
Nuovo impulso alle attività educative e formative svolte nel carcere di Trento, a sostegno dei diritti dei detenuti e del loro percorso di reinserimento sociale: è questo il "cuore" del nuovo Protocollo d'intesa fra la Provincia autonoma e la Casa circondariale di Trento, approvato oggi dalla Giunta provinciale su proposta del presidente. Il Protocollo rilancia la collaborazione istituzionale già avviata con un precedente accordo nel 2012, che coinvolge, oltre alla Provincia e all'amministrazione penitenziaria, anche istituti scolastici e altri enti presenti sul territorio, fondamentale per l’efficacia dei percorsi di crescita personale e di reinserimento lavorativo e sociale della persona detenuta.
L'offerta formativa tiene conto delle specificità della Casa Circondariale che presenta un numero di persone ristrette con pene detentive generalmente inferiori ai tre anni, per cui risulta particolarmente complesso impostare un'offerta formativa che possa garantire prospettive di più lungo termine. Anche la presenza di una sezione protetti e una femminile che devono essere coinvolti in iniziative separate rende ulteriormente complessa l'organizzazione.
Il nuovo Protocollo tiene conto delle novità intervenute dal 2012 ad oggi sul piano normativo, provinciale e nazionale, e si propone di orientare tutta l’attività verso obiettivi di educazione alla cittadinanza e percorsi di reinserimento nel tessuto sociale delle persone detenute. I criteri in base ai quali è organizzato il servizio sono:
- efficacia ed efficienza a sostegno dei diritti della persona detenuta;
- flessibilità dei percorsi per adeguarsi, in maniera proficua, alle opportunità offerte dal contesto territoriale e a bisogni diversificati;
- adeguatezza del tempo scuola in relazione ai vari percorsi curriculari e ai corsi definiti all’interno dell’offerta formativa
- massimo coinvolgimento delle persone detenute e risposte ai bisogni formativi delle stesse.
- l’offerta formativa, concordata tra le parti, terrà in debita considerazione il tempo scuola disponibile e certo che l’amministrazione carceraria è in grado di garantire.
Tre i percorsi formativi possibili all'interno del carcere, realizzati attualmente dal Liceo Rosmini e dagli Istituti professionali Pertini e Alberghiero.
Il primo riguarda i corsi di alfabetizzazione, di italiano a diversi livelli, di lingue straniere, di educazione alla cittadinanza, ed ancora, corsi di base di informatica e di formazione professionale. Si tratta di un complesso di insegnamenti, curati dal Rosmini, che mira a fornire al detenuto una serie di strumenti per affrontare anche la fase successiva all'uscita dal carcere. Sono proposti inoltre moduli formativi non professionalizzanti di "tecniche di estetica e acconciatura" dell'Istituto Pertini e "panificazione e pasticceria" dell'Istituto Alberghiero (questi percorsi non danno l'accesso ad un titolo riconosciuto).
La seconda tipologia riguarda i corsi, sempre del Rosmini, mirati specificamente a conseguire il diploma conclusivo del 1° ciclo di istruzione (scuola secondaria di primo grado, ex scuola media).
Il terzo percorso possibile all'interno della Casa circondariale di Spini Gardolo consente di acquisire una qualifica professionale specifica o un diploma di scuola secondaria di secondo grado (scuola superiore). Quest'anno, fra l'altro, è stato avviato dal liceo Rosmini e dall'Istituto Alberghiero un nuovo percorso che consente di accedere alla qualifica di gastronomia e arte bianca.
Spetta alla Giunta provinciale, sentito il parere della Casa circondariale, individuare le istituzioni scolastiche e formative responsabili dell'attuazione dei diversi percorsi. L'analisi delle attività svolte e dei fabbisogni da soddisfare, in base al numero di persone detenute e delle risorse disponibili, spetta ad un Gruppo di coordinamento presieduto dal dirigente del Dipartimento della conoscenza della Provincia, e composto da due rappresentanti della casa Circondariale e due Rappresentanti del Dipartimento provinciale. Il Gruppo definisce un Piano attuativo per ogni anno scolastico contenente la tipologia dei corsi da attivare, il calendario delle attività, gli spazi e le attrezzature didattiche necessarie.
L'attuazione del Piano spetta ad una Commissione Didattica composta dai docenti dei corsi, presieduta dal direttore della Casa Circondariale, a cui vengono invitati dirigenti e direttori delle istituzioni scolastiche e formative coinvolte ed eventualmente anche funzionari e responsabili del dipartimento della conoscenza.
L'organizzazione dell'offerta formativa è stata estesa anche alla sezione dei cosiddetti "protetti" (detenuti che necessitano di uno speciale regime di protezione) e a quella femminile, attraverso moduli tematici di alfabetizzazione e alcune attività di scuola superiore.