Sabato, 12 Ottobre 2019 - 12:47 Comunicato 2508

Sacrificio e fatica, i campioni a confronto
Canottaggio, il sogno olimpico

In una Piazza Cesare Battisti assolata, quattro grandi campioni del remo azzurro si presentano, freschi del pass per Tokyo 2020 ottenuto ai Mondiali di Linz.
Il doppio Pesi leggeri maschile, composto da Pietro Willy Ruta (Fiamme Oro) e Stefano Oppo (Carabinieri), per la terza volta di fila argento ai Mondiali, ed il due senza Senior femminile, Aisha Rocek (Carabinieri-SC Lario) e Kiri Tontodonati (Fiamme Oro-CUS Torino), sesto posto in finale, si raccontano di fronte ad una platea di appassionati, che hanno voluto provare l'ebbrezza dell'indoor rowing con il remoergometro, attrezzo di allenamento, croce e delizia per gli stessi atleti azzurri.

Si parla di fatica, tanta: il canottaggio è uno sport di sudore e sacrifici, ripagati dal sogno, divenuto ora realtà, di partecipare alle prossime Olimpiadi.
Quatto campioni, diversi per età, origini ed esperienze, uniti dalla stessa passione.
Kiri, australiana di nascita ma italiana per amore, riconosce il divario tra lo sport femminile e maschile in Italia, rispetto alla sua terra di origine, ma si rallegra del fatto che, a differenza dell'Australia, in Italia gli atleti del canottaggio si allenino assieme, uomini e donne, una vera "big family", così la definisce Kiri con un gran sorriso.
Aisha, giovanissima ma molto determinata, sottolinea come il sogno di partecipare alle Olimpiadi azzeri il peso di ogni sacrificio, anche il fatto di rinunciare alle uscite con le amiche, non sempre facile a vent'anni.
Stefano riconosce gli sforzi ed i progressi compiuti dalla Federazione, che gli hanno permesso di approdare al centro Federale di Piediluco dalla natia Sardegna.
Infine Pietro, il veterano, reduce da un quarto posto a Rio, che ricorda ancora oggi con rabbia, e pronto al riscatto a Tokyo 2020, dove promette, simpaticamente, di tagliare la barba da perfetto hipster in cambio di una medaglia.
"Ci impegniamo al 200%", chiosa Pietro, e parla davvero a nome di tutti e quattro.

(cr)


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