Insegnare e apprendere l’aritmetica sono attività complesse, delicate. È fondamentale fin da subito proporre “buone pratiche” per prevenire l’insorgere di difficoltà d’apprendimento anche gravi. Tali difficoltà sono spesso fattori che influiscono negativamente sulla motivazione e sul rendimento degli studenti in tutto il loro percorso educativo matematico. È partita da questi assiomi Anna Baccaglini-Frank, per illustrare i risultati della ricerca "PerContare" e le proposte didattiche che puntano ad affrontare le difficoltà in aritmetica dei primi anni della scuola primaria. Come spiegato da Baccaglini-Frank, il 20% degli studenti alla fine della scuola primaria ha difficoltà nel contare, per provare a superarle un buon metodo è quello di utilizzare oggetti, sia fisici sia digitali, con i quali mediare concetti matematici, nonché cercare di sviluppare il cosiddetto "number sense", ovvero l'uso delle dita per contare, la consapevolezza spaziale dei numeri e quella della relazione parte/tutto. Baccaglini-Frank ha quindi analizzato l'associazione fra numeri e spazio, evidenziando come la linea dei numeri cambi in base all'età e alla cultura dei bambini, per entrare nel dettaglio del progetto, basato su studi della divisione in più parti di una struttura, che ha messo in luce come i bambini con discalculia rimangano alla fase pre-strutturale del disegno, ovvero chi ha problemi con la percezione della struttura ha anche problemi in matematica.
Mario Castoldi, da anni impegnato nella ricerca sul campo a fianco delle scuole e dei docenti, ha invece evidenziato come sempre più emerga la necessità di una valutazione più professionale da parte del sistema scolastico, in grado di assicurare sia il rigore metodologico, sia la trasparenza come requisiti indispensabili per una valutazione pubblica. Nel seminario Castoldi ha spiegato come elaborare delle rubriche valutative, fornendo esempi per la valutazione di metà anno e fine anno relativa alle diverse discipline di insegnamento.
Nel corso del pomeriggio fra i contributi interessanti quello di Giorgio Bolondi, professore all'Università di Bolzano, che ha presentato alcuni nodi nell'apprendimento della matematica, in particolare al momento del passaggio fra scuola dell'infanzia e scuola primaria e quindi scuola secondaria.
Di particolare interesse è poi risultato l'approfondimento di Lerida Cisotto, docente di didattica all'Università di Padova e formatrice, che ha presentato la ricerca condotta nelle classi prime del Trentino, dedicata a insegnare a leggere e scrivere in classe prima, e il cambiamento in atto nella didattica per la prima alfabetizzazione."I bambini hanno una gran voglia di imparare a leggere e scrivere perché per loro significa diventare grandi", ha spiegato Cisotto che ha poi messo in evidenza come i bimbi oggi siano ormai inseriti in un contesto che favorisce l’alfabetizzazione, a partire dalla famiglia. La scuola è però fondamentale perché "solo qui il bambino si confronta con apprendimenti formali, ovvero con spazi, tempi e materiali dedicati, la scuola poi ha lo sguardo lungo ovvero lavora con obiettivi a lungo termine, lavora poi con intenzionalità e sistematicità, si prende cura del percorso e si prende cura di ogni allievo, soprattutto la scuola non conosce la parola rifiuto".
Riprese, interviste e immagini a cura dell'Ufficio Stampa