Venerdì, 04 Giugno 2021 - 14:47 Comunicato 1385

Capitali privati per una crescita comune

Intervento dello Stato e capitali privati: per una ripartenza dell'economia e per salvare le aziende sane in difficoltà per le conseguenze del Covid la ricetta è una partnership pubblico-privato. Ma serve semplificare il quadro normativo, sburocratizzare, creare piattaforme digitali per il private equity. E occorrono normative europee armonizzate. Tre esperti a confronto nella seconda giornata del Festival. Sostenibilità sociale e ambientale sono le parole chiave anche per gli investitori privati, così come per le strategie nazionali e le politiche comuni a livello europeo.

Le diffidenze delle banche nel dare accesso al credito alle imprese, i mercati condizionati dalle conseguenze della pandemia, la dimensione limitata di molte aziende, soprattutto in Italia e Europa. Tutti limiti superabili con una forte iniezione di capitali privati. Nel confronto del Festival dell'Economia dedicato al tema hanno dialogato Christian Staub, direttore per l'Europa di Fidelity International, Lucrezia Reichlin, economista della London Business School e Anna Gervasoni, direttrice generale dell'Associazione italiana del Private Equity. Staub ha delineato il quadro più recente degli investimenti a livello europeo: grande liquidità pompata dalle banche, tassi d'interesse azzerati, borse ai massimi storici. Ma serve una sorta di Piano nazionale privato di resilienza e ripresa, come ha sottolineato il moderatore Morya Longo.
Oggi i tassi di investimento privati sono più elevati e redditizi dei titoli pubblici. Ma gli investimenti più ricercati sono quelli in aziende che puntano sulla sostenibilità ambientale e sul positivo impatto sui territori, sulle filiere locali, sul sostegno alle comunità. I costi del capitale aumentano per le imprese che non seguono politiche di sostenibilità. "La sostenibilità influenzerà molto gli investimenti futuri" ha teorizzato Staub e sarà anche la chiave di volta del successo degli investimenti. Ma servono incentivi fiscali per incoraggiarli e l'Ue deve permettere un accesso più aperto dei capitali privati, con sistemi digitali, piattaforme e passaggi legali e contrattuali più semplici.
Dal canto suo, Anna Gervasoni ha rilevato che i fondi che investono in Italia sono pochi e piccoli, ma qualche fondo italiano - segnale positivo-  sta investendo all'estero. I grandi fondi aspettano sempre le riforme italiane su semplificazione, giustizia, pubblica amministrazione. Con il Pnrr forse siamo alla svolta. Lucrezia Reichlin è convinta che bisogna spostare i capitali privati in investimenti nelle imprese. Un terzo degli asset delle famiglie italiane è depositato nelle banche a tasso zero. L'Italia ha un mercato di capitali poco sviluppato. Lo Stato ha un ruolo importante. Bisogna ridisegnare il quadro degli interventi. Lo Stato potrebbe limitare i sostegni di liquidità e entrare di più in partnership di equity, anche temporanee. Ma spesso i governi non hanno gli strumenti per riconoscere le aziende non decotte che hanno bisogno di capitali per riprendere i ritmi pre-Covid. Sia il settore privato - l'invito dell'economista italiana - a identificare e certificare le aziende in cui iniettare nuovi capitali. 

(db)


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