Lunedì, 02 Giugno 2014 - 02:00 Comunicato 1366

HARRY POTTER E LA NOSTRA SOCIETÀ: L'ISTRUZIONE DECIDE I DIRIGENTI

Scuola e politica, due universi distanti? Assolutamente no, come rilevano gli studi di Noam Yuchtman, ricercatore del National Bureau of Economic Research, presentati al Festival dell'Economia di Trento durante l'incontro "Dall'Università di Bologna alla Peking University: èlites, scuola e politica".
Vi è un aspetto cruciale di politica economica all'interno delle politiche sull'istruzione: il programma scolastico e la struttura degli edifici di istruzione vengono definiti dalla classe dirigente a seconda dei loro interessi. A volte le scelte non sono dannose, ma altre volte, se investire in capitale umano produttivo minaccia lo status dell'èlite, è preferibile non investire come ben dimostrato nella Cina del 19esimo secolo. "Le èlite – ha esordito Noam Yuchtman, dopo una breve introduzione di Armando Massarenti - mirano a tutelare i propri interessi e a costituire il sistema d'istruzione che meglio le tuteli".-

"Ci sono due caratteristiche che definiscono una classe dirigente – ha spiegato Noam Yuchtman - e sono entrambe strettamente collegate: la necessità di mantenere un livello di reddito adeguato e uno status sociale alto, che viene attribuito anche dalla formazione scolastica ricevuta".
Ora le èlite tengono al futuro dell'èlite e quindi le scuole contribuiscono a plasmare la classe dirigente in termini di reddito e di possibilità. "Se – ha proseguito Yuchtman – pensiamo a Harry Potter, egli è andato in una scuola d'èlite d'arti magiche. E quanti Harry Potter possono esserci? Bene, molte posizioni sono riservate solo a chi ha frequentato certe scuole. È così dall'epoca medievale".
Le èlite saranno sempre a sostegno di alcune scuole e di alcune materie, perché hanno dei loro interessi da difendere: "Alcune scelte delle èlite vanno a vantaggio della società mentre altre scelte no, perché mettono a rischio l'èlite stessa. La storia ci insegna che le scelte operate dalla classe dirigente hanno conseguenze dirette sulla società".
Ma qual è il legame tra istruzione e scelte politiche? Un esempio può essere quello dell'Europa Medievale, che ha visto la nascita delle università e il conseguente riadattamento del diritto romano, proprio perché esso era materia di studio universitario. Le èlite, infatti, avevano considerato che il diritto romano poteva essere utile per i loro interessi, ad esempio per espandere i commerci. In seguito si è cominciato a studiare anche diritto canonico e questo andò a innovare la Chiesa, che a sua volta investì molto nelle università e nella formazione del capitale umano. Come conseguenza, molti dei laureati all'Università di Bologna entrano a far parte della chiesa.
Un ulteriore esempio è dato dalla rivoluzione commerciale, ha affermato Noam Yuchtman: "Le università hanno accelerato l'urbanizzazione e lo sviluppo dell'economia europea". Ma, come si diceva sopra, non sempre le scelte dell'èlite sono a favore della società: "In Cina, nelle scuole del 19esimo secolo, dopo essere venuti a contatto con i poteri imperialisti occidentali, cominciano a essere introdotte materie tecniche su esempio delle scuole occidentali, ma le èlite cinesi, a questo punto, si sono chieste se valesse la pena di cambiare sistema educativo sul modello occidentale. Nella maggior parte dei casi si è preferito un approccio conservativo basato sul confucianesimo. Non a caso nel 19esimo secolo la Cina ha visto una crescita pari a zero e solo successivamente, con l'incentivazione di un'educazione moderna, si è tornati a crescere".
Per tornare ai giorni nostri, ha concluso Noam Yuchtman, "dobbiamo renderci conto che la classe dirigente opera delle scelte importanti negli insegnamenti scolastici. Quando pensiamo a dei cambiamenti nel capitale umano si deve sempre pensare a qual è l'ottimo dal punto di vista sociale e quale potrà essere la reazione della classe dirigente, che andrà sempre a tutelare i propri interessi". -