Domenica, 30 Settembre 2012 - 02:00 Comunicato 2958

EDUCA - A CHE GIOCO GIOCHIAMO?

Oggi a Rovereto si parla di gioco d'azzardo. Questa mattina i dati del fenomeno che vede il nostro Paese in testa per la spesa pro-capite.-

Il gioco d'azzardo rappresenta la terza industria in Italia. Preceduta solo da Enel e Eni. 4 anni fa era la quinta. Un fatto chiaro. Un numero concreto della continua crescita di questo fenomeno che continua ad avere un trend di crescita positivo. Se ne è parlato questa mattina a EDUCA nel seminario "A che gioco giochiamo?". "Il 2011 si è chiuso con 79,9 miliardi di fatturato e entrate fiscali costanti dal 2004 al 2007. Mentre altri Paesi come Francia e Spagna, culturalmente vicini a noi, hanno capito che era necessario porre un freno, l'Italia ha cavalcato questo fenomeno continuando a fare cassa." – ha spiegato Stefano Bertoldi, fondatore dell'associazione AMA (Autuo Mutuo Aiuto) di Trento ed esperto di problematiche legate alle nuove dipendenze. "Basti pensare che il 5% del PIL del nostro Paese deriva dal gioco d'azzardo e che l'anno scorso gli italiani si sono giocati 80 MILIONI DI EURO fra lotto, schedine, gratta e vinci, slot machine, video poker e video lottery – ha affermato Alberto Faustini, direttore dei quotidiani Alto Adige e Trentino. Sono questi i due giornali ad aver portato all'attenzione dei lettori la delicata questione della dipendenza da gioco. Attraverso, anche, una raccolta firme a favore della petizione contro il Gioco d'Azzardo sottoscritta in Trentino da diverse organizzazioni sia pubbliche che private.
"Il gioco d'azzardo – ha spiegato ancora Stefano Bertoldi - è un comportamento che offre la speranza di poter cambiare la propria vita con poca fatica e (apparentemente) poca spesa: con una casa nuova o l'agritur in Toscana. A giocare è chi per lo più chi ha già scarse possibilità economiche, chi non ha un lavoro o i pensionati". Secondo una ricerca dell'Istat, ai giorni in cui viene erogata la pensione corrisponde un'impennata di acquisto di "Gratta e vinci" o schedine, mentre alla fine del mese corrisponde una forte limitazione del consumo dei beni di prima necessità.
"Io ho giocato del mio, ma conosco molte altre persone che per poter avere denaro da giocare fanno mutui in banca" – ha raccontato Renato, ex giocatore d'azzardo. "Ho giocato per 3 anni e ne ho impiegati altri 3 per smettere. Ormai non gioco più da molti anni ed anzi ora seguo come facilitatore il gruppo di autuo mutuo aiuto aperto a Rovereto A mio parere bisognerebbe fare in modo di impedire davvero ai minorenni di giocare. Come succede quando per ritirare le sigarette all'automatico devi presentare la tessera sanitaria."
"Nella spesa pro-capite l'Italia detiene il triste primato mondiale: nel 2010 ogni italiano – neonati e ultracentenari compresi - si è giocato mille euro, nel 2009 la spesa era leggermente inferiore (906 euro) e la previsione per il 2011 è di 1500 euro a testa. Le regioni che spendono maggiormente sono Sicilia, Campania e Sardegna – ha affermato Stefano Bertoldi. A livello mondiale nel 2009 il mercato regolamentato dei giochi ha registrato complessivamente 335 miliardi di dollari, di cui Europa e nord America rappresentano ognuna circa un terzo del totale.
Secondo l'esperto il gioco di per sé non è sbagliato, se ha delle regole, se è educativo, se si mantiene separato dalla realtà. Contrariamente, quando diventa patologico i costi sociali sono altissimi, a partire dalla rete famigliare che si sfalda, ma anche allo sconfinamento nel giro di usura, ai danni fisici dovuti allo stress, fino al rischio di commettere reati per poter giocare. A questi si aggiungono poi i costi pubblici per le spese relative ai controlli e alle spese sanitarie.
"Anche il Comune di Rovereto ha avviato una serie di iniziative per contenere il problema del gioco d'azzardo – ha spiegato Fabrizio Gerola, assessore ai Servizi alla persona e politiche familiari - sia sul fronte della promozione e sensibilizzazione che su quello della formazione soprattutto per le scuole. In collaborazione con AMA, abbiamo aperto un gruppo di autuo mutuo aiuto che registra già 22 persone iscritte. Inoltre abbiamo applicato la regolamentazione per cui non saranno installate nuove sale gioco nel raggio di 300 metri da luoghi sensibili come gli istituti scolastici.
L'approccio deve essere quello della responsabilità collettiva – ha spiegato Luisa Filippi, assessore alla contemporaneità del Comune di Rovereto. Ecco perché abbiamo promosso nelle scuole un progetto che prevede incontri pubblici – come questo realizzato con EDUCA - e percorsi formativi per classi scolastiche che saranno poi coinvolte anche nella realizzazione di uno spot-progresso da proporre alla comunità."
Alle 14.00 all'Auditorium Melotti "Fate il nostro gioco", la conferenza-spettacolo nata da un "progetto di divulgazione della matematica nel tentativo di illustrare ciò che non si spiega a scuola – come ha detto Paolo Canova, il matematico che insieme al fisico Diego Rizzuto l'ha realizzata. "In fondo il gioco d'azzardo altro non è che un'applicazione della matematica."

Service video a cura dell'ufficio Stampa della Provincia autonoma di Trento -