Martedì, 27 Marzo 2012 - 02:00 Comunicato 779

Le realtà delle zone tutelate del Trentino si è data appuntamento a Brentonico
DODICESIMA GIORNATA DELLE AREE PROTETTE, OCCASIONE DI CONFRONTO E DI AGGIORNAMENTO

Sono stati il sindaco di Brentonico, Giorgio Dossi, e il vicesindaco, Dante Dossi, ad aprire oggi i lavori della 12' giornata delle aree protette del Trentino. Sul tavolo delle autorità il vicepresidente Alberto Pacher, competente in materia ambientale e il dirigente del dipartimento Romano Masè. Un centinaio le persone in platea: tanti operatori, presidenti e direttori dei Parchi, qualche sindaco e presidente delle Comunità di Valle e rappresentanti del mondo ambientalistico. Un settore, quelle delle aree protette del Trentino, che ha raggiunto la percentuale significativa del 25% del territorio provinciale e che ora forma un sistema di reti e si avvia ad una valorizzazione del territorio anche in termini economici. "Grazie ad una nuova sensibilizzazione degli amministratori locali verso le zone tutelate stiamo assistendo - ha sottolineato il vicepresidente Alberto Pacher - ad una capacità di confronto e di visione molto importante. Un fenomeno che in Trentino sta accadendo lentamente e senza proclami, ma che fa sì che stia cambiando l'atteggiamento e l'approccio verso le aree protette". In mattinata sono intervenuti Claudio Ferrari, dirigente con Incarico speciale reti aree protette, Enzo Coppola dirigente del Servizio conservazione della natura e valorizzazione ambientale, Annibale Salsa antropologo, già presidente del CAI italiano, Mauro Fezzi dirigente provinciale dell'Agricoltura. Nel pomeriggio Alessio Bertolli ricercatore del Museo civico di Rovereto farà il punto sulla flora e la gestione agro-pastorale del Trentino, mentre Paolo Pedrini e Mattia Brambilla del Museo delle Scienze punteranno l'attenzione sul contributo dell'ornitologia nella definizione delle misure agro ambientali per la conservazione attiva degli habitat di specie minacciate in Provincia di Trento. Riconosciuta, da parte di Luigi Casanova vicepresidente del Cipra, la strategia efficace della Provincia autonoma di Trento in ambito di aree protette.-

Un sistema, quello delle aree protette, in via di grande trasformazione e "arricchimento", perché la nuova organizzazione e la gestione delle aree di riserva da parte delle amministrazioni locali sono un valore aggiunto molto importante del sistema delle aree protette del Trentino. Una realtà che sta cambiando a grandi passi e che ha bisogno, anche, di riflessione e confronto. Ed è proprio questo che caratterizza la dodicesima giornata delle aree protette del Trentino che si sta svolgendo oggi a Brentonico.
Il sistema delle aree protette del Trentino è ora composta dalle strutture della Provincia autonoma (il Servizio conservazione natura con tutti i suoi uffici, la struttura di Incarico speciale delle aree protette), dalle reti di riserve locali (sono già strutturate quelle di Brentonico, Alta Val di Cembra e Trento), i parchi naturali del Trentino (Adamello Brenta e Paneveggio-Pale di San Martino), la parte trentina del parco nazionale dello Stelvio, una cabina di regia, un comitato scientifico e un comitato di coordinamento.
Il vicepresidente Alberto Pacher prendendo la parola ha posto l'attenzione sul fatto che "non è un caso se siamo a Brentonico: questo è il luogo dove è nata e si sta irrobustendo la rete delle riserve che prelude all'idea di un parco locale ed è nata grazie alla volontà, alla capacità di visione degli amministratori che si sono confrontati con il proprio territorio. E questo è un fenomeno che sta accadendo in Trentino lentamente e senza proclami e che sta producendo degli effetti di grande importanza. Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una continua richiesta di amministrazioni di puntare sulla carta delle aree protette per provare a pensare ad una valorizzazione migliore del territorio. E' cambiata la mentalità, ora il meccanismo si è invertito e ciò rappresenta un'assicurazione sulla vita. E garantisce quanto è importante pensare al proprio sviluppo seguendo le caratteristiche del proprio territorio. Questo processo è molto importante, c'è una sensibilità maggiore. E questo credo lo si debba imputare anche, in buona parte, al lavoro che è stato fatto: si è riusciti a far sedimentare un'idea diversa, a togliere delle infrastutture mentali che impedivano processi di crescita. E' un'idea di sviluppo che rispetta i luoghi e sappiamo che quest'idea di sviluppo può far crescere, anche a livello economico, i luoghi. In un momento come questo (5 manovre finanziarie in pochi mesi con contraccolpi importanti anche da noi) grazie anche all'attenzione alla sobrietà al rigore amministrativo si è riusciti a mantenere un assetto in equilibrio e ringrazio Masè e tutti i suoi collaboratori per questo. Si è riusciti a individuare anche nuove risorse. Sono convinto che questa cultura che sta sedimentando in Trentino ha trovato in ciascuno di voi un buon interprete".
Nel suo intervento il dirigente generale Romano Masè ha sottolineato come sia importante il contributo di tutti per raggiungere risultati importanti. "Credo - ha detto - che se la Provincia autonoma ha raggiunto i risultati che ha raggiunto si debba anche, accanto alle politiche lungimiranti e alle strategie condivise, alle tante persone che ci credono e lavorano per perseguire obiettivi comuni e importanti. Questa giornata rappresenta anche un momento conviviale di tutti gli attori del sistema delle aree protette nonchè un'occasione di riflessione a partire da tre grandi sfide: essere, innanzitutto e finalmente, sistema da tutti i punti di vista; il secondo aspetto è quello dello sviluppo sostenibile che ci permette di coniugare gli aspetti della conservazione delle risorse con quelli di natura economica e, infine, il terzo aspetto è quello che punta a valorizzare il senso di responsabilità diffusa all'interno di una nuova dimensione della cultura dell'ambiente."
Annibale Salsa ha puntato l'attenzione sulla centralità del paesaggio ed ha fatto un'analisi sul perché si è arrivati in ritardo a considerare il paesaggio come elemento determinante per la vita dell'uomo. "L'eccesso di antropizzazione è stato, spesso, motivo di grande speculazione - ha detto l'antropologo - "e un sano senso del limite, un approccio diverso alle ‘terre alte' corrispondono ad un'etica necessaria verso la natura". Salsa ha sottolineato come sia importante, per le "terre alte un approccio identitario che diviene e muta nel tempo".
"L'agricoltura di montagna - ha continuato Salsa - favorisce la biodiversità, la rinaturalizzazione porta invece a un livellamento delle specie. Nell'arco alpino, negli ultimi dieci anni, si sono prodotti percentuali importanti di rinaturalizzazioni che hanno portato danni notevoli al territorio". (fs)
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