Lunedì, 02 Giugno 2014 - 02:00 Comunicato 1360

DA GARIBALDI A MUSSOLINI E A TOGLIATTI: IL CARISMA SECONDO EMILIO GENTILE

Cavour, Nenni e Degasperi no. Garibaldi, Mazzini e Togliatti sì. Ma fu soprattutto Benito Mussolini il primo grande capo carismatico del XX secolo in Italia. Ecco la mappa del carisma, secondo Emilio Gentile, storico di fama internazionale, intervenuto oggi al Festival dell'Economia con una lezione dal titolo "Carisma e leadership nella politica italiana tra fascismo e repubblica".
Da storico, Gentile si è fermato alla soglia della "prima Repubblica" evitando, nonostante ripetuti solleciti del pubblico, il terreno scivoloso della contemporaneità. Se non per il monito finale che ha chiuso il suo intervento: "Del termine carisma dobbiamo fare un uso molto parco. Altrimenti scambiamo per persone che aspirano al bene comune dei venditori di padelle".-

Tra i più apprezzati storici viventi, grande divulgatore, volto noto di Rai Storia, professore emerito dell'Università La Sapienza di Roma, Emilio Gentile è stato introdotto nell'incontro che ha affollato la Sala della Filarmonica da Eliana Di Caro, giornalista, curatrice delle pagine di storia ed economia del supplemento culturale "Il Sole 24 Ore-Domenica". Poche parole introduttive e poi via con la galleria di volti, di espressioni "rubate" in decine di foto in bianco e nero, alla ricerca del carisma perduto. Un lungo viaggio nella politica italiana tra fascismo e repubblica, cogliendo i tratti distintivi di una personalità carismatica che si è andata via via definendo.
L'aspetto fisico, anzitutto, e il modo di atteggiarsi. Per questo Mazzini e Garibaldi furono carismatici, Cavour e Nenni no. Il rapporto carismatico, poi, non è mai a senso unico: c'è bisogno di un popolo che riconosca il proprio leader come tale. Crispi lo fu.
Non basta neppure una grande capacità di dominio politico per essere un capo carismatico: De Pretis e Giolitti, ad esempio, venivano accusati di essere dei trasformisti.
Ma per avere carisma serve pure un contesto che lo permetta. Alcide Degasperi era un grande statista, un leader, ma non poteva essere carismatico perché apparteneva a un partito, la Democrazia Cristiana, che era il partito della Chiesa, dove ad essere carismatica era semmai la figura del Pontefice. Carismatico, in quegli anni, fu invece Palmiro Togliatti, che Gentile definisce come "unico vero capo carismatico dell'Italia repubblicana".
Ma l'invenzione del carisma, nel XX secolo in Italia, la si deve secondo Emilio Gentile a Benito Mussolini. Il Duce fu il primo capo carismatico a essere riconosciuto tale anche dagli avversari, l'unico a perdere e a riconquistare il carisma più volte. A 29 anni diventa la figura più prestigiosa del partito socialista rivoluzionario, ma perde il suo carisma quando passa all'interventismo, con i suoi che lo bollano come traditore ed opportunista, per poi di nuovo riconquistarlo diventando il più giovane Presidente del Consiglio. Ancora lo perde passando al fascismo e lo riacquista, diventando nuovamente carismatico, allorché divenne dittatore dell'Italia. La stessa sua morte fu un fenomeno carismatico.

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