Domenica, 30 Settembre 2012 - 02:00 Comunicato 2957

EDUCA - MAESTRI DA RISCOPRIRE

Giorgio La Pira e Maria Montessori sono stati i primi due protagonisti del progetto pluriennale di EDUCA dedicato alla riscoperta delle grandi figure che hanno segnato il mondo dell'educazione. Nel loro pensiero elementi che potrebbero aiutare anche oggi ad innovare e migliorare politica e scuola.-

"Cosa farà da grande EDUCA?". "Si metterà in viaggio - ha detto ieri sera Michele Odorizzi, presidente di EDUCA - accettando la sfida di rimettere l'educazione al centro dell'attenzione politica e sociale anche in altri territori. La speranza è quella di trovare la passione e la partecipazione che registriamo qui a Rovereto dove, secondo quanto rilevato da una ricerca sul popolo di EDUCA realizzata lo scorso anno dall'Università, giungono ogni anno persone da tutta la provincia e dalle regioni limitrofe. Volevamo portare con noi nella valigia un dono da consegnare alle comunità che incontreremo e il nostro caro amico, il filosofo Roberto Mancini, ci ha aiutato ad elaborare il progetto pluriennale sui "Maestri dell'educazione": un modo per riscoprire chi ha saputo trovare inedite chiavi di lettura del mondo, modi di guardare la realtà e costruire il futuro che ci possono aiutare ancor oggi".
"Nel passato ci sono le tracce del futuro - ha spiegato Roberto Mancini docente all'Università di Macerata e all'Università della Svizzera italiana - "nella vita quotidiana ci sostiene l'idea di sentirci nel solco di storie vive che possiamo continuare a portare avanti con la nostra originalità".
Sono stati due gli elementi fondamentali nella scelta dei maestri da riscoprire: il primo è che l'educazione non coincide con l'addestramento e non interessa solo la prima fase della vita; il secondo è che l'educazione non riguarda solo i singoli individui ma la comunità umana nel suo insieme.
A Paola Nicolini, docente di psicologia dello sviluppo dell'Università di Macerata, è stato affidato il compito di rappresentare la storia di Maria Montessori, pedagogista più apprezzata all'estero che in Italia. Dopo essersi laureata in medicina Montessori elabora, lavorando con bambini portatori di disagi psichici, il metodo della pedagogia scientifica che le fa guadagnare la fama internazionale.
Per Montessori, ha spiegato la professoressa Nicolini, il centro dell'educazione è il bambino libero, "un pensiero rivoluzionario se si pensa che la psicologia che stava nascendo in quegli stessi anni elaborava paradigmi comportamentali basati sull'addestramento".
La pedagogia scientifica pensava ad una scuola in cui il bambino era il polo centrale e la maestra era "umile"; un'impostazione quindi diversa dal comune paradigma trasmissivo per cui un buon maestro può formare un buon bambino come se questo fosse un guscio vuoto da riempire. Per Montessori il maestro non trasmette conoscenza, ma dirige e struttura le potenzialità dei bambini.
A loro devono essere dati materiali ed occasioni in cui la scoperta dell'errore non è mediato da adulto, ma rilevato dal bambino stesso.
Il pensiero di Maria Montessori applicato ancora in molte scuole, ad esempio negli Stati Uniti, è molto attuale, basti pensare che lei sosteneva "niente programmi, né esami" e di pianificazione e valutazione si continua a discutere ancor oggi.
Certo ci sono anche dei limiti nella sua visione come la mancanza dell'educazione tra pari.
Massimo Toschi professore di filosofia ed esperto di cooperazione internazionale ha presentato invece Giorgio La Pira. "Può sembrare strano pensare ad un politico come a una figura da ricordare nell'ambito dell'educazione, ma don Milani ha scritto che un maestro deve essere, per quanto può, profeta scrutare i segni dei tempi, vedere il futuro negli occhi dei ragazzi e nei loro desideri profondi. In questo senso La Pira è stato un grande maestro; per tutta la sua vita ha guardato lontano anticipando i tempi: già nel '39 colse, opponendovisi, la portata devastante del nazismo, il valore del lavoro e della solidarietà temi che portò nell'assemblea costituente dove fu uno degli estensori dell'articolo 1. Ma fu profeta anche rispetto alle questioni del Medioriente, della guerra fredda tra est e ovest, del rischio della devastazione nucleare". "Come sindaco di Firenze - ha ricordato poi Toschi - ebbe l'intelligenza di capire che le città non erano aggregati da regolamentare, ma comunità in cui vivevano e avevano diritti i poveri e non solo i ricchi, i deboli e non solo i forti. Nel capoluogo toscano La Pira ha segnato il modo di pensare una comunità come percorso educativo collettivo per vivere nella pace e nella giustizia". In comune Montessori e La Pira hanno il fatto di aver maturato il loro pensiero e la visione del mondo a partire dai più deboli, da chi vive ai margini: per la pedagogista determinante fu il lavoro con i bambini malati, per il politico la sua vicinanza ai poveri.
Roberto Mancini, poi, ha chiesto ai due esperti come il pensiero di questi maestri possa essere oggi d'aiuto, dare speranza in un momento di crisi che non sembra lasciare spiragli.
"La Pira - ha detto Toschi - è sempre stato un maestro di verità, oggi chiederebbe ai politici ma anche agli uomini di Chiesa che praticano la politica di riconoscere i propri errori: non tutto è avvenuto per caso, non è vero che la crisi non ha né padri nè madri, al contrario ha nomi e cognomi. Per superare la devastazione attuale non basta un ricambio generazionale, serve un ricambio morale". Anche nel pensiero montessoriano - ha affermato Nicolini - ci sono elementi di estrema attualità e di grande utilità: la libertà nelle scelte dei bambini è centrale rispetto al tema della valutazione su cui negli ultimi anni si sono fatti enormi passi indietro; ma anche l'esercizio del silenzio rispetto all'iperstimolazione cui sono sottoposti oggi i più piccoli. E ancora quelle che la Montessori chiama con un termine ottocentesco "buone maniere", che altro non sono se non le regole che ci consentono di vivere armoniosamente con gli altri.

Service video a cura dell'ufficio Stampa della Provincia autonoma di Trento -