Venerdì, 28 Settembre 2012 - 02:00 Comunicato 2921

EDUCA - DA SOGNO AD OBIETTIVO

Tutti hanno bisogno di orientamento, pochi lo praticano e sono ancora scarse le competenze, ma in cantiere sono molti i progetti e le sperimentazioni a livello nazionale e locale. Questo il quadro che emerge dal seminario che ha aperto ieri pomeriggio la 5' edizione di EDUCA, la manifestazione nazionale sull'educazione che fino a domenica porterà a Rovereto oltre 90 relatori che in più 100 appuntamenti parleranno del futuro dei giovani-

Viviamo in un'era in cui è difficile per i giovani immaginare un percorso progettuale di vita lineare, dove si intrecciano scelte personali e lavorative, ha affermato Anna Grimaldi - responsabile dell'Area Politiche per l'orientamento dell'Isfol (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori) - al seminario Modelli di Orientamento che ha aperto la 5'edizione di EDUCA, la manifestazione nazionale sull'educazione che per 3 giorni a Rovereto si interrogherà sul futuro dei giovani. Se chiediamo ai nostri giovani di dirci quali sono le loro competenze, non le sanno. I ragazzi non si conoscono. La scuola deve educare alla scelta condividendo una definizione di orientamento per metterli nella condizione di trasformare i loro sogni in progetti operativi affinché diventino realtà. Una capacità che ad oggi non hanno. L'orientamento ha una finalità maturativa.
Ma anche gli adulti devono avere le giuste competenze per accompagnare gli studenti verso il futuro, competenze su cui certamente gli insegnanti devono lavorare. Tuttavia il ruolo della scuola non è esaustivo, tutti devono fare la propria parte, anche i genitori ha affermato Marta Dalmaso, assessore all'Istruzione della provincia di Trento. Secondo Giovanna Sirotti, assessore alla formazione ed al patrimonio civico dei saperi del comune di Rovereto l'orientamento deve entrare a far parte dei programmi didattici a 360 gradi e non solo con l'aspetto informativo. Deve essere finalizzato a sostenere gli studenti nella conoscenza dei propri limiti e dei propri talenti, anche per limitare gli abbandoni scolastici.
Ecco perché ha replicato la Grimaldi - è fondamentale lavorare precocemente: dobbiamo fare in modo che i ragazzi acquisiscano capacità e competenze per potersi ri-orientare strada facendo. È una capacità che tutti noi adulti compresi dovremmo avere perché in qualsiasi momento della vita può sorgere il bisogno di riprogettarsi ed è quindi necessario essere in grado di fare un bilancio delle proprie competenze per capire quali talenti sfruttare e in quale ambito. Secondo l'esperta il problema nel nostro Paese è l'enorme frammentazione delle attività di orientamento ed una conseguente dispersione di competenze. Sono molti i soggetti che lo erogano: dalle scuole alle agenzie del lavoro a quelle di formazione, ma mancano obiettivi e strumenti condivisi. Chi fa orientamento di preciso nessuno lo sa. Non esiste un archivio generale di strutture che in Italia se ne occupano e dal momento che la conoscenza del contesto è il primo passo per poter progettare degli interventi, l'ISFOL ha deciso di avviare un progetto triennale per la messa a punto di un panorama sullo stato attuale dell' orientamento in Italia, sia dal punto di vista della domanda che dell' offerta. Delle 25.000 strutture che abbiamo sentito, 18.000 offrono percorsi di orientamento (consultabili on-line sul sito dell'ISFOL). Per quanto riguarda le scuole, abbiamo riscontrato un alto interesse, ma manca personale specializzato: gli insegnanti stessi lamentano che si improvvisano orientatori sulla base di quello che leggono o sentono. In secondo luogo manca l'integrazione con il territorio: spesso, ad esempio, chi si occupa di orientamento non conosce gli ambiti di lavoro in cui gli studenti potrebbero avere più sbocchi.
Sul versante della domanda, l'ISFOL ha rilevato che il 90% degli studenti conosce le attività di orientamento (dato molto positivo se confrontato con quello rilevato solo pochi anni fa), ma sostiene di non averne bisogno: fanno le proprie scelte sulla base di canali informali: famiglia, internet,amici.
Manca un progetto integrato, a livello nazionale, fra scuole secondarie, università, servizi per il lavoro ha sottolineato Anna Grimaldi. Gli unici momenti di partecipazione condivisa (che è comunque differente da una vera e propria integrazione) sono quelli pubblici, come ad esempio le fiere dedicate all' orientamento scolastico o lavorativo.
E la modellizzazione di un sistema organico di orientamento in Trentino è proprio uno degli obiettivi del progetto biennale di IPRASE presentato da Francesco Pisanu, ricercatore dell'istituto. Finora abbiamo rilevato che la situazione in provincia è positiva per quanto riguarda l'abbandono scolastico, l'integrazione, la transizione scuola-lavoro e le strutture di orientamento. Termineremo il progetto in primavera, ma per ora possiamo dire che ogni scuola 77 quelle monitorate dedica all' orientamento 65 ore in media all'anno per un monte ore complessivo di 3800. Tra i modelli possibili (formativo, informativo, counseling e misto) quello più utilizzato è quello formativo, anche se la maggior parte preferisce quello informativo.
Secondo Francesco Pavani, professore alla facoltà di Scienze cognitive dell'Università di Trento nell' orientamento è fondamentale la parte laboratoriale. Comprendere le proprie capacità è complicato, ecco perché dobbiamo mettere le persone di fronte a tante piccole esperienze per capire l'ambito di lavoro su cui sviluppare poi il proprio percorso di vita. Negli ultimi anni l'università di Trento si è concentrata molto su questo fronte, creando diverse occasioni di incontro fra scuole e università: gli studenti degli Istituti superiori, ad esempio, possono entrare nelle diverse facoltà per capire il linguaggio che più sentono proprio: quello fisico piuttosto che filosofico o economico.
Il seminario si è concluso con le esperienze adottate da altri territori, come quella veneta presentata da Silvia Baldo - psicologa del lavoro che cura l'assistenza tecnica alla programmazione alla valutazione delle attività di orientamento della regione dove è stata strutturata una vera e propria rete di orientamento, affinché ogni persona possa averne accesso cogliendo le opportunità che il territorio offre. A Bolzano, invece ha spiegato Renzo Roncat, direttore della Ripartizione 17 Intendenza scolastica della provincia di Bolzano stiamo investendo su una stretta collaborazione tra imprese e mondo della formazione per fare in modo che i ragazzi attraverso stage, tirocini e alternanza scuola/lavoro abbiano l'opportunità di provare, sperimentare e conoscere concretamente cosa siano le varie professioni.

Gli appuntamenti di oggi, venerdì 28 settembre:
Fra gli appuntamenti di oggi: la mattina alle 10.00 il seminario "Alternanza scuola/lavoro" (alla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto) con la presentazione di una ricerca nazionale sulla metodologia che alterna esperienze formative e occupazionali. Alle 11.30 "Giovani che fanno impresa" (al Liceo Arcivescovile) esperienze di giovani da tutta Italia: dai ragazzi del Rione Sanità di Napoli ai nuovi professionisti scoperti da The Hub di Rovereto. Alle 17.00 "Mafia: non eroi, ma cittadini" (a Palazzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto) seminario con Enzo Ciconte, uno dei massimi esperti di 'ndrangheta in Italia e alla stessa ora "Tracce di desiderio" (Aula Magna Palazzo Istruzione) con le riflessioni emerse dal percorso annuale Officina Famiglie. La sera all'Auditorium Melotti lo spettacolo "Orizzonti nelle mani", suggestiva rappresentazione - un po' film, un po' concerto, un po' teatro - del mondo dei giovani e dell'artigianato.

In allegato l'intervista audio all'assessore Dalmaso.
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