"Per noi rivani è oggi un momento importante - ha detto Cristina Santi - l’Inviolata e il suo convento sono un riferimento storico e identitario, io stessa ho tanti ricordi legati a questo luogo, la cui restituzione alla collettività è non solo una grande festa, ma il momento in cui la nostra città si arricchisce di un gioiello prezioso. Il restauro è stato un intervento lungo e complesso, partito nel 2017, ricco di ritrovamenti importanti e di nuove testimonianze sulla vita che dentro queste mura si conduceva. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo bellissimo risultato, a partire dalla Provincia fino a tutte le singole persone, tra le quali l’architetto Cinzia D’Agostino, i nostri uffici comunali e il cantiere".
"L'intervento è stato realizzato in stretta sinergia tra Soprintendenza e Sevizio opere civili - ha detto Franco Marzatico - in un luogo dalla forte carica emblematica e spirituale, che risale alla tradizione di accadimenti miracolosi collegati a una immagine della Vergine Maria. L’epoca è quella del principato vescovile e dei Madruzzo, di cui l'Inviolata esprime, nelle caratteristiche architettoniche e artistiche, indirizzi ideologici ai tempi della controriforma. Questo gioiello che viene restituito alla funzione pubblica ha pertanto un significato importante nell'ambito della storia dell’arte, della politica e della religiosità nazionale, ma conoscendo gli effetti del Concilio di Trento, possiamo dire anche internazionale. La visita di questo luogo è quindi una occasione straordinaria, considerando questo insieme di messaggi anche di natura programmatica e religiosa, in un luogo dove echeggiano figure di grande spicco come Pietro Ricchi".
"Questo è stato un cantiere molto interessante, seguito con passione dai nostri tecnici - ha detto il dirigente del Sevizio provinciale opere civili Marco Gelmini - sempre in stretta collaborazione con l’architetto D’Agostino della Soprintendenza. Il cantiere principale ha interessato la ristrutturazione dell’edificio, un lavoro piuttosto complesso, anche perché si sono presentati diversi imprevisti, tra cui la necessità di rifare per intero la copertura. Per l’area esterna abbiamo lavorato assieme al Comune di Riva del Garda, con cui abbiamo concordato l’utilizzo degli spazi. Le risorse dedicate a questo restauro sono di circa tre milioni di euro".
"È stato un lavoro di équipe lungo e complesso, che però si è svolto in modo fluido - ha detto Cinzia D’Agostino - come non succede spesso. Tra gli interventi più complessi e più interessanti di questo lavoro c’è senz’altro il restauro degli affreschi del chiostro, che ospita un ciclo molto importante per Riva perché dedicato a San Girolamo, santo non molto rappresentato nelle nostre chiese. Realizzato nel 1675 da Giovanni Antonio Italiani, artista noto a Riva e qui residente, rappresenta tutta la storia del santo, compresi i miracoli che gli sono attribuiti, ma anche uno straordinario spaccato di vita del Seicento a Riva".
Il vicesindaco Silvia Betta ha spiegato come parte degli spazi dell’ex convento siano stati affidati al Conservatorio, che ne ha bisogno per recuperare gli spazi ceduti a sua volta al liceo musicale, mentre in prospettiva l’impegno sarà concedere in via definitiva una parte del conventino allo stesso Conservatorio e utilizzare l’immobile storico per attività culturali aperte al pubblico, coerentemente con gli accordi stipulati dal 2010. E più in generale trovare i modi, d’intesa con Provincia e Arcidiocesi, per valorizzare al meglio sia il conventino, sia la chiesa dell’Inviolata.
A conclusione della festa, nel salone del primo piano si sono esibiti i chitarristi Angelo Festi e Christian Stolff, entrambi studenti dei corsi accademici del Conservatorio di Riva del Garda.
Fotoservizio Ufficio Stampa Comune Riva del Garda