A Levico Curcio è stato accolto da Alessandro Brunialti, presidente del Comitato provinciale della Croce rossa italiana, dal sindaco Gianni Beretta, dai vigili del fuoco volontari e dai carabinieri, nonché dai volontari della Croce rossa impegnati nell’accoglienza ai circa 40 utenti con patologie psichiatriche. A Baselga di Piné presenti il responsabile di Villa Anita Stefano Mattivi, la presidente della cooperativa C.a.s.a Maria Grazia Andreatta, il sindaco Alessandro Santuari, il vicesindaco Piero Morelli, l’assessore comunale alle politiche sociali Graziella Anesi, oltre ai pompieri, e ai militari dell’Arma e ai volontari. Hanno partecipato alle visite anche i dirigenti dei dipartimenti provinciali più direttamente coinvolti nei processi di accoglienza: protezione civile (Raffaele De Col) e salute (Giancarlo Ruscitti).
Tappa negli spazi della Croce Rossa e a Villa Anita assieme al presidente Fugatti e all’assessore Segnana. Il valore di una risposta di comunità
Emergenza Ucraina, Curcio in visita al sistema di accoglienza trentino a Levico e Piné
Dopo l’incontro a Trento è proseguita con un aggiornamento sul campo la trasferta del capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, per vedere da vicino l’impegno del Trentino nell’emergenza Ucraina. Il responsabile del Dipartimento statale è si è recato a Levico Terme e a Baselga di Piné, accompagnato dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti e dall’assessore provinciale alla Salute, Stefania Segnana, oltre che dai rappresentanti dei territori e delle strutture coinvolte. Una tappa rispettivamente negli spazi della Croce Rossa italiana, a Levico, dove hanno trovato alloggio una quarantina di persone particolarmente fragili trasportate in Trentino grazie al convoglio umanitario da Leopoli, e a seguire a Villa Anita di Piné, la struttura gestita dalla cooperativa “C.a.s.a” che accoglie attualmente 47 persone, in prevalenza mamme con bambini.
Curcio ha visitato le due sedi assieme al presidente della Provincia e all’assessore, parlando con gli operatori e volontari e toccando tutte le questioni che interessano l’ospitalità e il percorso degli ospiti nei territori di riferimento. Particolarmente apprezzato, come sottolineano il presidente Fugatti e l’assessore Segnana, “il valore di una risposta di solidarietà che coinvolge tutta la comunità trentina”. “È questa infatti una delle caratteristiche dell’impegno della Provincia autonoma di Trento e del Trentino nell’accogliere al meglio le persone che scappano dalla guerra. La capacità - prosegue Segnana - di mettere in campo un’azione condivisa, che vede assieme le istituzioni, i volontari, le tante associazioni presenti sui territori”.
Per il responsabile nazionale quanto visto rappresenta “lo sforzo della Provincia e del tessuto sociale trentino per dare sostegno alla popolazione ucraina, anche con un’attenzione particolare alle situazioni di maggiore fragilità”. “Abbiamo potuto vedere - afferma Curcio - un sistema capace di creare un clima positivo attorno alle persone accolte, con la presenza costante di mediatori e volontari e di una comunità che è vicina”.
Curcio ha visitato le due sedi assieme al presidente della Provincia e all’assessore, parlando con gli operatori e volontari e toccando tutte le questioni che interessano l’ospitalità e il percorso degli ospiti nei territori di riferimento. Particolarmente apprezzato, come sottolineano il presidente Fugatti e l’assessore Segnana, “il valore di una risposta di solidarietà che coinvolge tutta la comunità trentina”. “È questa infatti una delle caratteristiche dell’impegno della Provincia autonoma di Trento e del Trentino nell’accogliere al meglio le persone che scappano dalla guerra. La capacità - prosegue Segnana - di mettere in campo un’azione condivisa, che vede assieme le istituzioni, i volontari, le tante associazioni presenti sui territori”.
Per il responsabile nazionale quanto visto rappresenta “lo sforzo della Provincia e del tessuto sociale trentino per dare sostegno alla popolazione ucraina, anche con un’attenzione particolare alle situazioni di maggiore fragilità”. “Abbiamo potuto vedere - afferma Curcio - un sistema capace di creare un clima positivo attorno alle persone accolte, con la presenza costante di mediatori e volontari e di una comunità che è vicina”.