Domenica, 01 Giugno 2014 - 02:00 Comunicato 1343

EVITATA LA CATASTROFE, MA LA CRISI CONTINUA

Dopo due crisi molto gravi, quella finanziaria del 2008 – 2009 e quella dell'Euro, cosa è cambiato? Un libro, edito da Brioschi, risponde. Si tratta di "La globalizzazione dopo la crisi" curato da Giangiacomo Nardozzi e Francesco Silvia, due esperti economisti italiani il cui pensiero può essere riassunto così: "I problemi possono essere risolti nella prospettiva del bene comune". "La ricchezza – spiega Giangiacomo Nardozzi, professore di Economia Politica al Politecnico di Milano - deve essere ridistribuita. Per uscire dalla crisi si deve alimentare la domanda, vale a dire il potere di acquisto della popolazione".-

Sono tre i principali punti da analizzare dopo la crisi economica secondo Giangiacomo Nardozzi: "Il primo è che viviamo da più di cinque anni in un mondo che non dà tranquillità monetaria, il secondo è l'Europa, incapace di trovare una propria strada e il terzo è la ridistribuzione del reddito, nei paesi emergenti e in quelli avanzati". Ed è così che si iniziano a intravedere i veri germi della crisi, vale a dire la presenza di un sistema finanziario instabile nel suo insieme: "La banca centrale - spiega Roberto Tamborini, professore dell'Università di Trento - non fa la politica monetaria stampando la moneta o controllando la moneta, bensì controllando il tasso di interessi interbancari, con cui presume di comprendere il potere di acquisto reale. Nel 2007 – 2008, di fronte alla crisi, le banche centrali hanno abbassati i tassi di rifinanziamento. E cosa è successo a questo punto? Si è passati all'acquisto di azioni bancarie per dare liquidità alle banche e aggiustare i bilanci degli intermediari finanziari andando ad espandere le attività finanziarie ma senza avere un effetto diretto sul potere d'acquisto generale". E in questo modo sembra si sia evitata la catastrofe: "La crisi del 2008 - evidenzia Gianni Toniolo, Research professor di Economia alla Duke University - è stato modesta e non ha leso l'integrazione della globalizzazione mondiale, vale a dire la convergenza internazionale dei prezzi". Le caratteristiche però di questa crisi economico – finanziaria non sono semplici: "I banchieri d'oggi hanno pensato di agire meglio dei banchieri del '29 – puntualizza Fabrizio Saccomanni, già ministro dell'economia e delle finanze - eppure non sembra che questa sia stata la soluzione finale. Nemmeno le politiche monetarie riescono a riattivare il sistema. Il credito deve andare direttamente alle imprese e quindi ci vuole un'azione mirata delle banche che devono prendere la liquidità dalla Banca Centrale Europea (BCE) e ridistribuirla alle famiglie e alle aziende. Ecco, io credo che la BCE si stia preparando a un'azione di questo tipo". E su questo punto conclude Francesco Silva, professore di Economia applicata all'Università di Milano Bicocca: "Mario Draghi potrà inventare qualsiasi cosa, ma l'efficacia sarà limitata. La via maestra è quella degli investimenti privati".
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