Martedì, 31 Maggio 2016 - 12:53 Comunicato 1081

Approvato oggi dalla Giunta provinciale, su proposta degli assessori Sara Ferrari e Luca Zeni
Fondo di solidarietà per vittime di violenza: arriva il risarcimento danni morali

Con un provvedimento a doppia firma, degli assessori Luca Zeni e Sara Ferrari, oggi la Giunta provinciale ha approvato la nuova disciplina del fondo di solidarietà per le vittime di violenza, mediante la quale la Provincia interviene in favore delle vittime anticipando l'eventuale risarcimento del danno morale riconosciuto in loro favore con provvedimento dell'autorità giudiziaria. Le risorse messe a disposizione sono pari a 130.000 euro, suddivise in 30.000 per i mesi rimanenti del 2016, 50.000 per il 2017 e altrettanti per il 2018. Possono accedere al fondo non solo le donne vittime di violenza, ma anche uomini e minori se i reati rientrano nell'ambito della violenza domestica.

"Sono diversi i progetti che vedono la Provincia impegnata in prima fila nell'informazione,  sensibilizzazione e contrasto alla violenza di genere - spiega l'assessora Sara Ferrari - purtroppo i dati ci indicano che il fenomeno è diffuso anche nel nostro territorio, ma assistiamo ad un emergere dal silenzio perché le donne reagiscono di più in relazione alla consapevolezza dei servizi di assistenza messi a disposizione. Da parte pubblica dobbiamo concentrarci sulla prevenzione e sull'educazione di genere nelle scuole, per insegnare ai giovani a rapportarsi tra di loro con rispetto. E se in Trentino il lavorare assieme fra diversi enti e soggetti è una realtà, pensiamo al Comitato per la tutela delle donne vittime di violenza, c'è tuttavia lo spazio per fare anche qualcosa di più, come dimostra questa iniziativa".

Prevenzione dunque ma anche tutela con iniziative concrete per migliorare l'assistenza alla vittime: "Con il provvedimento adottato oggi è ora possibile anticipare una quota del risarcimento del danno morale stabilito dall'autorità giudiziaria - ricorda l'assessore Luca Zeni -. Inoltre dall'ottobre dello scorso anno le donne vittime di violenza possono accedere anche alle prestazioni sanitarie aggiuntive riconosciute dalla Provincia, rispetto a quelle del servizio sanitario nazionale, quali ad esempio quelle odontoiatriche. In futuro vorremmo poi sperimentare un modello innovativo di intervento multidisciplinare di presa in carico delle vittime, con l'obiettivo di migliorare ulteriormente l'azione a contrasto della violenza, sulla base dell'efficace esperienza anglosassone, conosciuta come Metodo Scotland".

Requisiti per l'accesso al fondo:

  • residenza in provincia di Trento (sia al momento della domanda sia alla data di commissione del fatto riconducibile ai reati considerati);
  • ICEF ≤ 0,40(per il calcolo è considerato nucleo fam. ai sensi di disciplina ICEF escluso il componente tenuto al risarcimento del danno).

Condizione per l'accesso al fondo:
Titolo esecutivo fondato su provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, non antecedente al 1° gennaio 2015, di condanna al risarcimento del danno morale, quantificato anche in forma provvisionale, per uno dei reati contemplati da:

  • comma 4-ter dell’articolo 76 del DPR 30 maggio 2002, n. 115 (maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, atti sessuale con minore, stalking, riduzione in schiavitù, prostituzione minorile, pornografia minorile, ecc.);
  • articoli 571 (abuso mezzi correzione), 575 nella forma tentata (omicidio), 582 escluso il comma 1 (lesione personale), 583 (lesione personale aggravata), 584 nella forma tentata (omicidio preterint.), 612 escluso il comma 1 (minaccia), del codice penale, consumato o tentato sul territorio italiano.

Uomini e minori vittime di violenza:
Possono accedere al fondosolo se i reati rientrano nell’ambito della violenza domesticaai sensi della Convenzione di Istanbul (l'art. 3 della Convenzione dà questa definizione di violenza domestica: tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all'interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l'autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima).

Misura dell’anticipazione e modalità di calcolo

  • quanto dovuto dall’obbligato a titolo di risarcimento del danno morale è anticipato nella misura del 30%.
  • è però stabilita una franchigia di € 3.000 e un’anticipazione massima di € 5.000.

Domanda
Può essere presentata a:

  • servizio politiche sociali;
  • sportelli periferici di informazione e assistenza al pubblico della Provincia.

Va allegato il provvedimento dell’autorità giudiziaria di riconoscimento del risarcimento del danno.
Può essere presentata un’unica domanda con riferimento al risarcimento danno per cui è richiesta l’anticipazione, anche se poi l’autorità giudiziaria ridetermina il risarcimento.
La domanda può essere presentata entro 5 anni dalla data di adozione del provvedimento dell’autorità giudiziaria.

La violenza di genere in Trentino
La legge provinciale 6 del 9 marzo 2010, "Interventi per la prevenzione della violenza di genere e per la tutela delle donne che ne sono vittime" ha posto le basi in Trentino per l'attivazione di una molteplicità di iniziative. Non appena approvata la legge da subito è stato costituito il Comitato per la tutela delle donne vittime di violenza, dal quale si è generata la Rete dei soggetti antiviolenza, grazie a una sinergia tra pubblico e privato che si va consolidando anno dopo anno. La raccolta di dati e informazioni avviata dal 2012 fra Provincia e Forze dell'Ordine, ha permesso di dar vita ad un sistema di rilevazione e di monitoraggio capillare delle denunce. Oggi questo sistema consente di ricavare indicazioni affidabili per sapere quali caratteristiche assume in Trentino il fenomeno della violenza di genere, come si evolve nel tempo, quali azioni sono più efficaci per contrastarlo e per dare assistenza alle vittime.
Le denunce in provincia di Trento, sporte da donne per reati ascrivibili ad episodi potenzialmente connessi a violenza di genere, sono state nel 2014 in totale 608 fra denunce presentate a Polizia di Stato e Carabinieri (542) e Polizia Locale e Procura; nel quadriennio 2011-2014 sono state in tutto 2301, in termini statistici una denuncia ogni 69 donne.
Nella metà delle denunce il presunto autore è una persona conosciuta dalla vittima, proviene dalla cerchia familiare, è il partner, attuale o passato, oppure da un altro familiare: si tratta del 54% delle denunce. Non è questa una novità: la relazione affettiva è anche l'ambito in cui si sperimenta il potere e la violenza ne è spesso l'espressione.
L'approvazione di nuove norme ha fatto aumentare la sensibilità e la non tolleranza verso alcuni comportamenti: è aumentato infatti il numero degli ammonimenti d'ufficio, il cui obiettivo è essenzialmente quello di "richiamare" l'autore della violenza e bloccare in questo modo una eventuale recidiva: dai 12 nel 2011 ai 137 nel 2014.
Per quanto riguarda i servizi residenziali (case rifugio e centri di prima accoglienza) e non residenziali, il trend è sostanzialmente stabile. I bambini accolti dai servizi residenziali nel 2014 sono stati 76, prevalentemente in età prescolare.

(at)


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