Domenica, 06 Giugno 2021 - 17:25 Comunicato 1459

Dopo la pandemia: nuovo ruolo per lo Stato?

"Già prima della pandemia, lo Stato era molto presente in Italia, grazie al suo 45% di spesa pubblica sul totale del Pil. Fino al 1920 questa percentuale era contenuta entro il 10-20%". Ignazio Visco, governatore della banca d'Italia, al Festival dell'Economia di Trento ha voluto essere presente di persona. Per il numero uno della nostra Banca centrale è giusto che lo Stato si occupi di difesa, giustizia, ordine pubblico (il cosiddetto "Stato minimo"). E per coprire i cosiddetti "fallimenti del mercato". Non abbiamo più uno Stato "produttore", come ai tempi dell'Iri, ma regolatore. Sull'efficienza dell'Italia come Stato "facilitatore" Visco non ha nascosto i suoi dubbi, ma quello che serve oggi - ha detto - è uno "Stato responsabile".

Con la pandemia serve un sistema meglio organizzato per guidare e gestire la complicata transizione economica, ecologica, sociale, digitale. Ecco perché è indispensabile uno "Stato responsabile" per il governatore Visco. Che ha anche invocato lungimiranza e flessibilità. Ma gli Stati, purtroppo, spesso hanno la visuale limitata dalla visione parziale dei governi. Il cambiamento, fortissimo oggi, insomma, va guidato. Le imprese italiane, per Visco, sono ancora troppo piccole e hanno investito poco in innovazione. Hanno mirato soprattutto a contenere e ridurre il costo del lavoro. I giovani si sono scoraggiati e non si sono formati adeguatamente. Il dato di 3 milioni di giovani italiani tra i 15 e i 34 anni, Neet, ovvero non impegnati nello studio, nella formazione o nel lavoro, sono un dato preoccupante, che ci pone molto indietro in Europa.

Qui lo Stato deve essere presente, non con sussidi di lungo periodo, ma dando sostegno temporaneo e formazione. La cassa integrazione straordinaria è un elemento importante da affiancare al Pnrr, ma associato a una ristrutturazione produttiva e a un'adeguata formazione, concentrata sulle competenze dei giovani che servono davvero. Visco ha anche annunciato che la Banca d'Italia si doterà di una Carta di Sostenibilità per spiegare i propri investimenti nel settore green. La Banca d'Italia sta già acquistando titoli green, in modo da essere parte del processo di riduzione delle emissioni di Co2. Ma i titoli che rispondono a criteri di sostenibilità ambientale hanno ancora rating bassi e per l'istituto guidato da Visco questi titoli non superano il 7%. Visco ha anche ricordato l'impegno a vigilare tanto sul rischio inflazione ("chi ha la mia età lo conosce bene", danneggia i più deboli) quanto sul rischio deflattivo. E ha escluso un ritorno dello Stato nelle banche centrali nazionali. L'indipendenza serve e evitare l'inflazione. Se le imposte non sono sufficienti (politica fiscale), lo Stato emette titoli facendo crescere il debito. "Il problema - ha concluso il governatore - è che in Italia abbiamo aumentato il debito ma non il prodotto interno lordo. Ci è mancata la capacità di crescita". Oggi, infine, con il Pnrr, c'è la possibilità, spiegando bene gli interventi. di far riconquistare fiducia nello Stato, a lungo termine. Quella a breve termine dipende dal successo della campagna vaccinale, ma a livello globale. 

(db)


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