Martedì, 08 Settembre 2015 - 02:00 Comunicato 2200

Le precisazioni della Provincia: "Attenzione a non confondere i parametri di valutazione"
FITOFARMACI: "AGRICOLTURA SEMPRE PIÙ SOSTENIBILE"

"E' proprio il caso di dirlo: un raffronto serio e scientificamente attendibile non compara mai mele con carote. E questo vale a maggior ragione parlando di fitofarmaci, un tema delicato perché certe rappresentazioni esagerate possono generare allarme". E' la prima di una serie di considerazioni dell'assessore Michele Dallapiccola che interviene così a seguito di alcune notizie di stampa relative all'utilizzo dei prodotti fitosanitari in agricoltura.
Assieme a Dallapiccola anche gli assessori Luca Zeni (salute) e Mauro Gilmozzi (ambiente) intendono fornire alcune precisazioni che riassumono l'impegno della Provincia autonoma di Trento per una costante diminuzione dell'utilizzo dei pesticidi in agricoltura o per l'utilizzo di prodotti meno dannosi per la salute, per l'ambiente e per le produzioni. Attenzione dunque a come si fanno i raffronti.-

Riguardo al citato rapporto ISPRA, che pone il Trentino al secondo posto, dopo il Veneto, nel consumo di fitofarmaci, va evidenziato che il dato viene riferito all'intera superficie agricola utilizzata: in Trentino l'incidenza della superficie coltivata a melo e vite - che richiedono appunto i trattamenti - è notevolmente più alta rispetto ad altre regioni. Questo può giustificare anche la notevole differenza con il dato della provincia di Bolzano, considerato che la SAU di quella provincia è composta da superfici a prato in percentuale molto maggiore rispetto alla provincia di Trento.
Venendo poi alle regole, si sta andando verso una tutela sempre più marcata. Ad esempio il 31 agosto scorso la Giunta provinciale ha proposto un aggiornamento delle linee guida in materia di utilizzo sostenibile di fitosanitari, che erano state approvate nel maggio 2010 in assenza di normativa nazionale; la revisione del documento è stata fatta alla luce dell'entrata in vigore di una normativa comunitaria e nazionale molto più dettagliata e maggiormente tutelante in termini di salute.
La proposta, che dovrà ora essere esaminata dal Consiglio delle Autonomie e dalla competente Commissione consiliare, rappresenta certamente un miglioramento della situazione precedente. Infatti da un lato si stabilisce uno standard di tutela vincolante e comune per tutto il territorio provinciale, dall'altro si garantisce ai Comuni, sulla base delle loro specifiche esigenze, la possibilità di stabilire ulteriori disposizioni, in conformità alla natura del loro territorio.
Da evidenziare anche il fatto che il gruppo di lavoro che ha curato la revisione tecnica del documento è composto dai rappresentanti del Dipartimento salute, del Dipartimento agricoltura, dell'APSS, che hanno seguito negli ultimi anni anche i lavori a livello nazionale nella formazione del PAN.
Questo documento riprende i contenuti del Piano nazionale, estendendo la definizione delle categorie, che il PAN cita in forma esemplificativa, e rafforzando la tutela anche nei confronti di ulteriori aree di tutela della salute di gruppi di popolazione vulnerabile (edifici privati, relative pertinenze, e piste ciclabili), tenuto conto delle peculiarità orografiche e delle specificità degli insediamenti urbani nei territori a vocazione agricola intensiva, proprie del territorio della provincia di Trento, al fine di tutelare la salute pubblica e al fine di comporre le esigenze di benessere e di qualità di vita per la popolazione residente con le esigenze connesse alle necessità produttive.
La deliberazione rappresenta una tutela minima vincolante per l'intero territorio provinciale e vuole offrire tutela alla popolazione anche nei casi in cui i comuni non abbiano adottato un proprio regolamento, tuttavia i comuni possono prevedere forme di protezione ulteriori in considerazione delle peculiarità del loro territorio.
Infine sul confronto con le analoghe disposizioni emanate dalla Regione del Veneto va rimarcata la notevole differenza fra le due realtà agricole e territoriali ma soprattutto che, prove tecniche alla mano, non si registrano variazioni significative della deriva passando dai 30 ai 50 metri. Si tratta in ogni caso di una linea guida alla quale avrebbero dovuto seguire i regolamenti comunali. Ad oggi pochi comuni della Regione Veneto hanno adottato tali disposizioni.
A completare il quadro anche un'altra iniziativa di cui si è data notizia. Sempre il 31 agosto scorso, la Giunta provinciale ha approvato infatti un accordo di programma che coinvolge anche Fondazione Edmund Mach e Associazione Consorziale Produttori Ortofrutticoli Trentina. Ricerca, controlli, formazione degli operatori agricoli e monitoraggio dei corsi d'acqua sono i temi sui quali verranno sviluppate specifiche iniziative mirate a ridurre ancora di più l'utilizzo dei fitofarmaci, ancorché ammessi dalle normative, con un'attenzione particolare al rispetto dell'ambiente, alla tutela della salute delle persone e della qualità dei prodotti.
Risale infine a qualche mese fa (febbraio 2015) l'apertura di due bandi per raccogliere nuove domande di aiuto, di cui uno riguarda la misura 121 Health Check "Atomizzatori a basso volume".
Con questo bando si vuole proseguire nell'azione di mitigazione dell'impatto conseguente all'impiego dei fitofarmaci in agricoltura. -