Vediamo di riepilogare in sintesi i termini del problema. Il decreto nazionale cosiddetto Cura italia interessa sia la cassa integrazione ordinaria (art.19) sia la cassa in deroga (art.22). Attualmente lo Stato sta distribuendo i fondi relativi alla cassa in deroga, che viene estesa, nell’intero territorio nazionale, ai dipendenti, di tutti (o quasi) i settori produttivi. L’art. 22 precisa però che la cassa spetta ai lavoratori che non sono “coperti” da altri fondi, regionali, provinciali o settoriali. La differenza fra quanto assegnato al Trentino e all’Alto Adige deriva dal fatto che in provincia di Bolzano il fondo provinciale non interviene a sostegno delle aziende sotto ai 6 dipendenti, a differenza del Fondo bilaterale attivo in Trentino. Il Ministero e l’Inps, più volte interpellati dalla Provincia in questi giorni, hanno assicurato che siccome il Trentino ha già attivato con proprie risorse maggiori tutele sul versante della cassa integrazione in deroga, quando verranno ripartiti i fondi previsti dall’art. 19 del Cura Italia, riceverà risorse aggiuntive. In ogni caso avere ricevuto meno risorse sull’art.22 non tocca in alcun modo i lavoratori trentini coperti dalla cassa in deroga, i quali continuano a ricevere quanto previsto dal Fondo di solidarietà bilaterale provinciale.
Ad oggi il Trentino ha ricevuto 8,5 milioni di euro dallo Stato a valere sull’art. 22, che si aggiungono ai 14 già in dotazione del Fondo. Sono attesi a breve altri 2 riparti. A seguire, lo Stato procederà con l’assegnazione delle risorse concernenti, come detto, l’art. 19.
Resta alta l’attenzione da parte delle strutture provinciali e forte la richiesta nei confronti del Governo in quanto si considera il Fondo trentino destinato a coprire la gestione di situazione di crisi ordinaria, ma del tutto inadatto in termini di dotazione, a fronteggiare l’attuale crisi con chiusura generalizzata delle attività.