Giovedì, 26 Luglio 2012 - 02:00 Comunicato 2277

Oltre duemila spettatori per il grande musicista brasiliano
GILBERTO GIL, RITMO E SAMBA SOTTO LE PALE

Grande affluenza di pubblico per il concerto de "I Suoni delle Dolomiti". Protagonista il grande autore della canzone brasiliana, esibitosi in Val Canali-

Nato a Bahia nel 1942, cresciuto assorbendo influenze sonore di ogni provenienza, di grandi autori e jazzisti senza dimenticare la canzone italiana e il fado portoghese, il brasiliano Gilberto Gil ha dato ieri un'ulteriore prova della sua grande versatilità e della ricchezza della propria produzione musicale. Ad accoglierlo, i verdi prati della Val Canali e le cime delle Pale di San Martino, un po' velate da un cielo capriccioso che però non ha fermato i tanti appassionati che hanno via via assunto la forma di una marea multicolore. Sì, perché a danzare i ritmi brasiliani di Gilberto Gil all'appuntamento de I Suoni delle Dolomiti erano ben più di duemila: hanno cantato, applaudito e, quando alla fine la pioggia è giunta come prometteva da un po', sono rimasti chiedendo a gran voce anche i bis.
Il concerto ha proposto atmosfere sofisticate e ritmi che si sono mossi dalle tradizionali samba e bossanova ai più internazionali blues e persino rock. Così si sono potuti gustare pezzi classici del suo repertorio come "Maquina de ritmo" ed "Eu vim da Bahia". Introdotta da un lungo assolo di percussioni ha preso poi il volo la festosa "Domingo no parque", seguita dalla malinconica "Estrela".
A dimostrare come la cultura brasiliana e la sua musica siano in realtà un autentico crogiuolo, il risultato di feconde contaminazioni, Gil ha proposto "Alapala", spiegando come il brano omaggi ciò che i tanti schiavi africani hanno portato con sé nel "nuovo mondo": dèi, credenze, nostalgie e identità poi diventate musica che ha attraversato il tempo. E sempre il tempo, inteso come passato, l'ha fatta da padrone con due canzoni che affondano le proprie radici in un ambito più popolare e antico della stessa samba: "Lamento Sertanejo" e ""Juazeiro" che hanno svelato un Brasile dalle sonorità più folk e a tratti sorprendentemente simili a certe canzoni dei grandi spazi statunitensi.
Omaggio agli altri paesi del continente e ai grandi maestri"della musica sono state "Tres palabras", "Saudade de Bahia" di Dorivao Caimi, "Outra vez", e "Panis et circenses" di Caetano Veloso. Particolarmente trascinante è stato anche l'omaggio a Jimi Hendrix con la partecipata interpretazione di "Up from the Skyes". "L'ho incontrato una settimana prima della sua morte – ha Gilberto Gil – in un festival inglese. Stava per salire sul palcoscenico. Nessuno sapeva che sarebbe stato il suo ultimo concerto".
Prima della conclusione per i tanti spettatori c'è stato ancora spazio per godersi "Chiclete", "La renaissance Africaine", "Oriente" e le doti degli strumentisti che hanno affiancato Gil: il figlio Ben, il violoncellista Jacques Morellenbaum, il violinista Nicolas Krassik e il percussionista Gustavo di Dalva.

Info: www.isuonidelledolomiti.it -