Mercoledì, 11 Luglio 2012 - 02:00 Comunicato 2107

Per i Suoni delle Dolomiti a Malga Kraun con la fisarmonicista Myriam Lafargue
GILLES APAP, UN GENIO CON IL VIOLINO

Un intenso e travolgente concerto ha premiato i numerosi escursionisti saliti al Monte di Mezzocorona con una serie di brani provenienti dalla tradizione classica e popolare. Un giro del mondo in note.-

Chissà se anche Yehudi Menuhin quando lo scelse come studente e, poi, più avanti lo definì persino il "violinista del XXI secolo" ebbe la stessa impressione. Certo oggi chi ha assistito al concerto di Gilles Apap, a Malga Kraun per I Suoni delle Dolomiti, si è reso conto di trovarsi di fronte ad un autentico prodigio, sempre pronto a cambiare le carte in tavola: libero, imprevedibile, camaleontico.
Forse è prerogativa della genialità, forse è solo il carattere di questo violinista giramondo, nato in Algeria, vissuto in Francia e ora residente in California, ma quel che è certo è che con lui non ci si è proprio annoiati, anzi si è capito – se ancora ce ne fosse bisogno – che il mondo è sempre più grande di quello che pensiamo e che ci può regalare delle straordinarie sorprese. Così già prima dell'esibizione, quando uno si aspetta di trovare un musicista intento ad accordare lo strumento o a prendere accordi con i colleghi o con chi gestisce i microfoni per una resa ottimale del suono, in realtà vede Apap prendere la custodia del violino e sparire nei boschi a suonare o, magari, a curiosare tra le sculture in legno che sorgono qua e là nelle vicinanze di Malga Kraun.
Il resto è avvenuto tra le note e le parole. Sì, perché assieme a Myriam Lafargue ha proposto al pubblico, salito numeroso a piedi tra i verdi prati e i boschi del Monte di Mezzocorona, un programma molto eterogeneo, sospeso tra musica colta e popolare, il tutto spiegato in una sorta di divertente e comprensibilissimo esperanto a base di italiano e delle lingue dei suoi paesi di adozione, ossia francese, inglese e spagnolo.
Così l'apertura del programma è stata affidata a "Siciliine" di Therése von Paradìs, delicata e malinconica mentre col secondo pezzo, un preludium allegro dell'austriaco Fritz Kreisler, si è avuto subito un saggio delle capacità tecniche del violinista.
Veloci e trascinanti sono quindi giunti i primi brani popolari con un paio di danze irlandesi che si sono sviluppate sul tappeto sonoro della fisarmonica imbracciata da Myriam Lafargue. Proprio la musicista francese ha poi dato prova della propria bravura, cimentandosi in un assolo di fisarmonica, un brano armonizzato da Claude Tomin, già accompagnatore di grandi vocalist transalpini, come ad esempio Juliette Greco. Atmosfere parigine e francesi, sempre pronte a passare dalla spensieratezza alla malinconia più pensosa, che Apap ha voluto godersi sdraiato sull'erba proprio come il pubblico.
Circolare, quasi ipnotica, in un crescendo continuo, mentre il violino pizzicato segnava il ritmo, è stata "La vida breve" di De Falla mentre, le nubi veloci, il rumore del vento tra le fronde ha forse ispirato la successiva e roboante versione di un estratto dalle "Quattro stagioni" di Vivaldi.
Apap è sembrato onnivoro e camaleontico, sempre pronto a cibarsi musicalmente di tutto ciò che incontra. Così i brani proposti spesso sono sorti da intuizioni del momento, con brevi motivi sui quali lui e Lafargue hanno dipinto affreschi sonori suggestivi in un dialogo continuo tra i loro strumenti. In tanto trionfo di creatività non poteva poi mancare anche un accenno alla tradizione americana con brani popolari e le note "Square dance" che hanno trascinato tutti i presenti in applausi ritmati.
Prima della fine e degli immancabili bis, Apap ha anche proposto una serie di brani israeliani e della tradizione klezmer e un intenso assolo tratto da una sonata di Ysaye.

Info: www.isuonidelledolomiti.it -