Lunedì, 09 Luglio 2012 - 02:00 Comunicato 2081

La replica dell'assessore in merito ad alcune polemiche rilanciate oggi dagli organi di informazione
GILMOZZI: LA PROVINCIA DIFENDE LA POTESTA' TARIFFARIA DEI COMUNI IN MATERIA DI ACQUE PUBBLICHE

"La Giunta provinciale non intende affatto spostare il potere di decidere le tariffe relative ai servizi pubblici di acquedotto e di fognatura dai comuni alla Provincia. Intende anzi difendere la possibilità di continuare ad applicare i modelli tariffari vigenti in Trentino, vale a dire le regole per il calcolo delle tariffe, d'intesa tra la Provincia autonoma e il Consiglio delle autonomie locali. Ciò a fronte di una recente norma statale, contenuta nel cosiddetto 'Decreto Salva Italia' che attribuisce invece all'Autorità per l'energia elettrica e il gas le funzioni attinenti alla regolazione e al controllo dei servizi idrici tra le quali anche quelle in materia tariffaria". Questa la replica dell'assessore all'urbanistica e agli enti locali Mauro Gilmozzi, in merito ad alcune dichiarazioni rilasciate oggi dal capogruppo della Lega Nord Alessandro Savoi.-

"In seguito alle dichiarazioni del capogruppo in Consiglio provinciale a Trento della Lega Nord, Alessandro Savoi, a proposito del disegno di legge che la Giunta presenterà come adeguamento alla legge nazionale relativa alla gestione delle acque pubbliche -spiega l'assessore Gilmozzi - voglio fornire alcune precisazioni. Ad oggi il potere di decidere le tariffe relative ai servizi pubblici di acquedotto e di fognatura è in capo ai comuni, i quali, nell'individuare le tariffe, devono rispettare delle regole contenute in modelli tariffari assunti d'intesa tra Giunta provinciale e Consiglio delle autonomie locali. Non intendiamo spostare in alcun modo il potere di decidere le tariffe dai comuni alla Provincia, ma ci limitiamo a ribadire che i modelli tariffari sono assunti d'intesa tra la Giunta provinciale e il Consiglio delle autonomie locali. Si è valutata la necessità di inserire questa norma esattamente per le finalità opposte a quelle che ci vengono attribuite, ossia per difendere la potestà tariffaria dei comuni e la possibilità di continuare ad applicare i modelli tariffari, vale a dire le regole per il calcolo delle tariffe, d'intesa tra la Provincia e il Consiglio delle autonomie locali. La citata necessità deriva da una recente norma statale (il comma 19, dell'articolo 21, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 c.d. decreto "Salva Italia") che attribuisce all'Autorità per l'energia elettrica e il gas le funzioni attinenti alla regolazione e al controllo dei servizi idrici tra le quali anche quelle in materia tariffaria. La Giunta provinciale con la norma proposta vuole solo cercare di difendere i modelli tariffari attualmente applicati dai comuni e la possibilità di continuare a decidere tali modelli a livello locale. Voglio evidenziare che la Giunta provinciale in questi ultimi due anni è intervenuta altre volte con modifiche normative per difendere in materia di servizi idrici le prerogative statutarie provinciali e l'autonomia istituzionale dei comuni. Ricordo che ancor prima degli esiti referendari del luglio 2011 si era intervenuti per affermare la possibilità per i comuni di continuare a gestire direttamente tali servizi mentre la disciplina statale non ammetteva questa possibilità e spingeva per una liberalizzazione del servizio."
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