
La cronaca: dal luglio 2017 si era avviata una sperimentazione presso la struttura Beato de Tschiderer che prevedeva di destinare 20 posti letto alle cure intermedie, quelle cioè richieste da pazienti dimessi dagli ospedali ma che necessitano comunque di un periodo di convalescenza in ambiente protetto, soprattutto per quel che riguarda la somministrazione di farmaci e terapie adeguate. A luglio del 2018 è stata concessa una ulteriore proroga alla sperimentazione fissata in step successivi. Per terminare la fase di sperimentazione, da parte dei servizi del dipartimento politiche sanitarie provinciali sono iniziati i confronti con la presidenza della casa di riposo al fine di determinare le tariffe per gli ospiti e la tipologia di servizi erogabili direttamente dall’Apsp al momento a carico dell’azienda sanitaria. Il 24 luglio scorso la presidente Stenico ed i suoi collaboratori sono stati ricevuti presso il dipartimento provinciale ed hanno manifestato formalmente la difficoltà economica causata dalla presenza del reparto di cure intermedie valutando in circa 60 mila euro la perdita economica annuale. In tale sede veniva richiesto dalla presidente Eleonora Stenico l’incremento delle tariffe vigenti o la trasformazione dei 20 posti letto in altrettanti posti di Rsa e la contestuale chiusura delle cure intermedie. Il dipartimento si riservava di verificare i conteggi economici esposti anticipando che non corrispondevano alle valutazioni economiche-organizzative elaborate in Provincia. Il 6 agosto scorso Stenico veniva convocata presso il dipartimento per un nuovo confronto sulle tariffe al quale partecipava il solo direttore Bottamedi, che formalmente non ha accettato quanto proposto. Il giorno successivo Bottamendi riferiva verbalmente dell’impossibilità del Cda dell’Apsp di riunirsi per esaminare la proposta formulata dal dipartimento il giorno precedente. In assenza di ulteriori comunicazioni da parte della stessa Apsp in data 27 agosto veniva quindi prorogata ulteriormente la sperimentazione fino al 31 ottobre per evitare interruzioni del servizio. Il primo ottobre Stenico comunicava le decisioni assunte dal Cda nella seduta del 26 settembre 2019: si era deciso di non proseguire l’attività delle cure intermedie a fronte delle tariffe proposte e dei cambiamenti organizzativi richiesti. Prendendo atto con sorpresa della decisione del Cda maturata dopo molte settimane di silenzio, il dipartimento della salute ha immediatamente convocato per il 2 ottobre una riunione per tentare un nuovo confronto sul tema. Lo stesso 2 ottobre il direttore Bottamedi comunicava verbalmente l’impossibilità di partecipare all’incontro. Stante quindi la situazione venutasi a creare, e dopo un confronto con l’azienda sanitaria, volendo mantenere nel capoluogo tale servizio è stata quindi contattata la direzione del San Camillo che ha dato la sua disponibilità ad eseguire delle trasformazioni organizzative al suo interno atte ad aprire il servizio oggetto dell’interrogazione. Dai primi di novembre prossimo quindi l’ospedale san Camillo sarà dotato di 11 posti letto destinati alle cure intermedie che aumenteranno a 20 posti entro fine anno.