Venerdì, 01 Giugno 2018 - 22:10 Comunicato 1289

Frans Timmermans: “Abbiamo bisogno di un patriottismo europeo”

Immigrazione, politiche sociali, rapporti con Bruxelles, USA e Russia: l’Europa è al bivio e per scegliere la strada giusta deve puntare sulla coesione. Se ne è discusso stasera al Teatro sociale con il primo vicepresidente della Commissione Europea, Frans Timmermans, attualmente Commissario per la qualità della legislazione, le relazioni interistituzionali, lo Stato di diritto e la Carta dei diritti fondamentali.
Intervistato da Tonia Mastrobuoni, giornalista di “La Repubblica”, e Valentina Romei, firma del “Financial Times”, il politico ha sottolineato il ruolo strategico dell’Unione Europea di fronte a tutte le sfide globali, al di là delle divisioni.

“L’Italia non è un rischio per la tenuta dell’Unione Europea - ha esordito Timmermans facendo riferimento all’attualità politica dello Stivale -. Questa quarta rivoluzione industriale dà da pensare a tutti i Paesi membri. La sfida, quindi, non è italiana ma europea”. Conoscendo questo Paese - ha rassicurato Timmermans in un italiano fluente - sono sicuro che riusciremo a trovare un dialogo.

“Abbiamo bisogno di unità - ha proseguito -. Serve sapere dove vogliamo andare assieme, rispettando il voto dei cittadini. Serve un dibattito al più alto livello, perché tutto il mondo sta guardando l’Europa e come essa reagisce su Donald Trump, sulla Russia, sulla Cina...”.

L’Ue è formata da due tipi di Stati membri: piccoli e molto piccoli, ha detto con una battuta l’ex vicepresidente. “Anche la Germania non ha niente da guadagnare in un‘Europa poco coesa. Il sentimento di ‘take back control’ che ha dato vita alla Brexit è comune a tutti. Questo perché i cittadini non si sentono più padroni del loro destino: dobbiamo restituirgli questa certezza e la capacità di sognare, cosa che i populisti stanno facendo attraverso un incubo. Il più bel regalo europeo, infatti, è la nostra identità”.

Per Timmermans quindi è fondamentale reinventare un patriottismo europeo che sia basato sull’amore per il proprio Paese, in contrapposizione al populismo basato sull’odio. “L’amore per l’Europa parte dall’amore per il proprio villaggio. Poi abbiamo bisogno di aumentare il livello di fiducia tra gli Stati membri e questo è compito dei politici nazionali”.

“Mi dispiace che ci si dimentichi così facilmente della nostra storia. Preferisco di gran lunga queste discussioni noiose attorno a un tavolo per decidere come gestire i finanziamenti alla guerra”, ha commentato il politico europeo, raccogliendo gli applausi del teatro.

Per l’immigrazione, ha risposto il Commissario alle sollecitazioni delle giornaliste sul palco, serve un approccio olistico e umanitario, con una componente di migrazione legale: “è sbagliato pensare che innalzare muri e odiare chi fugge dalla propria casa sia la soluzione. Spero che il nuovo governo italiano abbia idee costruttive su questo tema nel quale ha molta esperienza”.



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