Venerdì, 03 Giugno 2022 - 17:24 Comunicato 1627

Futuro dell’Europa e politiche fiscali

FESTIVAL DELL''ECONOMIA TRENTO - “Finché l’Europa sarà divisa sul tema del fisco non avremo mai politiche fiscali egualitarie e distributive”. Parola di Franco Gallo, presidente emerito della Corte Costituzionale, che ha dialogato con Gianni Trovati (giornalista de Il Sole 24 Ore) nell’incontro di questo pomeriggio a Palazzo Geremia. All’interno dell’Unione Europe basta infatti anche l’opposizione di un singolo paese membro per bloccare ogni modifica in materia di fisco. Gallo ha affermato come sia fondamentale superare l’unanimità dei voti, passando ad una maggioranza qualificata, ma la strada per giungere ad un accordo sembra ancora difficile.
Festival Economia 2022: a Palazzo Geremia “Futuro dell’Europa e politiche fiscali” (Franco Gallo, presidente emerito della Corte Costituzionale)

Una tassazione europea - secondo il presidente emerito della Corte Costituzionale - potrebbe comportare una generale detassazione a livello nazionale. “Il vero problema dell’UE dal punto di vista fiscale è l’unanimità - ha evidenziato più volte Gallo - Abbiamo una Banca Centrale Europea, abbiamo politiche finanziarie che portiamo avanti insieme, ma nel campo fiscale la sovranità di ogni stato può bloccare ogni modifica. Per introdurre tributi, infatti, tutti devono essere d’accordo. Ne usciremo solo se saranno gli stati stessi a prendere atto della crisi dell’unanimità”.

La soluzione dovrebbe essere quella di passare alla maggioranza qualificata. Ci sarebbe poi un ulteriore alternativa, che però fino ad ora non ha mai funzionato. “Basterebbe un numero minimo di stati, 9 sui 27 membri, per intervenire in alcuni settori del fisco, ma questa norma non è mai stata applicata”.

Per quanto riguarda l’Italia, Gallo sostiene che serve mettere mano alla fiscalità dell’Iva, adeguandola a quella europea. “Va trasferita la sovranità fiscale all’istituto sovranazionale - ha concluso Gallo - Istituire tributi che sottostanno solo alla regola dell’unanimità porterà in superficie la frattura tra chi ritiene sia necessario trasferire almeno una parte del potere fiscale all’Unione Europea e chi invece vuole che il potere rimanga solo agli stati membri”.

(ao)


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