Domenica, 16 Aprile 2023 - 18:47 Comunicato 1061

Il contrario di disabilità è accessibilità, una questione democratica
Corpi: a EDUCA l’incontro su disabilità e accessibilità

Durante uno degli incontri del pomeriggio di domenica di EDUCA si è affrontato il tema dei corpi e della disabilità, insieme con le attiviste Diana Anselmo, Valentina Perniciaro e Valentina Tomirotti, nota online come Pepitosa.
Sono venute fuori riflessioni interessanti sul linguaggio, sulla cultura, sull'arte e sulla società, perché è attraverso il corpo che passano tanti messaggi, ed è attraverso il corpo che si costruiscono nuovi alfabeti e nuovi mondi inclusivi e democratici.
Infatti, il contrario di disabilità non è abilità ma accessibilità, ed è un concetto che ha a che fare con la democrazia e la collettività. Solo riflettendo sugli immaginari collettivi, e cambiandone il paradigma, si può avere un vero cambiamento sociale.
Educa 2023 13 Festival dell educazione Rovereto Nuovi Alfabeti [ foto: Daniele Panato/Agenzia Panato - Ufficio Stampa Educa]

Parlare di corpi e di inclusione significa parlare di linguaggio, di cultura, di arte e di società. È attraverso il corpo che passano tanti messaggi, è attraverso il corpo che si sta con se stessi e con gli altri, ed è attraverso il corpo che si costruiscono nuovi alfabeti.
Nell’incontro pomeridiano di EDUCA “Corpi” le tre attiviste Diana Anselmo, Valentina Perniciaro e Valentina Tomirotti, nota online come Pepitosa, hanno parlato di corpi e disabilità, di diritti e cultura, di come l’abbattimento delle barriere culturali e architettoniche null’altro sia che una necessità di democrazia.
L’invito è di trovare, insieme, nuove narrazioni e nuovi immaginari per parlare e riflettere sulla disabilità. Si tratta, come sostiene Diana Anselmo, sociologa e disability manager, di lavorare sull’immaginario collettivo: ogni società condivide lo stesso immaginario, che è la cornice concettuale di riferimento entro cui si definisce e si significa il mondo. E bisogna lavorare sul questo immaginario di riferimento per decostruire, e poi ricostruire, la concezione di abilità e disabilità, a partire dal linguaggio e dall’arte, due centri di rivoluzione delle rappresentazioni collettive. L’arte sposta gli immaginari e li ri-significa, dà significati nuovi a contenitori vecchi, muovendosi in direzione ostinata e contraria rispetto a quella che viene considerata, in modo miope, la norma. L’artista ha la capacità di spostare significati e aprire una breccia, facendo comprendere in modo immediato ed esplosivo che c’è altro che si può dire, altre narrazioni possibili.
Anche Valentina Tomirotti, giornalista e attivista, sostiene come sia necessario cambiare il modo di approcciare il linguaggio per riuscire a cambiare l’approccio delle persone e costruire società capaci di una narrazione realmente inclusiva. Ancora, Valentina Tomirotti lancia una riflessione importante, quella sulla creazione di due realtà separate. Infatti, definire i bisogni del mondo della disabilità come bisogni speciali significa creare una barriera tra due mondi: qual è poi il confine tra il bisogno normale e quello speciale, chi lo decide, perché?
Valentina Perniciaro, fondatrice e presidente della onlus Tetrabondi, oltre che care-giver di una persona con disabilità, sostiene che sia necessario cambiare il proprio approccio per permettere alle persone di autodeterminarsi e non di dover essere pensate come un pacchettino pronto, già immaginato e codificato, sotto il cappello di “disabili”.
La riflessione finale è una provocazione e un invito a riflettere rivolto a tutti, singole persone e istituzioni. L’accessibilità non è un tool kit da sfoderare all’appannaggio ma è il primo strumento per smantellare l’abilismo, ossia la supposta supremazia del corpo abile e normativo. L’abilismo è un modo di vedere il mondo, un immaginario collettivo, sotto cui ricadono moltissime credenze, pensieri, abitudini, e che presuppone il fatto che ci sia qualcosa che è normale, e fa da norma a cui ci si deve adeguare per entrare nei canoni, e qualcosa che non risponde alla norma, e quindi è diverso, ha delle mancanze.
Invece, il contrario di disabilità non è abilità ma accessibilità, ed è un concetto che ha a che fare con la democrazia, è una questione intersezionale, riguarda tutti: se non si danno uguali condizioni di accesso a tutti, chi rimane negli spazi di cultura, politica, nelle scuole, negli enti, per dare le definizioni che poi riguardano la collettività?
La società è un tavolo a cui si possono e si devono sedere tutti, e in cui tutti hanno il diritto e il dovere di avere una voce: solo garantendo l’accessibilità questo sarà davvero possibile.

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(sdv)


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