Mercoledì, 12 Dicembre 2012 - 02:00 Comunicato 3882

Molti stimoli e riflessioni nella mattinata al Seminario nazionale promosso dall'Iprase
FORMAZIONE PROFESSIONALE TRENTINA, UN SISTEMA MATURO APERTO A NUOVI SVILUPPI

"Sembra quasi stucchevole richiamare continuamente la bontà del nostro sistema in Trentino, ma quando parliamo di formazione professionale non possiamo non ricordare che in molte altre regioni la formazione professionale triennale va ancora a bando e che è proprio un miracolo che sia cresciuta nel resto d'Italia". Questo uno dei passaggi dell'intervento del presidente dell'Agenzia del Lavoro, Michele Colasanto, in mattinata, al Seminario nazionale sulla formazione professionale promosso dall'Iprase ed ancora in corso. "Il nostro è un sistema maturo e ben sviluppato", ha dichiarato l'assessore Marta Dalmaso in apertura, ma abbiamo voluto questo seminario di riflessione tra il "già" e il "non ancora" di questo sviluppo del sistema". Proseguono le relazioni e il confronto, prima delle conclusioni del Presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai.-

Il sistema di Istruzione e Formazione professionale (Iefp), che con il Decreto del Ministro dell'Istruzione Università e Ricerca di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche del lavoro dell'11 novembre 2011 ha visto il passaggio dalla fase sperimentale a quella ordinamentale, è oggi a pieno titolo uno dei componenti degli ordinamenti dell'Istruzione del secondo ciclo. Ha dunque tutte le carte in regola per la piena messa a regime e per lo sviluppo della filiera, che si completerà con il rinnovato sistema IFTS in fase avanzata di definizione.
Non è stato facile il lavoro nazionale di elaborazione degli standard minimi formativi e di descrizione delle competenze. Lo hanno "raccontato" nel dettaglio Olga Turrini, esperta di politiche formative, e Costanza Bettoni, dirigente del settore istruzione e formazione professionale presso Tecnostruttura delle Regioni per il Fondo Sociale Europeo. Percorso faticoso, quello nazionale, ma che ha ora una cornice normativa abbastanza "esauriente", a fronte di una realtà dello stivale molto variegata, con alcune regioni decisamente con una marcia in più ed altre che vanno ancora per conto proprio ed anni luce distanti dalle indicazioni che vengono dall'Europa, indicazioni decisamente innovative ma non ancora attuate ovunque.
Il Trentino – lo hanno richiamato tutti gli esperti nazionali – è stato apripista in nel settore con una scelta anche netta rispetto alla convivenza con l'istruzione professionale statale, ancora nelle nebbie quanto ad una identità precisa: da noi – lo ha ricordato in modo esplicito Michele Colasanto – in anti molto lontani è stata fatta la scelta dei centri di Formazione professionale dislocati sul territorio e, di recente con il riordino del secondo ciclo, il taglio deciso dell'istruzione professionale statale e la scelta della Formazione professionale come terza gamba del sistema.
Perché questa iniziativa, di cui si sentiva davvero il bisogno? L'assessore Dalmaso ha ricordato che "la Provincia di Trento ha da sempre creduto e investito sulla formazione professionale e sullo sviluppo delle competenze delle sue risorse umane, sia nelle fasi iniziali che lungo l'arco della vita. L'investimento sulla formazione professionale iniziale ha portato come risultato la presenza di un sistema che coinvolge il 23% degli studenti, che ha uno sviluppo verticale, che risponde a bisogni differenziati delle famiglie, delle imprese e del territorio, che ha anticipato lo schema nazionale, ci è stato riconosciuto come modello esemplare ed è entrato a testa alta nel sistema educativo provinciale. La Provincia esercita infatti da tempo pienamente la competenza anche in materia di istruzione. Tant'è che non esistono, in Trentino, gli Istituti Professionali, se non per gli indirizzi dei servizi socio-sanitari e di odontotecnico. Il complesso dell'offerta è chiaro, non dà adito a sovrapposizioni, ed è ben distribuito su territorio.
Dopo il consolidamento dei trienni, lo sviluppo dei quarti anni caratterizzati dal peso rilevante dell'alternanza, la scommessa sul sistema dell'alta formazione professionale, si può dire che abbiamo un sistema "maturo", collocato dentro il sistema nazionale, insieme con gli altri sistemi regionali, ciascuno con le sue peculiarità."
Oggi possiamo fare un primo bilancio positivo - ha proseguito l'assessore -, "del confronto con gli interlocutori nazionali, con le altre Regioni, anche con riferimento all'assetto che a livello nazionale ha visto passi importanti di cooperazione istituzionale per la messa a punto dell'impianto ordinamentale dell'Istruzione e formazione professionale nel contesto del secondo ciclo della secondaria. Al processo di costruzione di quegli elementi nazionali, concordati nei vari Accordi Stato-regioni, abbiamo contribuito anche noi, partecipando attivamente, a partire dalle sedi tecniche, a tali processi. Che non sono conclusi e che soprattutto vanno attuati con coerenza sui territori. Per questo, abbiamo voluto oggi proporre un momento di riflessione su come riempire di contenuti un assetto dell'Istruzione e Formazione professionale a regime, per poter affrontare al meglio le sfide che ci troviamo di fronte."
 Il "già fatto, però non basta, "oggi si impone un salto ulteriore. L' Europa è un riferimento importante e ci dice che occorrono processi formativi dinamici, flessibili e innovativi, che possano diventare veicolo di innovazione anche dei processi produttivi, ma che soprattutto devono consentire di fronteggiare una situazione di crisi che è oggi crisi occupazionale in un contesto di mancata crescita economica. Questo salto riguarda tutto il sistema dell'istruzione e della formazione professionale, ognuno deve fare la sua parte, in un rapporto con le famiglie da una parte e col sistema delle imprese e le loro rappresentanze, dall'altra, che non è solo di dialogo, ma di vero "coprotagonismo", nel rispetto dei ruoli di ciascuno, e con uno sguardo attento alle scelte complessive in ordine alle prospettive di sviluppo." E dopo aver fatto un primo bilancio dell'esperienza fin qui realizzata, l'assessore ha affermato che il salto ulteriore che deve fare ora il sistema dell'Istruzione e Formazione professionale trentina "ha bisogno di una strategia nella quale le risposte sempre più complesse alle quali esso è chiamato trovino soluzioni efficaci e che riguardano i giovani "che devono affrontare un mondo del lavoro nel quale crisi e incertezza non sembrano prospettive di breve durata, giovani dotati di apertura e capacità d'iniziativa, che vanno sostenuti nell'apertura a prospettive imprenditoriali e di lavoro autonomo."; le utenze disagiate, immigrati e non solo, che richiedono impostazioni pedagogiche improntate al successo formativo, ma anche forti dimensioni orientative e di supporto, che chiamano in causa spesso i servizi sociali; gli adulti che vogliono rientrare in formazione, che hanno diritto a sistemi in grado di riconoscere flessibilmente le competenze che hanno già, e che vanno incoraggiati a identificarle con consapevolezza, completarle e ad accrescerle ulteriormente. In tale prospettiva, i formatori assumono un ruolo determinante, che richiede forti investimenti sul loro aggiornamento: anche loro sono adulti in apprendimento permanente."
In apertura, il saluto di Beatrice de Gerloni, direttore dell'Iprase, l'introduzione della giornata da parte di Roberto Ceccato, dirigente del Servizio Istruzione del Dipartimento della conoscenza e l'analisi di base di Olga Turrini, che assieme a Michele Pellerey, a Michele Colasanto, Mauro Frisanco e Daniela Carlini, seguono praticamente dalle origini e sono riferimenti importanti per il sistema trentino della formazione professionale. Il Seminario è ancora in corso, con altri contributi di esperti esterni, presentazioni di esperienze e tavola rotonda, prima delle conclusioni. (mc)
 
 
 
FILMATO E FOTO A CURA DELL'UFFICIO STAMPA PAT -