Sabato, 19 Luglio 2014 - 02:00 Comunicato 1860

Ai Suoni delle Dolomiti le note del quintetto di Arteapedali
CONTAMINAZIONI SONORE NEL BRENTA MENO CONOSCIUTO

Daniele Di Bonaventura, Gianluca Petrella, Corrado Bungaro, Carlo La Manna e Elias Nardi hanno concluso i tre giorni di tour in mountain bike con un lungo concerto a Malga Movlina a base di jazz e musica dal forte sapore mediterraneo-

Da un lato decine di biciclette colorate adagiate ordinatamente sull'erba e dall'altra alte cime rocciose avvolte in piccole nubi. Tutt'attorno il panorama quasi sconosciuto del Brenta più verde: quello degli alpeggi e dei boschi, dei pendii che salgono inclinati in un fantastico gioco di colori con la roccia che subito dopo ne prende il posto. Uno spettacolo che i tanti escursionisti saliti fino a Malga Movlina per l'appuntamento de I Suoni delle Dolomiti di oggi 19 luglio non dimenticheranno, così come non lasceranno andare tanto facilmente le emozioni regalate da un concerto bello e insolito come quello proposto dal quintetto di Arteapedali. Cinque ciclomusicisti che, dopo aver partecipato al tour in mountain bike attorno al noto gruppo dolomitico trentino, hanno regalato un'ora e mezza di musica. Certo nelle gambe avevano i tre giorni percorsi in sella e qualche migliaio di metri di dislivello lungo il Dolomiti di Brenta Bike, ma questo non ha spento la grande voglia di fare musica.
Infatti, Corrado Bungaro al nyckelharpa e violino, Elias Nardi all'oud, Carlo La Manna al basso, Daniele Di Bonaventura al bandoneon e Gianluca Petrella al trombone, hanno messo in scena una sorta di jam session montana nella quale hanno interpretato vari brani senza tralasciare escursioni nel terreno dell'improvvisazione. A segnare il tutto un tappeto sonoro costituito da un pugno di brani firmati da Elias Nardi e Carlo La Manna o da Di Bonaventura. Su questi però, ciascun strumentista si è lanciato in libere interpretazioni. Così se l'inizio ha avuto i toni quasi ieratici e meditabondi di una arabeggiante "Brise", poi è giunta nostalgica e onirica "Sis". Entrambe dominate dal dialogo tra oud e nickelharpa.
Con "Sine nomine" del marchigiano Di Bonaventura la musica ha lasciato le sonorità circolari per guardare al mondo e seguire accelerazioni, malinconie, rasserenamenti che hanno visto interpreti principali il bandoneon e il trombone.
Il sapore mediterraneo di "The Tower" è stato seguito dalle atmosfere a tratti sudamericane e a tratti del centro e sud Italia di "Nadir" e "Canto". "Tarantella" infine ha concluso questo ipotetico viaggio nella musica popolare – rivisitata in chiave jazz – del Belpaese.
L'inserimento di Petrella con la sua verve e il colore della sua musica ha segnato molteplici cambi di ritmo e profondità mettendo in mostra le sue consuete abilità a muoversi ai margini del già sentito per esplorare rumori e melodie. Una disposizione ancor più evidente nel brano a due bandoneon-trombone ispirato a "Harlem" di Duke Ellington.
Il pubblico ha premiato ogni brano con numerosi applausi e ha chiesto a gran voce il bis strappando ai cinque ciclomusicisti una lunga esecuzione basata sull'improvvisazione che li ha visti alternarsi nel ruolo di strumento guida per poi sciogliersi in una melodia piena di stupore e dedicata al grande spettacolo naturale in cui il concerto ha potuto prendere luogo. -