Sabato, 29 Settembre 2012 - 02:00 Comunicato 2949

EDUCA - ORIENTAMENTO E IDENTITA': DA GRANDE FARÀ CIÒ CHE SARÀ

La costruzione dell'identità personale è un processo corale e continuo, nutrito regolarmente dalle relazioni interpersonali, dentro e fuori la scuola. La competenza degli individui è una dimensione fondamentale dell'identità, quindi insistere sull'incertezza del futuro significa privare i giovani di una delle fonti da cui trarre ispirazione. Non bisogna sottrarre loro modelli su cui proiettarsi. Vanno educati alla responsabilità e all'autonomia e incoraggiati a raggiungere un comportamento sociale maturo. Perché ciascuno da grande farà quello che sarà.-

Sono questi i messaggi principali emersi dall'incontro dedicato all'orientamento e all'identità, questa mattina a Palazzo Istruzione. Un incontro coinvolgente, che ha visto l'intervento di due ospiti entrambi legati per ragioni professionali al territorio trentino.
"Un tempo, orientare significava aiutare nella ricerca di percorsi professionali che si caratterizzavano come strade certe lineari e stabili. Oggi, l'obiettivo è fornire ai giovani gli strumenti per non smettere mai di imparare e per confrontarsi con l'incertezza, valorizzando la creatività e l'imprenditorialità" ha affermato la direttrice dell'IPRASE Beatrice de Gerloni, nel presentare gli ospiti Annamaria Ajello, docente di Psicologia dello Sviluppo e dell'Educazione, e Carlo Petracca, docente di didattica generale all'Università di Chieti e già ispettore e Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per l'Abruzzo.
"Per i giovani, il problema principale è quello di costruire un'identità che li caratterizzi, anche per prefigurarsi un progetto di vita personale. Tuttavia, l'identità non è solo un fatto personale ma è una costruzione corale alla quale concorrono molti fattori, come le opinioni di insegnanti e compagni di classe. I ragazzi spesso si riconoscono nelle caratteristiche che gli altri attribuiscono loro nel momento stesso in cui vengono espresse" ha spiegato la professoressa Ajello. "Gli adulti, nel generale disorientamento della società devono assumersi la responsabilità della cura degli adolescenti, prestando attenzione al rischio di un eccesso di protezione, a volte dettato dal loro personale bisogno di mantenere l'unico legame rimasto indissolubile oggi, quello tra genitori e figli. Infine, bisogna smettere di considerare l'autonomia e la responsabilità un tratto caratteriale. I ragazzi devono fare esperienza di autonomia fuori e dentro la scuola e la responsabilità è qualcosa che va attribuito".
"Cosa farà da grande?" per il professor Petracca, "le nostre azioni dipendono dal nostro essere. In un individuo dotato di equilibrio, severità, fiducia in sé stesso e negli altri, la dimensione del fare seguirà automaticamente. L'orientamento è un processo che ci accompagna dalla nascita ed è fondamentale nella costruzione della nostra identità, che non può prescindere dalla conoscenza di sé. Senza il riconoscimento della nostra peculiarità e delle nostre somiglianze con gli altri, non è possibile diventare adulti, che adottano comportamenti affiliativi, che si scambiano doni materiali e immateriali come il proprio tempo, che sanno regalare sorrisi di incoraggiamento e gioire dei successi altrui". Come affrontare la diversità, sia essa biologica, etnica o religiosa? "La richiesta di legittimazione dell'esistenza della diversità introduce il concetto di integrazione. Fate vivere ai vostri studenti il principio di prospettiva: osservando un fenomeno da diversi punti di vista, si vede la tolleranza. L'accettazione della diversità è una categoria mentale non una faccenda di cuore. Esistiamo solo in relazione agli altri" ha concluso il professor Petracca che ha ricordato i celebri versi del poeta inglese John Donne "Nessun uomo è un'Isola, intero in se stesso. Ogni uomo è un pezzo del Continente, una parte della Terra."

Service video a cura dell'ufficio Stampa della Provincia autonoma di Trento -