Venerdì, 01 Giugno 2012 - 02:00 Comunicato 1559

Affollato l'incontro con Dalla Zuanna, Weber e Giannino
"COSE DA NON CREDERE", L'ITALIA CHE NON C' È NELLE STATISTICHE

È vero che non ci sono più le famiglie di una volta? Che l'invecchiamento della popolazione impoverisce un Paese? Che in Italia ci sono troppi immigrati? Sollecitati del giornalista Oscar Giannino, Guglielmo Weber, professore di Econometria all'Università di Padova e direttore del nuovo Centro Studi Economici Antonveneta, e Gianpiero Dalla Zuanna, professore presso le facoltà di Lettere e Filosofia e di Scienze Statistiche dell'Università di Padova, autori del libro "Cose da non credere", hanno parlato di un'Italia che non si trova nei dati statistici.-

Perché l'Italia è così ingenerosa verso le politiche famigliari? "Perché i paesi dove i legami familiari interni sono forti, sono anche quelli dove si spende meno proprio per la famiglia. Questo già lo si registrava nel 700", ha esordito Dalla Zuanna. È una questione culturale. "I giovani, che si sono sposati o sono andati a convivere nei primi anni 2000, sono rimasti vicinissimo alla famiglia di origine. La metà è andata a vivere ad un chilometro da almeno un genitore. Perché chiedere più asili nido? Ci sono i nonni dietro l'angolo".
La necessità degli asili nido è, secondo Dalla Zuanna, un bisogno recente, legato alle esigenze di lavoro dei genitori. La risposta, a questa nuova necessità, è, secondo i due autori, un sistema misto, non solo asili nido, ma anche valorizzazione di realtà come le tagesmutter o le cooperative. Insomma, un welfare più attento ad una società che è cambiata in maniera vorticosa e continua a farlo. "La demografia è come la tettonica a zone, movimenti lenti ma inesorabile, la vita continua ad allungarsi, ma le istituzioni non si sono adeguate ai ritmi", ha detto Weber.
Come non si sono adeguate all'arrivo degli immigrati che spesso fanno fatica ad integrarsi. Eppure la loro presenza sul territorio è ricchezza. "Immigrato è già selezione – ha detto Dalla Zuanna - la mortalità dei latinos, negli Stati Uniti, per esempio, è di due anni più alta rispetto ai bianchi. Quelli che emigrano sono gli elementi più forti di un popolo, sono i più duri e puri. Non è retorico, dunque, dire che sono una risorsa per le nazione in cui vanno". Il problema è spesso l'integrazione, che dovrebbe passare attraverso la scuola, "invece – ha concluso Dalla Zuanna - la scuola per come è strutturata non colma le diseguaglianze".
Per farlo ogni scuola, secondo Giannino, dovrebbe essere più autonoma, più libera di organizzarsi e "il compenso dei docenti dovrebbe essere legato all'obbiettivo".

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