Negli ultimi decenni dell’Impero gli italiani d’Austria-Ungheria non solo vivevano in territori geograficamente diversi e lontani tra loro, come il Trentino e la costa adriatica, ma si trovavano anche in una situazione amministrativa, economica, nazionale e politica molto differente.
Il convegno proposto a Trento il 22 e 23 marzo intende presentare queste diversità, illustrando caratteristiche e posizioni degli schieramenti politici che rappresentavano gli austro-ungaro-italiani e mettendo in risalto le differenze regionali, oltre a quelle ideologiche. Alla fine delle due giornate di studio dovrebbe emergere un quadro variegato e complesso, molto lontano dall’ormai superata leggenda dei territori austro-italiani del tutto irredentisti, oppressi da una dominazione straniera che la popolazione rifiutava.
«Va tenuto presente che, con l’eccezione della parte veneziana dell’Istria e della Dalmazia, tutti gli altri territori abitati dagli austro-italiani sottostavano già da diversi secoli, più o meno direttamente, all’area di influenza asburgica e gli Asburgo non rappresentavano per i loro abitanti un dominio straniero» - precisa Maddalena Guiotto, ricercatrice della Fondazione Museo storico del Trentino e coordinatrice scientifica del convegno.
Si tratta di regioni inserite da secoli nel sistema plurinazionale mitteleuropeo che avevano sperimentato istituzioni politiche molto differenti da quelle dei territori del Regno d’Italia.
«Questo spiega come l’appartenenza alla Monarchia asburgica non venisse posta in questione dalla grandissima maggioranza dei trentini e delle popolazioni italiane del Litorale; solo piccoli raggruppamenti minoritari di ‘italianissimi’ si pronunciavano in modo irredentista per la separazione dalla Monarchia e l’unione all’Italia» - prosegue Guiotto. «Solo a poco a poco durante la guerra avvenne la ‘conversione’ della maggioranza dei politici austro-italiani all’unione all’Italia. Non si deve quindi sopravvalutare il peso dell’irredentismo italiano negli sviluppi della politica interna del Trentino e del Litorale. Nella vita politica degli italiani austriaci il confronto si faceva più acuto con le confinanti nazionalità austriache – nel Trentino con i tedeschi (tirolesi) e nel Litorale con gli sloveni e i croati – e aveva un ruolo molto più importante rispetto alla nascita dello Stato nazionale italiano. Proprio l’inasprito confronto con le altre nazionalità rafforzò il senso di appartenenza alla nazione culturale italiana e trasformò le due regioni in territori di conflitto continuo, anche se solo latente».
I relatori e le relatrici presenti al convegno provengono da centri di ricerca italiani, austriaci e croati: le Università di Innsbruck, di Padova, di Bari e di Udine, la Fondazione Museo storico del Trentino, l’Istituto storico austriaco a Roma, l’Istituto di storia sociale e religiosa di Gorizia, la Società internazionale di divulgazione Manlio Cecovini per gli studi storici sociali ed etici di Trieste e il Centro di ricerche storiche di Rovigno; i loro interventi saranno basati su ricerche d’archivio, in Italia e in Austria e sull’utilizzo della stampa, dei discorsi parlamentari e delle memorie di alcuni protagonisti italiani e austriaci.
La partecipazione alle due giornate di studio, che hanno ricevuto il patrocinio della SISSCO (Società italiana per lo studio della storia contemporanea) e della SISCALT (Società italiana per la storia contemporanea dell’area di lingua tedesca), è aperta al pubblico; per gli insegnanti è riconosciuta come corso di aggiornamento.
In allegato il programma
Rassegna stampa ad uso interno: Articolo da L'Adige - 22.03.2024