Sabato, 29 Settembre 2012 - 02:00 Comunicato 2953

EDUCA - DAL GRUPPO ALLA BANDA: L'EMERGENZA È SOLO QUELLA EDUCATIVA

Nessuna emergenza delinquenziale sul nostro territorio. Lo dice un'indagine condotta all'IPRASE. L'emergenza è educativa: non ci sono organizzazioni delinquenziali giovanili, la criminalità si assesta sui dati nazionali. Difficoltà comunicative tra giovani e adulti.

È la ricercatrice IPRASE Arianna Bazzanella ad introdurre l'indagine, "iniziata nell'agosto di due anni, con l'obiettivo di fornire un quadro generale della situazione sul territorio trentino, in seguito al crescente allarmismo sulle baby gang nel nostro paese". La ricerca esplorativa si è concentrata sui ragazzi della scuola media e del biennio delle superiori e si è svolta attraverso interviste a testimoni della realtà giovanile, con questionari a dirigenti scolastici e a direttori di centri di formazione professionale, ad educatori e alle forze dell'ordine. L'indagine si è realizzata anche con focus group con studenti, docenti e genitori. I ricercatori hanno proceduto anche ad un'analisi accurata delle denunce pervenute alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Trento.-

La criminalità giovanile in provincia di Trento si assesta sui dati nazionali. Su tremila fascicoli penali aperti, solo 27 si sono risolti con una misura cautelare e per 947 è stato disposto il rinvio a giudizio, per tutti gli altri c'è stata l'archiviazione. A commettere reati sono in maggioranza maschi (tra gli under 14 anni, le ragazze sono il 32%), nati in Italia (il 31% è nato all'estero, dato non trascurabile rispetto al peso che gli stranieri hanno in Trentino); un terzo di chi commette reato è 17enne (i più giovani delinquono meno). Risulta assente il pendolarismo criminale minorile. In ordine di frequenza, i reati compiuti sono quelli contro il patrimonio, l'incolumità personale e il furto semplice e aggravato. Risulta sfatato il mito dello spaccio di stupefacenti (il 3% del totale). Il furto è il reato più frequenti tra under 14; i reati contro patrimonio diminuiscono con l'età del minore ma aumentano quelli connessi alla dimensione violenta – lesioni volontarie e percosse e minacce. I reati di danneggiamento o di imbrattamento vedono gli italiani in prima fila (11,5%, contro il 5% di stranieri). La criminalità di gruppo in Trentino è fenomeno circoscritto: solo una denuncia su dieci riguarda un reato compiuto da una badna formato da più di tre individui. I termini usati dai dirigenti scolastici per descrivere quelle che definiscono "fisiologiche espressioni di bisogni legati all'età" sono "insofferenza, prevaricazione, prepotenza, bullismo". Parlano di "nuove modalità di espressione della trasgressione e di moderne motivazioni per trasgredire". Emerge una maggior fragilità identitaria rispetto alle generazioni passate dovuta ai mutamenti della struttura sociale e famigliare. L'obiettivo dei focus group è stato quello di analizzare la rappresentazione della violenza giovanile negli adulti, e nei genitori in particolare, e di ricostruire i processi attraverso cui i gruppi si costituiscono fuori e dentro scuola, e in alcuni casi delinquono. "Non ci siamo imbattuti in un'emergenza delinquenziale giovanile quanto piuttosto in un'emergenza educativa" ha spiegato Gustavo Pietropolli Charmet, docente della Bicocca di Milano e responsabile scientifico del progetto. "Volevamo valutare la consistenza di una eventuale emergenza nei comportamenti violenti dei giovani trentini e dai dati non emergono aggregazioni di giovani individui risentiti verso l'assenza di un futuro che finiscono per darsi la configurazione di bande. Nelle interviste non abbiamo rilevato nessuna eco né di paura verso le bande né di fascino per esse da parte di chi pensa di poterne ricavare protezione e rispetto dei pari. La banda svolge azioni spesso visibili, è alla costante ricerca del nemico, quindi intorno ad essa il territorio si popola di persone vittime di essa. Nulla di tuto questi è emerso". Il professore ha descritto il quadro che emerso dai primi dati: "I precoci ragazzini di oggi si sdraiano nella vita di gruppo e si gettano per noia, tristezza e solitudine personale nei forti legami tra pari. E' naturale. La novità sta nella difficoltà comunicativa tra giovani e adulti. I ragazzi hanno introdotto tali novità nell'interpretazione del loro processo di crescita, hanno nuovi modi di stare in classe, di stare in coppia, in gruppo, un rapporto col denaro, il sesso, la società che le vecchie generazioni non capiscono. Hanno inconsapevolmente modificato il processo di crescita cui gli adulti erano abituati. C'è un'emergenza educativa in atto, un ritardo da parte di scuola e famiglia, di cui gli adulti sono consapevoli, come testimonia il proliferare di scuole per genitori con proposte commuoventi nella loro stupidità. Infine,è da rilevare una sofferenza nella relazione tra madre e figlio. Le mamme sono solissime. A volte, si fa vivo il papà. In questo Paese dovrà crescere la cultura dell'adolescenza come è già stato in passato per la cultura dell' infanzia."

Service video a cura dell'ufficio Stampa della Provincia autonoma di Trento

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