Lunedì, 10 Giugno 2013 - 02:00 Comunicato 1711

Oggi il "Frutta day" alle Scuole Moggioli di Povo. Caso pomodorini: "Malesseri forse provocati dalla sovramaturazione del prodotto"
"FRUTTA NELLE SCUOLE", COINVOLTI 7 MILA ALUNNI DI 69 SCUOLE TRENTINE

L'abbondanza di alimenti che caratterizza il vivere del mondo occidentale non è sempre accompagnata da un'altrettanta capacità nell'assumerli in maniera corretta, equilibrata e consapevole. L'ipernutrizione e/o la scorretta alimentazione, associate ad una scarsa attività fisica, sono la causa di sovrappeso ed obesità anche nelle popolazioni giovanili. Un fenomeno preoccupante che interessa, anche se in percentuale minore, gli studenti trentini: tra gli 11enni presenti nelle scuole trentine abbiamo infatti il 12% delle femmine e il 17% dei maschi sovrappeso e obesi. È importante quindi che anche le Istituzioni si facciano carico del problema ed intervengano con campagne di sensibilizzazione mirate, proprio perché - come ha sottolineato oggi alla Scuola primaria Moggioli di Povo in occasione della chiusura della quarta edizione del Programma "Frutta nelle Scuole" l'assessore all'agricoltura, foreste, turismo e promozione Tiziano Mellarini - "la promozione della salute deve rientrare in una politica trasversale e diffusa, che veda un coinvolgimento di molteplici attori socialmente coinvolti a vari livelli".-

In questo senso il "Programma Frutta nelle Scuole", realizzato in diversi Paesi membri della Comunità Europea, e in Italia promosso e coordinato dal Ministero delle Politiche Agricole e dal Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, rappresenta sicuramente uno strumento valido ed importante per sensibilizzare gli studenti sull'importanza di adottare sani stili di vita, centrando in particolare il focus sull'alimentazione, e per diffondere una cultura legata alla promozione della salute. Fra gli elementi positivi che lo contraddistinguono vanno menzionati: l'elevato numero degli alunni coinvolti, il coinvolgimento degli insegnanti e delle famiglie, la durata nel tempo, la somministrazione diretta di quantitativi importanti di frutta e verdura di qualità.
Molte le scuole trentine che partecipano al Programma coinvolgendo un numero significativo di plessi scolastici degli Istituti Comprensivi. Gli alunni coinvolti nell'anno scolastico 2012/13 – il quarto anno del Programma Frutta nelle Scuole - sono stati 7000, appartenenti a 27 Istituti Comprensivi per un totale di 69 scuole coinvolte con 43 distribuzioni di frutta durante tutto l'anno scolastico. La frutta è stata distribuita alle scuole da un raggruppamento temporanea d'impresa denominato "Benessere a colori" in media 2 volte a settimana per un totale di 58 tonnellate di prodotti freschi. Gli alunni delle scuole aderenti all'iniziativa hanno ricevuto frutta e verdura di tutti i tipi a seconda della stagionalità: pere, arance, albicocche, carote, clementine, fragole, cachi, mandarini, mele, pomodori, pesche, susine, uva e ancora spremute d'arancia e centrifugati di mele.
A conclusione del Programma la Scuola Primaria Moggioli di Povo ha ospitato stamane il Frutta day, una giornata speciale condotta da animatori specializzati che hanno parlato ai più piccoli di educazione alimentare attraverso un percorso completo e multidisciplinare alla scoperta della frutta e dei suoi benefici. Tra le esperienze più stimolanti anche gli assaggi multisensoriali di mele, rigorosamente trentine, animati dai Servizi educativi del Museo di Scienze di Trento, le visite ad aziende agricole e fattorie didattiche che hanno coinvolto più di mille alunni, la consegna alle scuole di una piccola serra con l'occorrente per realizzare un orto didattico.
Tuttavia anche nelle scuole che non aderiscono al Programma viene fornita e consumata della frutta in occasione dei pasti o della ricreazione; l'obiettivo del Programma consiste nel cercare di incrementare sensibilmente tale comportamento virtuoso, ritenuto fondamentale per contrastare obesità e sovrappeso. Lodando l'iniziativa e dopo essersi intrattenuto con i giovanissimi alunni della Moggioli, Mellarini ha auspicato - anche a nome della collega assessore all'istruzione Marta Dalmaso - che il prossimo anno scolastico possa partecipare al progetto un numero ancora maggiore di scuole.
In merito invece ai malesseri accusati lo scorso 3 maggio da una trentina tra alunni e insegnanti del Collegio Arcivescovile di Rovereto dopo aver mangiato dei pomodorini, Tiziano Mellarini lo ha definito "un caso isolato, che non deve rappresentare motivo di abbandono del programma, ma uno stimolo per tutti i soggetti coinvolti nella sua gestione ad assicurare una migliore qualità dei prodotti ed un controllo più capillare lungo tutta la filiera: dall'azienda produttrice fino alla scuola.
Questo spiacevole incidente - ha spiegato l'assessore - assieme all'esperienza maturata nei primi quattro anni di realizzazione dell'iniziativa, fornisce degli spunti che inducono a riflettere sulla necessità di riproporre ai Ministeri coinvolti alcune modifiche e correzioni, al fine di apportare dei significativi miglioramenti ad un Programma già valido ed efficiente, in risposta ad un contesto scolastico molto avanzato e sensibile come quello riscontrato nel nostro territorio. In particolare, solo per citarne alcuni, favorire il consumo di prodotti locali e rendere maggiormente flessibile la possibilità di scelta delle tipologie di frutta e verdura e delle relative confezioni, in modo da tener conto delle esigenze espresse dalle famiglie e dalle scuole. L'amministrazione provinciale si è già attivata in questo senso e a breve formalizzerà le proprie istanze".
Nel merito del caso, la RTI Benessere a colori ha reso noto oggi che i referti ufficiali delle Asl di Padova e di Trento hanno confermato che l'esito delle analisi chimiche effettuate sul prodotto è negativo sia dal punto di vista chimico sia microbico. "Le analisi - ha spiegato Fausto Bertaiola, presidente del Consorzio Ortofrutticolo Padano, capofila per il Lotto 3 (province autonome di Trento e di Bolzano, Veneto e Friuli Venezia Giulia) del Progetto "Frutta nelle Scuole" - dimostrano che sul prodotto non sono state riscontrate contaminazioni né chimiche né batteriologiche e che, quindi, non c'è nessun tipo di responsabilità dei produttori. Volendo accertare come sono andati i fatti, abbiamo voluto interpellare un esperto, il professor Giacone, docente di Igiene e Tecnologia degli Alimenti all'Università degli Studi di Padova. Secondo l'esperto i disturbi intestinali potrebbero essere eventualmente collegabili allo stato di maturazione del prodotto, che ne ha aumentato l'acidità rendendo possibile un'eccessiva proliferazione di batteri lattici. Questo ultimi sono organismi naturali assolutamente innocui per l'essere umano, fanno parte della normale flora intestinale e sono presenti in molti alimenti, pensiamo ad esempio allo yogurt. Se assunti in quantitativi eccessivi possono causare qualche disturbo intestinale di lieve entità, come se mangiassimo qualche yogurt di troppo".

Immagini a cura dell'Ufficio stampa
Allegato: intervista audio a Mariangela Righetto, insegnante della Scuola Moggioli responsabile del Progetto "Frutta nelle Scuole" -