Giovedì, 11 Ottobre 2018 - 16:06 Comunicato 2395

Non solo numeri e risultati, ma anche principi e valori che diventano importanti nel passaggio da atleta a persona
Esiste un’etica dietro il record?

Ad anticipare l'apertura ufficiale del Festival dello Sport si è tenuto al centro sportivo di Borgo Valsugana un momento di approfondimento che ha visto protagonisti Damiano Tommasi, già dirigente sportivo e calciatore, Dino Ruta (professore di leadership e Sport Management, Sda Bocconi) e Andrea Zorzi, il "Zorro" della grande pallavolo nazionale ed internazionale. Tra i presenti anche Sergio Bettotti, dirigente del Dipartimento, Cultura, Turismo, Promozione e Sport della Provincia autonoma di Trento, Paola Mora presidente del Coni regionale e altri rappresentanti del mondo sportivo, dirigenti e presidenti di federazioni sportive e il presidente del Comitato Organizzatore dei Mondiali di sci alpino juniores Moena 2019. Presentata anche Trentino VR - Virtual Reality, l’applicazione di realtà virtuale per vivere in anteprima le esperienze offerte dal territorio trentino (https://www.trentinovr.com/). Una specie di “macchina del teletrasporto” per trasforma il proprio telefono in un televisore virtuale, offrendo emozioni ed un’amplificazione della realtà ..

Entrando nel merito delle conversazioni, Damiano Tommasi, già dirigente sportivo e calciatore, ha spiegato che “Dietro il record, quello che conta è il miglioramento costante giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, gara dopo gara, ma sempre con la certezza di aver dato tutto”. Citando esempi di sportivi nazionali ed internazionali ha ricordato che “una cosa sono le parole, un’altra sono i fatti. Il record, infatti, è prima di tutto cercare di superare i propri limiti. Questo è il percorso che ci fa crescere come persona ed anche questo è un record, anche se diverso dal risultato cronometrico o altro, ma pur sempre vincente. Questa regola vale per tutti: il creare una mentalità sportiva è ben diverso dall’essere sul podio, però è quello che ti serve anche nella vita una volta finiti gli allenamenti”. Oggi giorno i ragazzi hanno la possibilità di essere seguiti da allenatori, genitori, dirigenti e altri adulti che possono insegnare loro la passione e il rispetto di questo valore. E poi bisogna pensare che i record sono personali e per restare in Italia, il riferimento che cita Tommasi è quello di Federica Pellegrini, che dopo la sua terza Olimpiade a Londra nel 2012 aveva annunciato che si sarebbe allenata solo una volta al giorno. Tommasi ha detto: “In quel momento della sua vita quella scelta era per lei un record personale. Questo deve far riflettere: noi possiamo sempre scegliere come orientare il nostro record”.

“Per gestire team sportivi, data la dimensione economica dello sport, ormai è divenuto indispensabile rivolgersi a dirigenti e allenatori dotati di una forte formazione manageriale. Allo stesso modo, nelle aziende si ricorre sempre più a parallelismi con il mondo sportivo nella gestione delle risorse umane e per raggiungere determinati obiettivi. Partendo da queste considerazioni, Dino Ruta, professore di leadership e Sport Management, Sda Bocconi e autore di numerose pubblicazioni ha portato il suo contributo spiegando che ”al giorno d’oggi, la sfida principale per un dirigente dello sport è quella di ottimizzare le risorse, siano esse economiche, umane, tecnologiche o strutturali, bilanciando parametri di natura economica ad altri di natura etica e sociale. Senza dimenticare la trasmissione di quei valori intrinseci allo sport, come la lealtà, lo spirito di squadra, il rispetto e l’integrazione, agli atleti, alle società sportive, alle federazioni ma anche gli stessi tifosi ed appassionati. Un compito certo non facile e che richiede, soprattutto chi riveste un ruolo dirigenziale, un duro e costante allenamento. “Lo sport - ha evidenziato Ruta - ha una differenza fondamentale rispetto agli altri settori e per definizione ha una finalità educativa. Un manager deve saper captare questi valori e saperli trasmettere. Deve avere competenze manageriali e capacità di gestione di un impianto sportivo, ad esempio, essere in grado di parlare con un bambino ma anche con un campione o un genitore. Un dirigente, quindi, deve sapere generare valore economico ma anche principi educativi”.

Andrea Zorzi, che è stato uno dei più grandi giocatori della pallavolo nazionale ed internazionale e ha saputo diventare un personaggio non solamente grazie alle sue qualità di atleta ma anche a quelle di comunicatore, ha spiegato che leadership e followership sono due facce della stessa medaglia. Dall’alto della sua esperienza ha parlato dell’universo multiforme degli sport di squadra, e ha spiegato che nel volley, ad esempio, la collaborazione tra atleti non è una scelta, ma un obbligo. “La pallavolo è l’unico sport di squadra in cui per regolamento un atleta non può toccare due volte di seguito la palla. Il che lo rende uno sport nel quale la collaborazione diventa obbligatoria non a caso definito come sport difficile perché crea un’interdipendenza di valori. Una bella metafora in un mondo nel quale l’indivualismo rischia di diventare una patologia. Come cercare, quindi, di essere il miglior “follower” possibile? Nell’ambiente della pallavolo il ruolo di ciascuno è specificato, e lo è anche quello nei confronti degli allenatori, che tu sia d’accordo con le regole del gioco o meno. Per essere un buon giocatore devi sapere ascoltare profondamente la risposta e non voler a tutti i costi sentire la risposta che vorresti. "Zorro", così come veniva soprannominato, ha militato per tutta la carriera in Italia (nel 1991 ha vinto il premio della FIVB quale giocatore dell'anno) e si è ritirato a soli 33 anni dall'attività agonistica “perché – dice -  avevo perso la capacità di restare concentrato sulla pallavolo a ogni giorno della mia vita. Anche per fare l’allenatore ci vuole molto impegno e soprattutto la vedo come una missione, che io non avevo. Quindi ho scelto di rimane nell’ambiente sportivo si, ma di fare altre cose, come il giornalista, l’attore teatrale ed altre esperienze in altri mondi.

Prima del convegno è stata presentata anche Trentino VR - Virtual Reality, l’applicazione di realtà virtuale per vivere in anteprima le esperienze offerte dal territorio trentino (https://www.trentinovr.com/). Una specie di “macchina del teletrasporto” che  trasforma il proprio telefono in un televisore virtuale, offrendo emozioni ed un’amplificazione della realtà. Così è ad esempio possibile,fare trekking sulle Dolomiti, godere di squisiti pasti in alta quota, rilassarsi alle Terme ed in piscina, prendere parte a un giro in “Vespa” tra i vigneti  ad alta quota, rilassarsi alle Terme e in piscina, ammirare l’alba da un rifugio e provare sport come parapendio, snowboard, climbing, trekking, sup, canoa e molto altro…: tutto questo semplicemente scaricando un’app sul proprio telefonino!

La giornata di formazione per i dirigenti sportivi, organizzata da Trentino Sviluppo e dalla Provincia autonoma di Trento, ben si inserisce nella prima edizione del Festival dello Sport. E’ stata ospitata presso il centro sportivo di Borgo Valsugana, che è anche l'unico Centro federale territoriale della Figc in provincia di Trento, divenuto nel tempo polo di attrazione per molteplici attività e discipline sportive. La struttura, all’avanguardia sia dal punto di vista architettonico, sia dell’impiantistica, ospita ritiri per società sportive di alto livello l’ampia struttura ed è una vera e propria cittadella dello sport. Al suo interno ci sono un campo da calcio in erba e uno sintetico regolamentare, una pista di atletica a 6 corsie, campi da pallavolo e basket, una nuova piscina comunale da 25 metri coperta, una piscina esterna riscaldata, sala fitness, una sala conferenze, e un ostello sportivo con 14 stanze dotate di ogni comfort. per l’alloggio degli atleti e delle squadre. Interventi di saluto anche da parte del vicesindaco di Borgo Valsugana, e della presidente del Coni Paola Mora.



Immagini