Venerdì, 11 Ottobre 2019 - 18:52 Comunicato 2482

Giorgio Calcaterra: la normalità di un super atleta

In questa apparente dicotomia è racchiuso il mondo di Giorgio Calcaterra, che ha inanellato in giro per il mondo una serie impressionante di Maratone e Ultramaratone, diventando tra l'altro il Re della "100 km del Passatore" con 12 vittorie in questa straordinaria gara. Un uomo normale, che è stato un bambino e un ragazzo normale.

Semplicità, forse è questa la parola che rappresenta maggiormente Giorgio Calcaterra. Coadiuvato da Valerio PIccioni, il super runner apre davanti ad un folto pubblico il libro dei ricordi.
Romano di Monteverde, classe 1972, inizia a correre a circa 10 anni perché, fra tutti gli sport, la corsa era quello lo che divertiva di più. Il padre, tipografo al quotidiano "Il tempo", asseconda la sua passione ed ogni domenica lo accompagna a gareggiare a Roma e dintorni.

Dolcissima è l'immagine evocata da Giorgio: le prime corsette "per andare a prendere il latte", parafrasando la canzone di Morandi, lasciando stupefatta la madre per la velocità del rientro a casa.
E da allora, Giorgio Calcaterra non si è più fermato. La prima Maratona a 18 anni, una delusione, "Perché avevo fatto fatica senza divertirmi" poi, a 25 anni, assieme ad un amico ritenta l'avventura e si diverte, eccome se si diverte. Una Maratona tira l'altra, come le ciliegie, arrivando a collezionarne quasi 220 fino ad ora.

Numeri incredibili, che Giorgio Calcaterra snocciola con disarmante umiltà, facendo sembrare normale ciò che forse normale non è. Ma del resto, se si sta bene e si è adeguatamente preparati, perché non correre? Questa è forse la ricetta segreta di Giorgio Calcaterra, che ricorda, con il suo sorriso timido ma aperto, perché è iniziata l'avventura dei 100 km, "Mi piacciono le cifre tonde". E accanto alle 12 vittorie al Passatore, non dimentica un terzo posto che ha comunque, per lui, il sapore della vittoria perché "Sono arrivato in fondo, ed è questo l'importante".

Ed anche le tre vittorie al campionato dei mondo dei 100 km, raccontate dalla sua voce, sembrano quasi storie di tutti i giorni. L'incontro scorre veloce, i presenti, molti runner appassionati, ascoltano interessati e quasi increduli la vita una persona 'normale", che quando corre pensa, prima di tutto, a stare bene e a divertirsi. E che rivela il suo sogno nel cassetto, correre i 100 km a 100 anni: "Perché vorrebbe dire che sto bene e sono in salute".

(cr)


Immagini