Sabato, 02 Giugno 2012 - 02:00 Comunicato 1600

Ne è convinto Thomas Piketty, intervenuto alle "Intersezioni" di Palazzo Geremia
CONTERÀ L'EREDITÀ, PIÙ CHE IL MERITO

La ricchezza ereditata nel capitalismo del XXI secolo avrà probabilmente un ruolo altrettanto importante di quello che ha avuto nei secoli passati. È questa la tesi di Thomas Piketty, professore di Economia alla Paris School of Economics, intervenuto a Palazzo Geremia, nell'ambito del Festival dell'Economia di Trento. "Ci sono due modi per diventare ricchi - ha spiegato Piketty - o attraverso il proprio lavoro o ereditando fortune". E poco è cambiato rispetto alle società dell'Ancien Regime: "In passato il canale ereditario era molto importante: eredità ed eredi erano onnipresenti nella letteratura del 19 secolo, come pure dei dati fiscali del XIX secolo. La crescita moderna non ha ridimensionato il canale ereditario".-

Lucida e ricca di dati l'analisi di Thomas Piketty, professore di Economia alla Paris School of Economics, da lui stesso fondata, nonché professore presso il Massachusetts Institute of Technology. Piketty, intervistato da Antonio Preziosi, direttore di Radio 1 e del Giornale Radio Rai, ha infatti chiarito: "Ho avviato questa ricerca perché ho letto molti romanzi dei secoli scorsi, da Balzac ad Austen, e mi sono chiesto come mai l'eredità vi svolge un ruolo così importante. Non si trattava di un frutto dell'immaginazione dei romanzieri, era piuttosto la vita dell'epoca".
Da allora le cose sono cambiate, ma non poi così tanto: "Il flusso dell'eredità ha avuto un ruolo imponente nel diciannovesimo secolo, per poi calare drasticamente nel periodo post bellico. Oggi invece sta aumentando di nuovo in maniera consistente".
Secondo una ricerca effettuata da Piketty in Francia: "Il valore del patrimonio che veniva trasmesso, al netto dei debiti, fra il 1820 e il 1920 è stato attorno al 20 - 25% del reddito nazionale annuo. Si tratta di una somma enorme, calata drasticamente durante i conflitti mondiali, per salire nuovamente nel XXI secolo. Nell'epoca attuale assistiamo a un ritorno dell'eredità, che deriva da una condizione di crescita bassa e da un rendimento sulla ricchezza elevato. Con una crescita bassa e un tasso di rendimento sulla ricchezza più alto della crescita, l'eredità è destinata a dominare la nuova ricchezza, ovvero il passato erode il futuro".
Due sono le questioni, la prima riguarda il rendimento della ricchezza. Possiamo infatti osservare un ritorno di alti rapporti fra ricchezza e reddito: "Prima di tutto va detto che ci è voluto molto tempo - ha aggiunto Piketty - per riprendersi dallo shock della guerra mondiale: il mercato azionario e immobiliare del 1913 si è pienamente ripreso soltanto negli anni 2000. Poi va considerato che c'è stato un rallentamento della crescita nei paesi ricchi e un incremento delle disuguaglianze nella ricchezza". Ci sono però alcune luci: "Se si fa un confronto tra questo rapporto ricchezza - reddito molto elevato, si potrà osservare che questa ricchezza, privata, è molto maggiore del debito, ovvero la ricchezza che noi trasmettiamo alla generazione successiva è di più del nostro debito. Certo, prima o poi bisognerà attingere a questa ricchezza privata se vi vuole avere una dinamica nel sistema". Seconda questione è il rendimento della ricchezza ereditata: "Possiamo osservare che metà della ricchezza deriva dalle donazioni".
In conclusione, per Piketty : "Un mondo con un tasso di crescita basso, come è il nostro, e un elevato ritorno alla ricchezza ereditata è poco promettente per lavoratori con ricchezza iniziale uguale a zero. Siamo tutti convinti che la società attuale sia più meritocratica di quella dell'Ancien Regime, ma se era vero nel periodo post bellico - quando per un lungo periodo è esistito un equilibrio meritocratico basato sul lavoro, nel quale l'eredità era quasi scomparsa - oggi non è più così. Una meritocrazia efficace non deriva in modo naturale dal progresso tecnologico e dalle forze di mercato, richiede specifiche politiche ed istituzioni".

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