Giovedì, 10 Ottobre 2019 - 19:20 Comunicato 2447

Guida e basta, la vita vale!

A partire dal 2015, l’ANAS ha dato vita ad una campagna sulla sicurezza stradale con lo slogan “Quando Guidi, Guida e Basta!”, con la finalità di sensibilizzare gli utenti al delicato problema della distrazione alla guida, che miete ogni anno numerose vite. Se ne è discusso questo pomeriggio a Palazzo Geremia, con le toccanti testimonianze di due persone che hanno avuto una esperienza diretta con le tragedie stradali: Martina Caironi, la sprinter paralimpica più veloce del mondo (detentrice del record mondiale sui 100 m), e Davide Cucchi, presidente dell’associazione “La Vita Vale”, organizzazione di volontariato da lui fondata in seguito alla perdita della figlia Valentina, caduta per un incidente stradale. Ha moderato il dibattito Claudio Arrigoni, giornalista della Gazzetta dello Sport.

“Nel 2017 si sono registrate 3.378 vittime della strada, ogni 3 minuti un pedone viene investito – spiega Davide Cucchi - e il 90% delle distrazioni al volante sono causate dall'uso improprio dello smartphone”. Davide Cucchi è il padre di Valentina, una delle tante vittime della strada, che però dalla morte della figlia ha deciso di impegnarsi per fare qualcosa per la riduzione di queste tragiche statistiche. “E’ nata cosi l’idea di lavorare ad una app – aggiunge Cucchi – che consenta di evitare la collisione tra pedoni e autovetture negli incroci pericolosi. La app si chiama “Valentina” ed è stata sviluppata dalla Mouzee di Leonardo Napoli, un genio (e figlio d’arte) dell’informatica: “Valentina”, completamente gratuita e senza inserzioni pubblicitarie, è già scaricabile gratuitamente per la piattaforma apple e a breve lo sarà anche per la omologa android. “L’applicazione è quindi già operativa – conclude Cucchi – ma abbiamo bisogno che sia il più diffusa possibile e dal punto di vista tecnico vorremmo arrivare alla più ampia mappatura possibile dei siti pericolosi in tutta Italia. Per giungere a questo obiettivo abbiamo bisogno del vostro aiuto”. L’aiuto che chiede il papà di Valentina non è solo economico (le raccolte sono disponibili sulla piattaforma di crowdfunding “gofundme”) ma anche e soprattutto di condivisione della app, all’interno della quale è disponibile una community, dove gli stessi utenti possono contribuire all’implementazione dello strumento.

Anche Martina Caironi è una vittima degli incidenti stradali. “Dopo essere stata investita sullo scooter con mio fratello e dopo 4 giorni di coma – racconta Martina – ho scoperto che avevo subito l’amputazione sopra il ginocchio della gamba sinistra. Ho impiegato mesi per capire cosa era successo: io ero la stessa persona ma avevo la disabilità da affrontare”. Nel caso di Martina è stato lo sport a darle la forza per una nuova vita. “Sono sempre stata una sportiva – rivela Martina – e prima dell’incidente giocavo a volley. Dopo pochi anni dall’incidente, siccome mancavano atlete paralimpiche con amputazione sopra il ginocchio, ho avuto la possibilità di avere una protesi per l’atletica: ho subito gareggiato e senza allenamento ho realizzato il record italiano”. A questo successo iniziale seguono a breve l’oro paralimpico nei 100 metri a Londra nel 2012 e il record mondiale di 14,61''. “Lo sport da iniziale forma di rivincita – aggiunge Martina – è diventato poi passione e ora è la mia vita. Tuttavia non bastano i messaggi, ma servono anche azioni e strumenti a supporto delle disabilità”. Il riferimento è ovviamente alle protesi – sia sportive che per uso quotidiano – il cui prezzo può andare dai 10.000 ai 60.000 euro. “In ogni caso – conclude Martina – negli ultimi anni ho compreso che riguardo le protesi la funzionalità è ben più importante dell’estetica”.

Un pomeriggio davvero toccante, che Claudio Arrigoni ha così sintetizzato: “un’occasione del Festival per non parlare solo di sport in senso stretto, ma anche di tutte le sue implicazioni sociali”.



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