Giovedì, 30 Maggio 2019 - 21:27 Comunicato 1188

“Cosa si può fare del populismo?”, l'analisi di James Robinson

Se il populismo si afferma quando la società diventa più polarizzata e i conflitti superano il livello oltre il quale le istituzioni non sono più in grado di offrire mediazioni, cosa si può fare per ridurre questa polarizzazione e migliorare il funzionamento delle stesse istituzioni? Per questa domanda ha proposto la sua analisi James Robinson, nell’incontro che si è tenuto nel primo pomeriggio in sala Depero del palazzo della Provincia, introdotto da Tito Boeri, direttore scientifico del Festival dell’Economia.

Docente dell’Università di Chicago e Direttore del Pearson Institute for the Study and Resolution of Global Conflicts, James Robinson è un importante politologo ed economista. Ha condotto lavori di ricerca nell’ambito dello sviluppo economico e politico e dei fattori che sono all’origine dei conflitti, approfondendo i rapporti fra povertà e istituzioni e il tema di come le istituzioni si rapportano con i conflitti politici. 

E’ un fenomeno eterogeneo il populismo, secondo Robinson, è un’ideologia ma anche una strategia politica, contrappone il popolo alle elite secondo un concetto non pluralistico della società, con una visione che esclude, contraria alla tipica visione della democrazia liberale.
Per molti aspetti, ha spiegato il relatore, il populismo è anti istituzionale, perché in molti casi, oltre che a cambiare le elite che le governano, punta a demolire le istituzioni esistenti, a modificare le architetture costituzionali. Esiste, per Robinson, un populismo di destra e anche uno di sinistra. 

Ma intimamente legato al rapporto tra popolo e governanti e al bilanciamento del potere c’è anche il tema della libertà. Qual’è l’origine della libertà europea? Si è chiesto il relatore che ha passato in rassegna la storia di come si sono sviluppate nel nostro continente diverse esperienze di partecipazione popolare al potere. La libertà, ha spiegato, è legata sia al buon governo che alla prosperità economica. Citando la visione di Machiavelli, James Robinson ha evidenziato che il punto di equilibrio tra elite e cittadini è strettamente correlato proprio all’economia e alla libertà e quest’ultima è rappresentata dal corridoio stretto che passa dal rapporto tra la società e i vertici che la governano.

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(lr)


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