Lunedì, 19 Maggio 2014 - 02:00 Comunicato 1107

Presentati gli esiti di una ricerca sulla ricaduta dello standard Family Audit sulle lavoratrici e lavoratori
CONCILIAZIONE FAMIGLIA-LAVORO, LA MISURA DEL BENESSERE

Le politiche di conciliazione famiglia-lavoro servono più alle donne che non ai giovani: le donne, avendo più responsabilità familiari, possono sfruttare al meglio le misure Family Audit e trarne il maggior beneficio. Il dispositivo con maggiore impatto promosso nell'ambito dello standard Family Audit riguarda la flessibilità dell'organizzazione, intesa come la capacità dell'azienda di riorganizzare i propri percorsi e orari di lavoro. Attivando la flessibilità è possibile incrementare il benessere dei dipendenti a livello personale, familiare e lavorativo. Tra le misure più utilizzate, oltre alla flessibilità, vi sono le tecnologie informatiche e la strumentazione tecnologica, che sono anche sinonimo di telelavoro, gli aiuti monetari e i servizi che le organizzazioni offrono ai propri dipendenti, ad esempio gli asili nido, e la formazione dei dipendenti unita alla comunicazione di eventuali diritti o norme specifiche. Più la famiglia è complessa, maggiori saranno i benefici, in termini di benessere, derivanti dagli strumenti di conciliazione. Questi i risultati, presentati oggi in Provincia, di una ricerca promossa dall'Agenzia provinciale per la famiglia - svolta da un gruppo di lavoro composto dai ricercatori Elena Macchioni e Vincenzo Marrone del dipartimento di Sociologia e Diritto dell'Economia dell'Università di Bologna, coordinati dal professor Riccardo Prandini –-

Al progetto di ricerca hanno aderito 7 imprese private, 5 cooperative e 6 enti pubblici e i risultati raggiunti attraverso l'applicazione della misure Family Audit hanno avuto un impatto positivo netto e deciso sulla vita personale, familiare e lavorativa dei dipendenti – sono 22.000 i lavoratori coinvolti sul territorio provinciale – ma anche dei loro partner conviventi, in una ricerca innovativa anche a livello europeo. In rappresentanza dell'Agenzia provinciale per il lavoro, Lucia Claus, responsabile del progetto, ha sottolineato la crescita costante in termini di andamento dello standard Family Audit a livello locale: su 118 organizzazioni che hanno partecipato al progetto, 44 sono state coinvolte a livello nazionale e ben 84 in territorio trentino.

"Il principale obiettivo della ricerca" – ha spiegato Elena Macchioni – "è il calcolo dell'impatto prodotto dalle misure Family Audit su tre ambiti della vita dei dipendenti: l'ambito personale, quello familiare e quello relativo all'ambiente lavorativo". I dati presentati oggi sono stati rilevati attraverso l'analisi di 1027 questionari. I diversi dispositivi di conciliazione che sono stati introdotti in Trentino incidono in maniera decisa sulla percezione del benessere nelle sue tre sfere e ciò accade in maniera differenziata a seconda degli strumenti introdotti. La flessibilità si rivela un dispositivo molto efficace, considerando specialmente la sfera delle relazioni familiari. L'utilizzo della flessibilità ha infatti un forte riscontro positivo nella sfera personale e il benessere a questo livello va poi a incidere su quello familiare.
"Queste tre sfere di benessere" – ha puntualizzato Vincenzo Marrone – "costituiscono un cerchio: esse si rimandano, infatti l'un l'altra e il benessere lavorativo, secondo questo principio, determinerà quello familiare e personale. L'utilizzo di strumentazione tecnologica e, in parte minore, di aiuti monetari, si associano maggiormente al miglioramento del senso di appartenenza all'azienda e al sistema delle relazioni lavorative. Chi ha la possibilità di usufruire della flessibilità associata ad altri dispositivi presenta percezioni di miglioramento molto elevate su tutte le sfere del benessere, a dimostrazione che una proposta articolata di conciliazione famiglia-lavoro può portare ottimi risultati."
A questo proposito, è fondamentale che le imprese ricordino la centralità del dipendente: le misure di conciliazione sono efficaci laddove siano personalizzate e partano dai bisogni reali della popolazione aziendale. "Il dipendente e il suo partner si accorgono della flessibilità dell'organizzazione aziendale e questo è il dato più importante" ha concluso Luciano Malfer, dirigente dell'Azienda provinciale per la famiglia. -