Sabato, 25 Maggio 2024 - 21:35 Comunicato 1372

Denaro e religione: non c'è economia globale senza riferimento ad una economia spirituale

Al Festival dell’Economia di Trento si parla del rapporto tra denaro e religioni in una tavola rotonda al Cinema Vittoria, moderata dalla giornalista Radiocor Silvia Marzialetti, con Paolo Costa, filosofo, saggista e ricercatore presso il Centro per le Scienze Religiose della Fondazione Bruno Kessler di Trento, Federica Miglietta, Professore ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari all’Università di Bari Aldo Moro, Yahya Sergio Yahe Pallavicini, Imam e vice presidente della Comunità Religiosa Islamica Italiana, Richard Robb, Professore di pratica professionale alla Columbia School of International and Public Affairs e Laura Zanfrini, Professore ordinario all’Università Cattolica di Milano.
Il denaro ha sempre stimolato la riflessione critica dell’umanità e delle religioni sul terreno del rapporto con il prossimo. Il grande tema dei testi sapienziali e di quelli religiosi è sempre stato quello del denaro. In questo contesto, possiamo definire “etica” la finanza islamica che contrasta l’accumulo di ricchezza e di capitali nelle mani di pochi. Per altro verso, va fatto riferimento ai fondi sovrani nel mondo islamico, che invece muovono la leva dell’accumulazione finanziaria, come ad esempio il fondo sovrano del Qatar che solo nel 2022 ha fatturato 445 miliardi di dollari.
Festival dell'Economia Denaro e religioni Nella foto: Silvia MARZIALETTI; Federica MIGLIETTA; Laura ZANFRINI; Yahya Sergio YAHE PALLAVICINI ; Paolo COSTA; Richard ROBB e pubblico in sala [ Michele Lotti - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Di questo e di quali siano le prospettive future nel rapporto tra religione e denaro, si è parlato al Festival dell’economia, nel panel di oggi introdotto da una lezione di Richard Robb, Professore di pratica professionale alla Columbia School of International and Public Affairs, che ha fornito una prospettiva storica del concetto di lavoro, dalle origini fino ad una visione moderna più umanistica.

Nel suo intervento, Federica Miglietta, Professore ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari all’Università di Bari Aldo Moro, ha parlato dei capisaldi della finanza islamica, fondata sul Corano, che rappresenta il punto di riferimento in tutti gli ambiti del mondo islamico, non solo quello religioso, ma anche economico, commerciale e giuridico.

La professoressa Maglietta ha dedicato anche un interessante pensiero alla finanza religiosa in generale. Nel mondo  - ha detto - abbiamo 4500 confessioni religiose, quindi potremo avere potenzialmente 4500 società che investono in maniera diversa su base religiosa. La maggior parte di questi investimenti convergono sulla difesa dell’ambiente, ma ogni religione esprime una propria finanza che gestisce qualcosa come 3mila miliardi di dollari nel mondo. Una finanza alla quale guardare con attenzione e che è difficile a questo punto definirla “etica” - ha detto Federica Maglietta - , ma è più corretto definirla “socialmente responsabile”. 

Laura Zanfrini, Professore ordinario all’Università Cattolica di Milano, ha spiegato quanto sia importante che le varie religioni e le varie spiritualità siano integrate nei luoghi di lavoro, diventando un beneficio sia per l’azienda che per le risorse umane. La migrazione - ha spiegato la professoressa Zanfrini - ha avuto il merito di riportare nel dibattito pubblico, il tema del ruolo della religione nella sfera pubblica e nei luoghi di lavoro, in un’Europa che spesso ha interpretato in modo radicale e anche distorto, il principio di laicità. Un atteggiamento miope delle società europee contemporanee in rapporto alla religione, in particolare a quella dei migranti, con un’interpretazione distorta del principio di libertà, che perde di vista come la libertà religiosa sia qualcosa di costitutivo delle nostre democrazie liberali e che proprio all’interno di una democrazia liberale la religione può liberarsi anche dalla sua accezione autoritaria, vessatoria ed esprimere il suo potenziale generativo. Miope anche in rapporto alla sfida dell’integrazione delle comunità immigrate e in particolare, delle donne immigrate. Miope, perché in una fase storica dove le aziende si riempiono la bocca di “inclusione”, non si capisce perché la caratteristica legata alla religione crei spesso tanto imbarazzo e interferisca nella gestione delle risorse umane. Il punto interessante da sottolineare  - ha detto Laura Zanfrini - è che sono proprio i luoghi di lavoro insieme alle scuole che stanno diventando delle palestre di convivenza e di cittadinanza, dove lavorare sulla dimensione religiosa, anche nella gestione dei conflitti del confronto, e attingere alla tradizione valoriale custodita da tante religiose, per trovare risposte e costruire un’etica che ci consenta di andare verso nuovi paradigmi più sostenibili, inclusivi e rispettosi della dignità della persona.

L’Imam Yahya Sergio Yahe Pallavicini ha parlato del rischio che l’Occidente abbia una visione standardizzata della globalizzazione, una omologazione pseudo culturale che non è più identitaria e dove mancano fede, intelligenza e umiltà di rispettare il patrimonio e le ricchezze identitarie culturali e religiose.  L’Imam ha fatto riferimento al “Quo vadis Domine?” dell’apostolo Pietro che riporta al concetto di tendere anche sul piano dell’economia ad una visone spirituale. Non c’è possibilità di gestire un’economia globale senza un riferimento all’economia spirituale,  - ha detto l’Imam - non c’è possibilità di considerare la dignità del lavoratore senza considerare che è anche una persona, non c’è la possibilità di considerare il commercio senza considerare che c’è un’occasione di scambio, di arricchimento e di partecipazione al rischio e alle perdite. Attenzione quindi - ha aggiunto il rappresentante della Comunità Religiosa Islamica Italiana - a non creare una filosofia delle illusioni, un’idolatria della moneta, una pseudo religione in antitesi alle vere religioni. C’è sviluppo sociale solo se c’è anche lo sviluppo della persona nella sua pienezza, anche spirituale.

Il panel si è concluso con il pensiero del filosofo Paolo Costa sul denaro e sui valori che riconosciamo nelle nostre esistenze. Differenza tra valori reali e apparenti: riconoscere questa distinzione nella gerarchia dei nostri valori, orienta la nostra esistenza.

(ds)


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