Sabato, 29 Settembre 2012 - 02:00 Comunicato 2951

EDUCA - NELL'INCERTEZZA IL GUSTO DI COMINCIARE

"Come far fronte all'incertezza? Con un nuovo gusto dell'inizio". Con questa affermazione Ivo Lizzola, professore di Pedagogia sociale e Pedagogia della marginalità all'Università di Bergamo, ha dato inizio al suo intervento-dialogo con i numerosi ragazzi di Officina Giovani.

Cristiano Conte, membro del Comitato organizzatore di Educa e moderatore dell'incontro, ha illustrato i risultati di un percorso-ricerca fatto dentro le realtà di tutta Italia (cooperative sociali, associazioni e gruppi informali) che fanno capo a Officina Giovani. Tanti gli spunti di riflessione emersi, dal concetto di desiderio, all'importanza del dialogo, al valore del gruppo. "Rispetto al desiderio c'è consapevolezza nei ragazzi dello scarto tra quello che c'è e quello che vorrebbero ci fosse – ha detto Conte - il desiderio è vissuto come qualcosa di non scontato". Dall'indagine è emerso il valore del dialogo, come produzione di sapere che crea presupposti per l'azione, ma anche la difficoltà dei ragazzi di comunicare con gli adulti.-

Il dialogo intergenerazionale va recuperato, secondo Lizzola, tenendo ben presente i limiti ed i compiti affidati a ciascuno degli interlocutori. "Gli adulti tradiscono quando non vogliono lasciar andare – ha affermato Lizzola. Devono imparare ad essere dei "passatori", dei testimoni. Devono trasmettere i loro saperi, accompagnare i figli verso la frontiera e poi lasciarli camminare da soli". Un compito non facile quando il futuro è incerto e nell'adulto prevale la naturale tendenza a proteggere, "perché sebbene la vostra generazione – ha detto Lizzola riferito ai ventenni presenti in sala – abbia vissuto tutta la sua biografia dentro il tempo dell'incertezza, non è detto che conosca gli strumenti migliori per trafficare in tale tempo". L'adulto può aiutare il giovane ad individuare quegli strumenti ed è anche per questo che il dialogo tra generazioni va, secondo Lizzola, sollecitato e mantenuto vivo, ma non solo quello, anche il confronto con i pari è importante. Nella ricerca presentata da Conte, il ragazzo sente di avere la possibilità di crescere nel gruppo, dove trova rispetto della propria specificità, e dove scopre il gusto dell'azione, il passaggio dal desiderio al progetto. "Il gruppo – ha concluso il pedagogista - fa crescere se non chiede l'appartenenza totale e diventa luogo dove le persone coltivano sé stesse e trovano un equilibrio tra i propri desideri e il lavoro portato avanti dal gruppo stesso".Gli appuntamenti di domani, domenica 30 settembre, Fra gli appuntamenti di domani alle 10.00 "A che gioco giochiamo?" (Aula Magna Palazzo Istruzione), seminario sul fenomeno di massa del gioco d'azzardo con analisi di dati, video, lettere e testimonianze dal vivo di ex giocatori e loro famigliari e "Se ti abbraccio non aver paura" (Palazzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto), presentazione dell'omonimo libro che racconta del viaggio attraverso l'America intrapreso dal padre, Franco Antonello, con suo figlio Andrea, autistico. Alle 14.30 "Fate il nostro gioco" (Auditorium Melotti), conferenza-spettacolo che attraverso l'esplorazione delle leggi matematiche smonta alcune delle più diffuse credenze sull'azzardo e alla stessa ora "La collina del vento" (Palazzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto), incontro con l'autore Carmine Abate, vincitore del Premio Campiello 2012. Alle 15.00 in Corso Bettini "Ho un sogno per mio figlio" (Corso Bettini), coinvolgente monologo con lo scrittore Roberto Gilardi che facendo sorridere e riflettere porta a galla contraddizioni, esasperazioni, ma anche l'appassionante responsabilità di crescere un figlio. La 5' edizione di EDUCA si chiuderà con musica, colori e balli a partire dalle 14.00 ai Giardini Perlasca e su Corso Bettini dove sarà anche l'incontro con le istituzioni e le organizzazioni delle regioni d'Italia che ospiteranno EDUCA 2013.

Service video a cura dell'ufficio Stampa della Provincia autonoma di Trento -