale aspetto si evidenzia che:

• non vi è (sia nel 2019 che anche oggi) un valore limite di legge allo scarico in acque superficiali per i composti PFAS;

• non vi è un superamento dei valori limite del Regolamento 1021/2019 per l’ammissibilità dei rifiuti contaminati da PFAS negli impianti ordinariamente autorizzati al recepimento dei medesimi rifiuti;

• i tenori di PFAS in ingresso tramite la fognatura nera ed in uscita dal depuratore, allo scarico, sono piuttosto simili;

• lo stato di qualità del corpo idrico ricettore (fiume Adige) e i monitoraggi effettuati mensilmente da APPA non mostrano segnali di criticità.

E’ bene precisare che per quanto riguarda la presenza dei PFAS nei rifiuti si hanno i seguenti valori limite:

PFOS (acido perfluoroottano sulfonato): limite di 50 mg/Kg;

PFOA (acido perfluoroottanoico): limite di 1 mg/Kg per PFOA e relativi sali e di 40 mg/Kg per i composti ad esso correlati;

PFHxS (acido perfluoroesano sulfonico): limite di 1 mg/Kg per PFHxS e relativi Sali e di 40

mg/Kg per la somma dei composti ad esso correlati.

Nonostante la situazione ora descritta che dimostra che le concentrazioni di PFAS nei percolati delle discariche trentine sia di molto al di sotto dei limiti previsti dalla normativa comunitaria di riferimento (circa 7.700 nanogrammi di PFAS complessivi rispetto al limite imposto di 50.000.000 nanogrammi) e che il continuo monitoraggio dei corsi d’acqua e delle falde dimostri che non vi siano situazioni preoccupanti salvo quelle sopra descritte, APPA sta procedendo all'analisi dei percolati di tutte le discariche e ha segnalato ad ADEP l'opportunità di condurre un progetto specifico che abbia i seguenti contenuti: verifiche in ordine ai quantitativi di percolato prodotti dalle discariche e trattati negli impianti di depurazione provinciali; definizione di interventi volti al contenimento della produzione di percolati e stime di riduzione negli anni; approfondimenti in ordine alle attuali forme di trattamento dei percolati con la valutazione dell’efficacia di riduzione dei micro inquinanti e in particolare dei composti PFAS; analisi di fattibilità di eventuali forme tecnologiche di trattamento dei percolati diverse da quelle attuali; definizione di parametri ed elementi tecnico-scientifici per l’eventuale formalizzazione di limiti più restrittivi da imporre anche attraverso i provvedimenti autorizzatori degli impianti di depurazione.

Le medesime indagini e verifiche sono condotte anche dalle Agenzie regionali per l’ambiente delle altre regioni del nord Italia. Per quanto riguarda il Veneto ad esempio “nel periodo di riferimento sono state analizzati 103 campioni provenienti da 56 discariche. Nell’84% delle discariche indagate (47 su 56) si rilevata la presenza di sostanze PFOS nel percolato, con superamenti della concentrazione considerata in 10 discariche. Dall’analisi dei dati si possono trarre le seguenti considerazioni con riferimento ai diversi parametri: PFOA – PFOS in 19 campioni di percolato presenta valori tra 5.000 e 50.000 ng/l e i 7 supera i 50.000 ng/l. Situazioni analoghe sono state riscontrate anche in Piemonte.

Tutti dati dell'attività di monitoraggio sono pubblicati e facilmente accessibili a tutti i cittadini al link https://tinyurl.com/3ns4zvxe

(us)