Domenica, 03 Giugno 2018 - 13:26 Comunicato 1347

Dalla ricerca alla tecnologia: un percorso governabile?

Chi investe in ricerca? Chi governa i tentativi della ricerca scientifica di dare risposte all’economia? Due ex rettori come Maria Chiara Carrozza (ministra tra il 2013 e il 2014), e Massimo Egidi, coordinati da Massimo Sideri, responsabile di Corriere Innovazione, a ruota libera al Dipartimento di Lettere sulle nuove frontiere della ricerca e sulle possibilità di un più virtuoso trasferimento tecnologico al mondo dell’industria e dell’economia in genere. Premessa basilare per la ricerca è la libertà, quantomai importante al tempo d’oggi, in cui alcune libertà individuali cominciano ad essere messe in discussione anche nel mondo occidentale.

Per Maria Chiara Carrozza, ex ministro dell’università e della ricerca nel governo Letta, già rettrice della Scuola Sant’Anna di Pisa e oggi docente di bioingegneria, esperta di robotica e genetica, la ricerca non si governa. È libera per sua stessa natura. Non deve avere confini, non deve essere incardinata in stretti settori disciplinari, come purtroppo avviene ancora nella nostra università. Un’assurdità, rileva Carrozza: le carriere universitarie sono basate sul concetto di pertinenza. Invece studi scientifici e humanities dovrebbero contaminarsi. L’Intelligenza Artificiale e la robotica oggi richiedono nuovi approcci filosofici, ad esempio. La scienza deve poi sapersi trasformare in tecnologia. La robotica industriale oggi è collaborativa e non sostitutiva dell’operaio. Entro il 2020 avremo robot impiegati nelle public relations, ovvero portinerie, desk, reception. Le tecnologie del futuro? La quantum tech: quantum crittografia e quantum computing. E il grafene, che forse sostituirà il silicio. I giovani devono imparare i nuovi linguaggi: programmazione, ingegneria genetica, per essere protagonisti e non consumatori di questa rivoluzione industriale. Carrozza rifiuta una distinzione tra ricerca di base e applicata. I privati investono sempre meno in ricerca; l’Unione Europea ha stanziato invece 115 miliardi di euro per i prossimi dieci anni. 

Massimo Egidi, docente alla Luiss di Roma  ed ex rettore a Trento, indaga la cosiddetta economia dell’incertezza. La classe media ha perso la sicurezza del lavoro. È già in atto un forte choc. Il lavoro del futuro dovrà essere per forza creativo. il sistema formativo deve essere capace di insegnare ad essere entusiasti. 

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