
Momento di bilancio dunque ieri sera a Romallo, in un affollato incontro aperto dal sindaco Silvano Dominici, che ha ripercorso la strada fatta nel corso di tutta una serie di serate in cui si è parlato di dighe e acquedotti, compreso quello in fase di realizzazione con il sostegno provinciale, ma anche di usi agricoli, di cambiamento climatico, di acqua potabile. Agli incontri si sono alternate le visite, in particolare al nuovo acquedotto, al parco fluviale Novella, alle aree Sic e Natura 2000, ai mulini e così via.
Alberto Iori, presidente del consiglio comunale dei giovani, ha successivamente illustrato gli esiti di un questionario realizzato con i cittadini dei comuni interessati, volto a conoscere il loro parere sulla gestione della risorsa idrica. Ne è emerso che la maggioranza è soddisfatta della qualità dell’acqua ma al tempo stesso crede si debba fare di più, investendo nei depuratori, nella gestione delle perdite, ma anche nell’educazione dei cittadini. Aspetto fondamentale, quest’ultimo, perché in realtà non molti hanno una chiara consapevolezza di quanti litri d’acqua si consumino, ad esempio, per fare una doccia (in 5 minuti mediamente 70-90).
Si è quindi entrati nel vivo parlando del nuovo acquedotto. In realtà la storia parte 40 anni fa: il paese che all'epoca soffriva maggiormente della mancanza di acqua era Romallo, sul cui territorio sono partite le prime ricerche di sorgenti. Poi ci si è spostati al territorio di Rumo fino ad arrivare alle fonti del Lavazè. Venne creato un consorzio e successivamente, nel 1977, fu approvato il progetto dell’acquedotto. Sindaca di Romallo era allora Caterina Dominici, mentre il primo cittadino di Revò era Giovanni Corrà; il progetto fu elaborato da Rolando Segatta che poi ha creato la Coster, multinazionale per la corderia in plastica. L’opera, che si sviluppò con una condotta di circa 10 km in acciaio bitumato, costò 700 milioni di lire.
L’acquedotto ha servito onorevolmente le due comunità per 40 anni. Il problema principale era quello delle perdite (2-2,5 litri al secondo), che hanno impegnato duramente gli operai addetti alla manutenzione. Ora, però, ha fatto il suo tempo. E' toccato a Luca Flaim, progettista del nuovo acquedotto, partito nel 2010-2011, illustrare le caratteristiche dell'opera, la cui spesa complessiva è pari a quasi 4 milioni di euro (per la precisione 3.918.892,00). Un'opera importante e onerosa, dunque, per cui fin dall'inizio si decise di suddividerla in più lotti; il secondo è appena terminato e adesso stanno partendo i lavori per il terzo. I principali obiettivi: l'annullamento delle perdite lungo il percorso, il rinnovo dell’impiantistica della mineralizzazione dell’acqua, la realizzazione di un impianto di telecontrollo dalle sorgenti al serbatoio finale, nonché di una mini-centrale idroelettrica, l'incremento della capacità di riserva idrica del serbatoio fra i comuni di Romallo e Revò, la riduzione dei rischi dell’interruzione del servizio. La nuova condotta percorre in parte il tracciato della vecchia ma utilizza sistemi di controllo delle portate più sofisticati; da un certo punto in poi il tracciato cambia, scorrendo in parte a valle della provinciale 28.
Una delle sfide del futuro è quella dell’interconnessione con l’acquedotto di Revò e con l’acquedotto di Cagnò e Cloz (un esempio quest’ultimo di buon utilizzo della risorsa). Ma il presente è fatto anche di nuovi sistemi di gestione di telecontrollo e di telelettura dell’acquedotto. A Cloz – ha spiegato Alessandro Benedetti di Euroautomation srl - sono in uso da tempo mentre a Romallo più recentemente. L’obiettivo è duplice: un più attento controllo della risorsa idrica (riduzione dei consumi, dei costi energetici, rilevazione tempestiva dei guasti, manutenzione) e la telelettura dei contatori (fatturazione puntuale, maggiore efficienza dei servizi offerti ai cittadini, minor costo delle risorse umane). Il tutto grazie ad una rete radio che si alimenta con il fotovoltaico, integrata ovviamente dall'informatica.
"L'opera - ha rimarcato Daldoss - rappresenta un esempio importante di collaborazione fra territori, perché l’acqua viene captata nel comune di Rumo ma viene utilizzata per soddisfare i bisogni di Romallo e Revò e in futuro del nuovo comune di Novella. La strategia futura è proprio quella di una gestione strategica, sempre più comunitaria e solidale, perché l’acqua è il bene comune per eccellenza. Bisogna avere quindi ben chiaro che dobbiamo lavorate tutti per metterla a disposizione del maggior numero di persone possibile. Anche a fronte dei costi che essa richiede: in Trentino gli investimenti annui in manutenzione ammontano a circa 30 milioni per la manutenzione ordinaria e 45 milioni per quella straordinaria. In totale oltre 70 milioni all’anno".
All.: interviste ad ass. Daldoss e sindaco Dominici