Sabato, 01 Giugno 2013 - 02:00 Comunicato 1598

I BANCHIERI E I "COMPARI" DEL "DEBITISMO" ITALIANO

Il sistema bancario italiano? "Incestuoso" e fondato su conniventi relazioni, conflitti d'interesse, intrecci familiari e finanziari, governato da banchieri-compari che negano il credito a imprenditori bisognosi ma lo concedono a costruttori come Ligresti o il finanziere Zaleski, facendo ricadere i costi sui risparmiatori e sullo stato. A parlare, male, di banchieri e compari, definizione che dà il titolo al suo ultimo libro, è Gianni Dragoni, firma del Sole 24 Ore e "columnist" di Servizio Pubblico, protagonista dell'Incontro con l'autore in un dialogo con Francesco Manacorda e Fausto Pannunzi. Libro che svela la profonda asimmetria del capitalismo italiano - che Dragoni ridefinisce come "debitismo", vista la scarsa propensione al rischio che caratterizza il sistema Italia - tra gruppi protetti e meno protetti. Un gruppo che ha goduto di protezione? E' sulle pagine dei giornali, i Fratelli Riva, "che hanno portato 1,2 miliardi di euro nei paradisi fiscali e che certamente non lo hanno potuto fare senza l'aiuto di una banca".-

Dragone ha impressionato il pubblico della Biblioteca Comunale di Trento snocciolando gli stipendi dei top manager e ad dei dieci maggiori gruppi bancari italiani (si va da 1 milione 700 mila euro in sù) ma soprattutto si è chiesto se le banche hanno funzionato o meno, e per chi. "Per i propri dipendenti hanno funzionato non male, visto che non ci sono stai esodi fortissimi. Per i propri soci nemmeno, anche se hanno chiesto loro molti soldi, ed hanno funzionato benissimo per alcuni soci in particolare, i cosiddetti "debitori di riferimento". Ma tra i "soci" delle banche vi è anche la politica, che partecipa alle banche attraverso le Fondazioni. Per una banca come Intesa Sanpaolo le fondazioni hanno poco meno del 25 per cento del pacchetto azionario e 17 membri del cda su 19. E per lo Stato? Hanno funzionato abbastanza, anche perché le banche hanno in pancia enormi quantità di titoli di stato. Le banche non hanno funzionato bene solo per gli investitori privati e le imprese".
Come se ne esce? "Con più controlli, piuttosto che mettendo più regole, e magari recuperando anche la dimensione piccola delle banche, perchè sono le piccole banche, dove il management conosce i clienti e viceversa, quelle che possono funzionare meglio. Soprattutto per i risparmiatori e le imprese".

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