Venerdì, 02 Giugno 2017 - 13:44 Comunicato 1410

Gli stili di vita, legati anche al reddito e all’istruzione, ed un corretto uso dei farmaci sono elementi fondamentali per la salute del cittadino

Le differenze di reddito e d’ istruzione hanno sempre più rilievo nella percezione della salute delle persone. E’ questa una delle indicazioni emerse dall’incontro di questa mattina nell’Aula Magna della Facoltà di Lettere sul tema “Prevenzione, farmaci e credenze” con il contributo di Cinzia Di Novi del Dipartimento di Scienze economiche e sociali dell'Università di Pavia, di Roberto Fini, Presidente AEEE Italia, accanto a Silvio Garattini e Luca Pasina entrambi dell’ Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Al centro dell’incontro anche l’importanza di razionalizzare i costi dei farmaci in Italia per migliorare la qualità del welfare.

L’analisi di Cinzia Di Novi ha messo in evidenza i dati sulla salute percepita per quantità di reddito nei paesi Europei nel 2014 dai quali si evince come maggiore è il reddito più elevata è la percezione di stare bene. Un dato che riguarda anche l’Italia dove ci sono ben 20 punti percentuali di differenza nella salute percepita fra i primo e il quinto livello di reddito. Diversi studi, ha spiegato la Di Novi, hanno dimostrato anche come gli individui con un più elevato grado di scolarizzazione tendono a godere più frequentemente di uno stato di salute migliore. Una delle spiegazioni di questa regolarità empirica è legata al fatto che l’istruzione inciderebbe sullo stile di vita degli individui aumentando la consapevolezza dell’effetto dannoso dell’adozione di atteggiamenti “a rischio”. L’Acheson Report suggerisce come gli interventi di politica pubblica per ridurre la disuguaglianza in salute (percepita e oggettiva) debbano non solo livellare la distribuzione delle principali determinante di salute a monte (reddito, educazione, occupazione) ma anche a valle con un’attenzione particolare agli stili di vita. Luca Pasina, dell’Istituto Mario Negri, ha illustrato in maniera efficace come sia oggi possibile ridurre la spesa del sistema nazionale sanitario senza ricadute sui cittadini. Secondo Paina il risparmio deve riguardare anche ciascuno di noi: “Basterebbe - ha evidenziato il ricercatore – ricorrere sempre più ai farmaci equivalenti come accade all’estero dove superano in molte nazioni anche il 40% del totale  e ci sarebbe oltre un milione di euro di risparmi nelle tasche dei cittadini”. In questo contesto ci vorrebbe anche una maggior attenzione nella selezione dei soggetti da trattare, nella scelta dei principi attivi e nell’evitare spese per rimedi senza efficacia dimostrata. Silvio Garattini, come già aveva fatto giovedì sera al Teatro Sociale, ha lanciato l’allarme sul potere delle case farmaceutiche e sulla qualità dei controlli a livello internazionale. “Sarebbe necessaria – ha spiegato Garattini – una farmacovigilanza attiva e consapevole davanti allo strapotere delle industrie del farmaco pronte a promuovere i benefici del medicinali sottovalutando di frequente i loro rischi”.



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