E tra i diritti fondamentali, De Stefano mette al primo posto i diritti sindacali e la non discriminazione, l'espansione della tutela previdenziale e assicurativa ma anche la portabilità del rating, perchè se consideriamo come "autonomi" i lavoratori del crowdwork (Amazon Mechanical Turck, Clickworker, Crowdflower ecc.) e quelli del lavoro on-demand tramite app (Uber, Lyft, TaskRabbit ecc.), il rating è la forma principale del proprio capitale.
Alcune sentenze in Italia, Francia e Stati Uniti sui casi Uber e Lyft hanno rigettato le domande di riqualificazione dei lavoratori come subordinati perchè l'orario di lavoro è flessibile e i lavoratori possono scegliere se e quando lavorare. Altri organismi in Spagna e Belgio hanno ritenuto che l'orario non sia necessariamente flessibile e che l'attività lavorativa non sia "autonoma". La flessibilità oraria - si è chiesto De Stefano - basta a negare le protezioni sul lavoro? C'è vera flessibilità quando il lavoro è controllato tramite algoritmi?
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