Mercoledì, 19 Dicembre 2012 - 02:00 Comunicato 3973

Nei giorni scorsi sono state effettuate le indagini necroscopiche al Laboratorio di anatomia patologica dell'ospedale di Vicenza
I DUE CADUTI AUSTRO-UNGARICI DEL PRESENA ERANO GIOVANISSIMI

Effettuate nei giorni scorsi, da un team congiunto composto da trentini e vicentini, le indagini necroscopiche sulle due salme rinvenute in settembre poco sotto passo Presena, a 2.844 metri di quota. Le salme appartenevano a due soldati dell'esercito austro-ungarico, due artiglieri di età molto giovane, uno dei due forse nemmeno diciottenne, caduti nel 1918. Questo è quando è emerso dagli esami condotti dal dottor Daniel Gaudio del Laboratorio di anatomia patologica dell'ospedale di Vicenza e dal suo team, coadiuvato per la parte trentina da Franco Nicolis, direttore dell'Ufficio Beni archeologici della Provincia di Trento, e da Nicola Cappellozza, archeologo della SAP Società archeologica che collabora con gli archeologi trentini.-

"Il Trentino è ancora, a 100 anni dal conflitto, un vero e proprio sacrario all'aria aperta, un grande museo che va percorso con rispetto - ha commentato l'assessore alla cultura, rapporti europei e cooperazione, Franco Panizza -, che va studiato ed approfondito. E' questo lo spirito che anima le iniziative in vista del Centenario dallo scoppio della Grande Guerra: uno spirito racchiuso nello slogan scelto - "dalla guerra alla pace" - per sensibilizzare le coscienze dei cittadini e costruire in Trentino un laboratorio, dove costruire solidi rapporti con gli altri Paesi europei e studiare la grande cesura storica rappresentata dal conflitto. In questo senso vorrei chiamare a raccolta qualche giovane studioso, magari in procinto di laurearsi, affinché dedichi parte dei suoi studi ad analizzare tutti gli elementi storici che possano contribuire a dare un nome, e quindi a restituire una memoria, a questi giovani ragazzi morti sul fronte in alta quota".
Le salme erano state recuperate lo scorso 28 settembre da un team coordinato dagli archeologi della Soprintendenza per i Beni librari, archivistici e archeologici, da una guida alpina e da un referente del Comitato storico della Sat, con l'apporto del Nucleo elicotteri della Provincia, dei carabinieri di Vermiglio e del sindaco Denis Bertolini. I resti erano stati individuati pochi giorni prima nel ghiacciaio della Presena da alcuni tecnici della società Carosello Tonale spa. Del ritrovamento sono stati informati sia il Commissariato Generale Onoranze Caduti in guerra, sia la Croce Nera austriaca.
I due soldati dell'esercito austro-ungarico erano quindi artiglieri, caduti l'ultimo anno di guerra, presumibilmente nel corso della battaglia del maggio 1918, durante la quale l'esercito italiano conquistò la conca della Presena. La datazione è stabilita sulla base di alcuni indizi: ad esempio con i corpi è stato ritrovata una sacca per contenere le maschere antigas, di fabbricazione inglese ma adottata dall'esercito italiano solo a partire dal 1918. Purtroppo le salme erano prive di equipaggiamento pesante, ovvero non avevano cinturoni, giberne e scarponi, segno che furono spogliati dopo il decesso, inoltre, a parte un cucchiaio ancora infilato nelle fasce mollettiere e un filtro per sigarette, non sono stati trovati elementi utili per una loro identificazione personale. Entrambi indossavano però il cappotto e la giubba di ordinanza: dalle mostrine e dai bottoni si è quindi potuto desumere la loro appartenenza all'artiglieria. Inoltre tutti e due i caduti avevano un'età molto giovane: uno in particolare poteva avere al momento della morte un'età vicina ai diciotto anni, se non più giovane (l'ultima classe di età reclutata dell'esercito austro-ungarico è stata quella del 1900), la sua giacca non portava mostrine ad indicare forse una recluta appena arruolata. Entrambi, infine, recano numerosi segni di granate: piccoli e medi frammenti di schrapnel erano distribuiti fra i capi di abbigliamento. Le salme erano ad un livello di scheletrizzazione avanzata, schiacciate anche dall'azione del ghiacciaio che nel corso di quasi un secolo le ha spostate verso il basso di alcune decine di metri.
Ultimata questa prima fase di analisi, informazioni più dettagliate emergeranno dalle analisi antropologiche e scientifiche che saranno condotte ancora una volta dal dottor Daniel Gaudio, antropologo e collaboratore del dottor Andrea Galassi, direttore dell'Unità di Medicina Necroscopica dell'Ussl di Vicenza. In particolare si ricostruirà il profilo biologico con stress marker e lesioni per capire le cause della morte, l'età esatta, il tipo di lavoro svolto prima di essere arruolati e altri approfondimenti, mentre gli archeologici della Soprintendenza trentina completeranno le indagini archeologiche con la lettura del contesto.
(at)

Immagini a cura dell'Ufficio Stampa -