Nel corso della serata è stato illustrato il contributo del progetto alla comprensione degli eventi estremi nell’arco alpino. I partner scientifici, tra cui Eurac Research e la Technische Universitaet Muenchen, hanno analizzato gli andamenti dei più importanti indici che descrivono gli eventi meteo estremi e prodotto proiezioni per le tendenze future, in base a diversi scenari climatici. I risultati sono pubblicati e accessibili attraverso un web-gis (https://cct.eurac.edu/x-risk-cc ) dedicato ai tecnici, una piattaforma informativa che raccoglie anche tutta la documentazione scientifica di progetto.
Per il Trentino, l’attenzione si è concentrata sull’area pilota di Fiemme e Fassa, dove sono stati valutati gli impatti già osservati e quelli attesi per gli eventi composti di precipitazioni intense e vento forte, come Vaia. Le analisi mostrano una significativa riduzione dei tempi di ritorno di fenomeni analoghi, segnalando un aumento del rischio per il prossimo futuro.
Accanto all’attività scientifica, X-Risk-CC ha sviluppato un percorso partecipativo che ha coinvolto, per tre anni, gli operatori che nel 2018 furono chiamati a gestire l’emergenza Vaia. Il confronto tra i soggetti presenti sul territorio ha permesso di rielaborare l’esperienza passata, simulare un evento analogo potrebbe verificarsi nei prossimi decenni e individuare le misure necessarie per rafforzare la capacità di risposta. Molte di queste attività sono già in corso grazie al lavoro coordinato dei servizi provinciali, mentre altre guideranno la programmazione dei prossimi anni. Il lavoro svolto si è tradotto in un piano d’azione che contribuisca a indicare le direzioni prioritarie di lavoro per la Protezione civile trentina nei prossimi anni.




