Sabato, 02 Giugno 2012 - 02:00 Comunicato 1572

Noreena Hertz e Alberto Bisin al Teatro Sociale di Trento per dialogare di coop capitalism
"È FINITA L'EPOCA IN CUI C'ERA IL RISPETTO RELIGIOSO DEL MERCATO"

"Chi di voi ritiene che le vostre vite siano migliori di quelle dei vostri genitori? E chi di voi pensa che la vita dei vostri figli sarà migliore della vostra?". Con queste due domande provocatorie rivolte al pubblico del Teatro Sociale, Noreena Hertz ha iniziato il suo intervento su "Giovani, crisi e coop capitalism" nell'ambito della settima edizione del Festival dell'Economia di Trento. Con Hertz, che è direttrice del Cibam e fellow dell'Università di Cambridge nonché consulente di molte multinazionali e organizzazioni, vi era Alberto Bisin, professore di Economia alla New York University e fellow di alcuni fra i principali istituti di economia internazionali. A mediare i "Dialoghi", appuntamento promosso dalla Federazione Trentina della Cooperazione, Luca Rigoni, giornalista Mediaset.-

Scontata la risposta del pubblico alle due questioni poste da Noreena Hertz: se quasi tutti hanno alzato le mani alla prima domanda, quasi nessuno lo ha fatto per la seconda. "Abbiamo pochi ottimisti fra di voi - ha commentato Hertz - ma in generale il quadro è piuttosto deprimente visto che questa è la risposta che ottengo praticamente ovunque. Ci sentiamo così perché c'è mancanza di speranza, non è solo a causa della recessione, c'è qualcosa di più profondo. Qualcosa che è legato al sistema di capitalismo che ci ha guidato negli ultimi 30 anni".
In sostanza, per Noreena Hertz: "È passata l'epoca in cui si credeva che il mercato si regolasse da solo, in cui c'era quasi un rispetto religioso del mercato, come meccanismo che potesse garantire uguaglianza, giustizia, libertà. Così non è stato, dopo 30 anni di questo esperimento i paesi che hanno adottato questi meccanismi sono diventati più diseguali. Oggi in Italia, il Paese forse con la maggiore disegualità, i 10 più ricchi guadagnano come 3 milioni di poveri".
È quindi necessario pensare a una visione che sia più articolata del capitalismo, e qui si inserisce il cosiddetto coop capitalism: "Si tratta di una nuova concezione del capitalismo, basata sul cooperativismo e su tre principi - ha proseguito Noreena Hertz -. Il primo riconoscere che 'collettivo è positivo", perché la disuguaglianza, i programma di austerità se pongono gli oneri sulla parte più povera della società, danneggiano la coesione sociale e il capitale sociale, in definitiva i territori nel loro insieme. Poi il coop capitalism riconosce che il nostro modo di interagire è importante, riconosce il valore dei rapporti, la loro qualità, come interagiamo con gli altri, perché se ci sosteniamo reciprocamente abbiamo più possibilità di garantire un futuro migliore a tutti". Infine, al terzo posto, la collaborazione che: "Può dare un giusto taglio alla concorrenza, perché collaborando i costi di transazione scendono e possiamo essere competitivi e produttivi".
In definitiva per Noreena Hertz il coop capitalism concilia gli elementi migliori del capitalismo con i valori etici della collaborazione: "Non è un sogno nel cielo, lo vediamo all'opera ogni giorno. Oggi ci troviamo di fronte a una scelta importante, il mio auspicio è che noi possiamo scegliere di collegare l'economia con la giustizia sociale".
Contrapposta e decisamente più cinica la visione di Alberto Bisin: "Gli economisti si sono occupati da tempo di capire qual'è il sistema economico migliore, ovviamente esso dipende da molte varianti, ma per la maggior parte delle ipotesi quello migliore è il sistema di mercato. E se è vero che l'uomo tende a cooperare, è anche vero che lo fa in determinate situazioni. Ad esempio lo abbiamo visto per il terremoto in Emilia, quando succede qualcosa di drammatico le persone cooperano ma poi, lentamente, il fenomeno cala di intensità. Quindi affermare che davanti ai problemi economici gli uomini cooperino sempre è una scorciatoia intellettuale, se così fosse sarebbe tutto perfetto ma non è così. L'idea di costruire sopra questo concetto un sistema economico mi lascia perplesso". Se diversi sono i sistemi finanziari fra i vari paesi, e in particolare fra Usa e Europa, uguali sono i risultati: "Negli Stati Uniti la finanza è lasciata al mercato, ovvero alla grandi lobbies, molto più che in Europa, dove è invece la politica a controllare la banche. Ma il risultato è lo stesso, ovvero il sistema finanziario è gestito in maniera inefficiente ovunque: che siano lobbies o politica il sistema finanziario sfugge comunque al controllo".
Vero è però che il sistema cooperativo del Trentino è davvero efficiente: "Le cooperative qui sono un sistema di governance dell'impresa, si tratta di uno dei casi più interessanti - ha proseguito Bisin -. In Trentino le cooperative funzionano ma per una tradizione storica diversa, per un substrato culturale favorevole e per peculiari condizioni geografiche, visto che il territorio è montuoso, fatto a valli isolate dal punto di vista delle comunicazioni".
Infine Alberto Bisin ha voluto lanciare una provocazione alle domande iniziali di Noreena Hertz: "Il pubblico ha risposto che la vita dei propri figlia sarà peggiore della propria in primo luogo perché ci troviamo in Italia al termine di un lungo processo di crescita, in secondo luogo perché viviamo in un Paese che ha dato moltissimo alla generazione precedente e molto meno ai giovani, e lo ha fatto come sistema di welfare e di struttura. Non è quindi stupefacente che ci aspettiamo meno per i nostri figli, visto che abbiamo preso tutto noi".

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