Venerdì, 12 Ottobre 2018 - 16:54 Comunicato 2428

Contador, la "Tripla corona" in una carriera straordinaria

Cosa accomuna ciclisti, sette al mondo, come Alberto Contador, Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Felice Gimondi, Vincenzo Nibali e Chris Froome? Il potersi fregiare della “Tripla Corona”, avendo vinto almeno una volta Tour de France, Giro d’Italia e Vuelta, i tre “Grandi Giri”.
“El Pistolero” Contador è venuto al Festival dello Sport di Trento, a palazzo Geremia, per parlarne e per raccontare una carriera straordinaria e una vita che lo ha messo di fronte a prove importanti ma che lui ha affrontato pensando - parole sue - che "volere è potere".

Quella che è uscita oggi è la storia di un ragazzo che da Pinto, nella comunità autonoma di Madrid, è partito alla conquista del mondo, iniziato al ciclismo dall'esempio del fratello, che gli ha ceduto anche la bicicletta. "Praticavo calcio e atletica - ha detto Contador - ma della bicicletta mi ha attratto il senso di libertà che porta con sé".

Il suo idolo è stato Marco Pantani a cui, al primo incontro, ha manifestato tutta la sua ammirazione. "Credo - ha detto - che Pantani mi abbia ispirato nello stile".

Una carriera da incorniciare quella di Contador: professionista per 15 stagioni, 68 successi, 9 grandi corse a tappe vinte su 18 partecipazioni, due Giri d’Italia (2008 e 2015), due Tour de France (2007 e 2009) e tre Vuelta (2008, 2012 e 2014). Oggi è stata ripercorsa, tra agonismo e aspetti personali di un atleta che, è emerso, ha costruito anche solide relazioni e che si fa ancora apprezzare per le qualità umane.

Un pensiero Contador lo ha dedicato anche alle salite del Giro d'Italia, che sono "diverse dalle altre e migliori". Tra le tante ha ricordato lo Zoncolan, che, per lasciarsi vincere, impone ai corridori di trovare e seguire un ritmo.

La commozione ha attraversato la sala quando è stata ricordata la figura di Michele Scarponi, con cui Contador ha condiviso momenti indimenticabili e del quale ha voluto ricordare soprattutto l'allegria. 

Di Vincenzo Nibali, unico ancora in attività tra i sette con la “Tripla Corona”, Contador ha lodato il coraggio e l'abitudine a non gettare mai la spugna. 

Una carriera fortunata quella del Pistolero e una vita piena di soddisfazioni, ma che non gli ha risparmiato anche momenti difficili, come quando a 21 anni è stato colpito da gravi problemi di salute, che non gli hanno, per fortuna, impedito di riprendere la via della vittoria e scrivere pagine di sport memorabili. 

Ha chiuso la carriera con una impresa, la vittoria sulla vetta dell'Angliru, salita mitica per gli spagnoli e per tutto il mondo del ciclismo.

"Mi sono ritirato al momento giusto - ha detto Contador - perché volevo lasciare il ricordo di un atleta al massimo livello".

Il suo quotidiano di oggi è fatto ancora di tanti impegni, oltre a quelli professionali, attraverso una fondazione che porta il suo nome: con attività per bambini e ragazzi e anche impegno nel sociale, raccogliendo e redistribuendo vecchie biciclette a chi ne ha bisogno, dopo averle riparate. 

"E poi - ha concluso il campione - trovo ancora il tempo di allenarmi. Solo due o tre volte alla settimana, ma sempre al massimo".

(lr)


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